Le moto elettriche di Can-Am avranno davvero un'autonomia record? Tutto ciò che sappiamo ad oggