Come bloccare uno strapotere?

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Come bloccare lo strapotere di Meta che ci spia attraverso Apple?

Messaggioda cts » 21 mar 2025 11:39

Come bloccare lo strapotere di Meta che ci spia attraverso Apple?
La notizia in realtà è questa:
L’Europa obbliga Apple ad aprire l’iPhone ai prodotti della concorrenza. Dura replica: “Costretti a regalare le nostre tecnologie gratuitamente”
Ma tra le righe di quest'altro strapotere, ecco che si affaccia la solita Meta...

Meta voleva accedere a messaggi, file ed eventi del calendario

C’è anche un aspetto legato alla privacy, e a mettere in allerta Apple è stato il numero di richieste di interoperabilità fatte da una azienda in particolare, Meta.

Meta secondo Apple è stata l'azienda che ha presentato il maggior numero di richieste di interoperabilità (15 a fine 2024) per un accesso potenzialmente molto ampio ai dispositivi iOS e Apple teme che aziende con standard di protezione dei dati inferiori a quelli europei, e ai loro, possano sfruttare le disposizioni sull'interoperabilità del DMA per accedere a dati sensibili degli utenti.

Secondo il documento, le richieste sarebbero pienamente giustificate se Meta avesse fatto richieste di interoperabilità correlate all'uso effettivo dei dispositivi esterni come gli smart glass Rayban e i visori Quest, in realtà, sempre secondo Apple, Meta avrebbe chiesto di accedere a dati come messaggi ed email, registri delle chiamate, tracciamento dell'uso delle app, scansione di foto, accesso a file ed eventi del calendario e registrazione delle password. Apple nel documento pubblicato a fine 2024 ha sottolinea che essa stessa ha scelto di non accedere a molti di questi dati per garantire la massima protezione agli utenti.

Nel documento vengono citati esempi specifici delle richieste di Meta e delle relative preoccupazioni di Apple: Meta vorrebbe accedere alle funzionalità SMS e iMessage degli utenti per inviare e leggere i messaggi, oltre ad accedere alla cronologia dei messaggi, Meta avrebbe chiesto l'accesso diretto a televisori e agli smart speaker degli utenti (HomePod) e anche alle funzionalità di CarPlay in modo da poter riattivare le app iOS e proiettare contenuti aggiuntivi sulle dashboard delle auto.
Una volta garantito l’accesso dovrebbero essere le terze parti a trattare i dati dell’utente, e potrebbero farlo correttamente come potrebbero preferire trasferire le informazioni degli utenti sui propri server per combinarle, profilarle e monetizzarle.

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Come bloccare lo strapotere di Zuckerberg che vuole censurare un libro?

Messaggioda cts » 25 mar 2025 20:50

Come bloccare lo strapotere di Zuckerberg che vuole censurare un libro?
Molestie, politica internazionale e «yes men»: le memorie contestate di Sarah Wynn-Williams, ex dipendente di Facebook

Hanno influenzato la politica di mezzo mondo e sono imputati persino di stragi. Hanno depredato milioni di dati personali dei loro milioni di utenti. La scoperta più recente: hanno scaricato miliardi di e-book pirata da un sito illegale, e li hanno usati per «allenare» i modelli linguistici della loro intelligenza artificiale. Ma soprattutto, in un nuovo memoir appena pubblicato, i dirigenti di Facebook, poi Meta, sono Careless People. Persone incuranti.
Sottinteso: degli altri.
«Careless People» è il titolo di un libro in cima alle classifiche di tutto il mondo — per vari giorni della scorsa settimana è stato anche, sebbene in inglese, il secondo più venduto in Italia — ed è, recita il sottotitolo, una «storia di dove ho lavorato».

L’autrice, Sarah Wynn-Williams, già nel corpo diplomatico della Nuova Zelanda, è poi stata manager di Facebook dal 2011 al 2018, arrivando alla carica di direttrice della global public policy.

Per Meta (la società che controlla Facebook e Instagram e che ha denunciato l’ex dipendente), il libro «è pieno di cose già uscite» e lei «un’attivista interessata» più che una whistleblower.
L’azienda sta facendo di tutto per evitare che «Careless People» resti in vendita; un giudice ha decretato che Wynn-Williams deve sospendere la promozione, in attesa di capire se ha violato clausole di riservatezza dei contratti che la legavano a Meta, ma il libro resta in vendita. Che cosa c’è dentro?

Politica internazionale, innanzitutto: prima dell’aperta svolta "alla Trump" che Mark Zuckerberg ha intrapreso di recente, egli avrebbe sempre tentato in modo più discreto di accreditarsi presso molti potenti. Tra gli obiettivi tangibili, aggirare la censura cinese sui suoi social.
Non ci riuscì mai, nemmeno nel 2015 quando chiese a Xi Jinping di «farmi l’onore di dare il nome a mio figlio».
Xi rifiutò. Il primo leader straniero che incontra ufficialmente è il russo Dmitry Medvedev, nel 2012, quando era premier. In una cena di Stato, racconta Wynn-Williams, Zuckerberg fa di tutto per essere seduto vicino a Fidel Castro. Dopo un raffreddamento dei rapporti con Obama, già per la campagna del 2016 Zuckerberg offre fedeltà a Trump.
Dopo successo di Trump, Zuckerberg accarezza l’ipotesi di correre per la Casa Bianca. Fa discorsi pubblici in cui parla «come un bambino pensa che un presidente parli».

Tra le scene che restano più in mente di «Careless People»: una dirigente ha le convulsioni, forse per una crisi epilettica, e si contorce a terra in un corridoio; attorno a lei i suoi superiori, tutti maschi, corrono a una riunione e la ignorano.
Poi c’è il parto di Wynn-Williams, che dalla sala parto, con le contrazioni iniziate, supplica le ostetriche di poter mandare un’ultima mail ai superiori.

I dirigenti di Facebook, e poi di Meta, sono descritti come molestatori, servili, arroganti; il peggiore risulta Zuckerberg, circondato di yes men.
Nessuno osa contraddirlo; quando Zuckerberg sbaglia qualcosa è gara tra i suoi collaboratori ad addossarsene la colpa; se nei tremendi giochi di team building Zuckerberg partecipa, i suoi lo lasciano vincere.

Non esce meglio, dal libro, il dirigente donna «femminista» Sheryl Sandberg. L’autrice, lavorandoci insieme, dice di aver maturato la convinzione che il suo attivismo sia tutto «di facciata», e che in realtà sia una "capa" da incubo pure lei. Offre alle assistenti di dividere il letto, in una posticcia informalità le coinvolge in battute di shopping, ma soprattutto è un’arpia con le madri. Wynn-Williams resta in coma per complicazioni post-parto: Sandberg continua a mandarle email, lamentandosi perché non risponde. E alle colleghe che rispondono al telefono mentre allattano fa arrivare richiami: la linea è «disturbata» dai «rumorini dei bambini». «Si prendano una tata filippina». Niente male, per una manager il cui bestseller Lean In raccomandava di «essere se stesse al lavoro».

Se resta qualche tecno-supereroe che è possibile ammirare, non sono le pagine di «Careless People»a raccontarlo.

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Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o degli Enti pubblici?

Messaggioda cts » 02 apr 2025 22:07

Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o degli Enti pubblici?
Un lettore di Quattroruote aderisce agli incentivi per la ricarica domestica indicando per sbaglio l'importo con IVA compresa invece dell'imponibile. Il Mimit gli accredita il contributo, ma dopo sei mesi gli chiede indietro tutto, non la sola differenza...

Lettore di Quattroruote: Nel 2023 ho aderito al cosiddetto bonus colonnine per privati, il contributo statale all'installazione di infrastrutture di ricarica domestica di potenza standard, pari all'80% delle spese di acquisto e installazione nel limite di 1.500 euro (8 mila per i condomini). La wallbox è stata installata ad aprile, ho chiesto l'incentivo il 9 novembre e il 6 dicembre 2023 il ministero delle Imprese e del Made in Italy mi ha erogato un contributo di 1.317,60 euro, equivalente, appunto, all'80% delle spese che avevo sostenuto, pari a 1.647 euro. Il 23 luglio successivo, però, ho
ricevuto una comunicazione con la quale Invitalia, gestore della piattaforma informatica dell'iniziativa, mi comunicava
l'avvio del procedimento di revoca del contributo concesso perché, in buona sostanza, «le fatture …. risultano di importo complessivamente pari a € 1.350, Iva esclusa».
In pratica, compilando la domanda, sulla colonna "importo totale" ho riportato quello effettivamente pagato, ossia Iva compresa, invece dell'imponibile. Avendo regolarmente allegato le fatture, era evidente che l'errore era stato commesso in buona fede, anche perché il modulo era poco chiaro. L'indomani, quindi, ho mandato a Invitalia le mie controdeduzioni. Il 17 dicembre, però, il ministero delle Imprese mi ha comunicato che le mie controdeduzioni non erano «risultate sufficienti al superamento delle motivazioni alla base dell'avvio del procedimento di revoca», che, dunque, l'intero contributo era da considerarsi revocato e che avrei dovuto restituirlo al Mimit in un'unica soluzione entro sessanta giorni mediante bonifico bancario.
Insomma, nonostante la massima trasparenza dell'operazione, invece della sola differenza di 237,60 euro, mi è stato
intimato di restituire tutto. Assurdo. Non è così che si favorisce la transizione all'elettrico considerando, oltretutto, che 40 milioni di euro stanziati lo Stato ne ha erogati solo sei. Leggendo su internet ho scoperto che molti, come me, sono
caduti in un trabocchetto che sembrava fatto apposta per avere il pretesto per chiedere indietro i soldi. Pensare male è peccato, ma spesso ci si azzecca... E meno male che il ministero delle Imprese dovrebbe tutelare i cittadini...
Ercole Pinna
Peschiera del Garda (VR)


Risposta di Quattroruote: La vicenda del cosiddetto bonus colonnine – per il quale i governi Draghi e Meloni avevano stanziato 40 milioni di euro all'anno per il triennio 2022-2024 – passerà alla piccola storia italiana della transizione energetica come esemplare di tutto ciò che non doveva essere fatto: totale assenza di informazioni ai cittadini, apertura delle prenotazioni mesi dopo l'annuncio dell'iniziativa, finestre di prenotazione strettissime, complicazioni
nella presentazione della domanda, come dimostra il caso del lettore. E infatti, sugli 80 milioni stanziati per il biennio 2022-2023, ne sono stati erogati appena 6,4 (esclusi quelli chiesti indietro dal Mimit). Ha ragione il signor Pinna: assurdo – e vergognoso – che sia stata chiesta la restituzione di tutto l'importo e non della sola differenza.

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Come bloccare lo strapotere delle case editrici?

Messaggioda cts » 10 apr 2025 08:44

Come bloccare lo strapotere delle case editrici? La triste storia dell'utility che crea (legalmente) i PDF dei libri scolastici. Gli editori negano la copia privata?
Gli editori hanno fatto pressione per eliminare da Github una utility opensource che permetteva di scaricare i libri regolarmente acquistati in PDF. Eppure paghiamo la SIAE sui supporti proprio per avere una copia privata delle opere protette che si acquistano.

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Come bloccare lo strapotere di Meta che ci traccia con Android alla maniera dei criminali?

Messaggioda cts » 16 giu 2025 18:31

Sembra proprio che questo topic ce l'abbia a morte con Zuckerberg e le sue società, ma in effetti è il Mark-faccia-di-palta che fa di tutto per sodomizzare in maniera occulta i suoi utenti...

I post più recenti:
- Come bloccare lo strapotere di un Zuckerberg sempre più arrogante? (18/01/2025)
- Come bloccare lo strapotere di Meta che ci spia attraverso Apple? (21/03/2025)
- Come bloccare lo strapotere di Zuckerberg che vuole censurare un libro?(25/03/2025)

Ed eccoci ad un nuovo capitolo, da leggere tutto d'un fiato.
Come bloccare lo strapotere di Meta che ci traccia con Android alla maniera dei criminali?
Un gruppo di ricercatori ha scoperto una soluzione geniale ma illecita con cui Meta riesce a tracciare gli utenti Android anche se si usano VPN o browser in modalità anonima. Ora rischia una multa pesantissima.
--

Come al solito, le app di Facebook e Instagram aprono servizi in background, poi ci pensa un protocollo per lo streaming e le chat, protocollo lecito che viene usato per passare illecitamente in maniera nascosta i nostri dati personali: da un identificativo anonimo si risale a nome e cognome. Quindi Meta ha violato tre direttive, poiché con il “localhost tracking” la società americana è riuscita per mesi a tracciare gli utenti anche quando non stavano usando l'app (ma c’era una sessione aperta in background), stavano navigando in modalità incognito o con una VPN e avevano eliminato i cookie alla fine di ogni sessione.

Del resto, se In America hanno bandito Whatsapp dagli smartphone governativi perché la ritengono poco sicura ci sarà pure un valido motivo...

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Come bloccare lo strapotere delle AI di Meta e la sfacciataggine di Schifani?

Messaggioda cts » 22 giu 2025 16:46

Come bloccare lo strapotere delle AI e la sfacciataggine di Schifani?
Per questo post, sempre l'Intelligenza Artificiale di Mark-faccia-di-palta protagonista, ma poi c'è un risvolto clamoroso che riguarda il governatore della Sicilia...

Iniziamo: Le domande intime degli altri fatte a Meta AI si possono leggere online
Se siete fra gli utenti delle app di Meta, come Facebook, Instagram o WhatsApp, fate attenzione alle domande che rivolgete a Meta AI, l’assistente basato sull’intelligenza artificiale integrato da qualche tempo in queste app e simboleggiato dall’onnipresente cerchietto blu. Moltissimi utenti, infatti, non si rendono conto che le richieste fatte a Meta AI non sempre sono private. Anzi, può capitare che vengano addirittura pubblicate online e rese leggibili a chiunque.
Fin qui la notizia di Paolo Attivissimo pubblicata il 17/06/2025.

Ma poi, manco il tempo di pubblicarlo, ecco che poche ore dopo il Corriere della Sera ci svela:
Schifani e la gaffe con ChatGpt: «Mi crei un post contro l'emergenza idrica in Sicilia?». Ma finisce tutto su Facebook
Cara ChatGpt, potresti «suggerirmi un post su Facebook in prima persona e con enfasi, adatto a un tono istituzionale ma coinvolgente per raccontare l'inaugurazione di alcune opere contro l'emergenza idrica in Sicilia?». La richiesta è stata avanzata all'Intelligenza Artificiale dai curatori social del governatore Renato Schifani. E ChatGpt ha prontamente elaborato una proposta per raccontare l'inaugurazione di tre dissalatori. Soltanto che i comunicatori dell'ex presidente del Senato hanno pubblicato tutto il testo - fedelmente, sulla pagina Facebook - inclusa la richiesta all'AI.
Una gaffe che è subito rimbalzata sui social, mentre dalla Regione hanno subito provveduto a rimuovere il post, che nella versione fallata era rimasto pubblicato solo pochi minuti, sufficienti però a fare uno screenshot poi rimbalzato anche su X e Instagram.


A questo punto, condividiamo le considerazioni di Punto Informatico, apparse in un articolo il 18/06/2025.
L'Italia che l'AI non può migliorare è tutta nel post di Schifani
La gaffe di Renato Schifani su Facebook è soltanto la foglia di fico, il vero peccato originale è altrove e nessuno vuole guardarlo.

Ci sono storie alle quali si fatica a credere. Scrivendole vien da domandarsi se non si tratti di una fake news ben congegnata, se il rito sacro della verifica delle fonti sia stato sufficiente a evitare uno scivolone. Leggendole, invece, una parte del pensiero corre al calendario, per assicurarsi inconsciamente che non sia il primo aprile. E quando ci si rende conto che è tutto vero, è anche peggio. La vicenda che ha riportato in auge Renato Schifani, sottotraccia dai tempi dei berluscones e oggi presidente della Sicilia, racconta di un Paese che, se non ci fosse, andrebbe inventato. O generato, considerando il tema.

La politica sui social ai tempi dell’AI
Il territorio italiano è alle prese con una crisi idrica. Un’emergenza che è tale solo per la memoria corta tipicamente italiana, che si ripete periodicamente quasi fosse il mantra recitato dallo spirito di un’area tanto virtuosa quanto bistrattata. Urgono contromisure, urgenti. Si pensa ai dissalatori, pronti e consegnati in tempi record. Quasi un’anomalia, ma in positivo.

È qui che la politica inciampa, nell’elogio di se stessa. Schifani, dall’alto del suo scranno istituzionale, si rivolge agli isolani per celebrare il successo. Come e dove? Ovviamente via social. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio sfuggito all’unica persona che avrebbe dovuto notarlo.

Immagine
Ecco una proposta per il post su Facebook, in prima persona e con enfasi, adatta a un tono istituzionale ma coinvolgente.

L’immagine qui sopra è tratta da Corriere.it. La condivisione su Facebook si apre con una frase, riportata nella citazione ed evidenziata di giallo nell'immagine, palesemente restituita da un chatbot (forse ChatGPT, ma non abbiamo le prove) che fornisce dettagli anche sulla natura della richiesta sottoposta all’AI.

Il prompt possiamo immaginarlo così: "Scrivi un post per Facebook, in prima persona e con enfasi, per festeggiare un successo nella lotta alla crisi idrica in Sicilia, usa un tono istituzionale e coinvolgente". Pochi secondi e il risultato è pronto per un copia-incolla selvaggio.

I vizi di un Paese raccontati in un post
Tutto potrebbe concludersi qui, con la gaffe destinata a essere dimenticata in fretta (il post è stato eliminato) e una tirata d’orecchi al social media manager poco scrupoloso. A meno che non sia direttamente Schifani a gestire la presenza sulle piattaforme. E invece no, c’è un peccato ancor più grave, su cui nessuno sembra voler porre la lente d’ingrandimento, che a modo suo racconta i vizi e le approssimazioni di un Paese. O quantomeno di una buona parte dei suoi rappresentanti.

Il post su Facebook del presidente di regione è stato ripubblicato poco dopo, identico, eccezion fatta per quella introduzione che tradiva la sua natura artificiale. C’è anche l’emoji della gocciolina d’acqua, così da catturare l’attenzione dei follower meno attenti durante lo scrolling compulsivo.

Ciò che stupisce, o dovrebbe stupire, non è tanto la pigrizia che spinge a non scrivere un messaggio di proprio pugno, ma la sfacciataggine nel riproporre lo stesso testo. Come se l’errore da correggere non fosse stato l’aver rinunciato a comunicare con i cittadini, ma l’essersi fatti scoprire nell’utilizzo di una scorciatoia.

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Opportunità, rischi e una questione di rispetto
Poco più di due anni fa, Marco Lombardo portava ChatGPT in Parlamento, facendo generare all’AI il testo del proprio intervento e rendendolo noto solo al termine della lettura. Era l’invito a una riflessione su opportunità e rischi che l’avvento di una tecnologia così dirompente avrebbe inevitabilmente portato con sé.

Delegare ad altri la gestione social, per un politico, non è certo una novità. Dopotutto, c’è chi alimentato dalla Bestia ha costruito una carriera fino ai vertici dell’esecutivo. Potrebbe essere anche ritenuto accettabile che incaricarne l’intelligenza artificiale stia diventando il nuovo trend.

Del caso Schifani stupisce però la sfrontatezza con cui si considerano gli interlocutori, cittadini nonché elettori, al pari di un blob indistinto su cui riversare contenuti preconfezionati, con l’aggravante della mistificazione ("in prima persona / tono istituzionale"), non meritevole di un mea culpa per l’errore commesso (intanto lo dimenticherà presto) e nemmeno del tempo necessario per riscrivere il post personalmente.
Una questione di rispetto.

Inoltre, Meta vuole accedere alle foto private sul vostro smartphone(foto private del rullino per "elaborazione cloud"), analizzando volti e contenuti tramite AI con termini che permettono uso futuro dei dati.


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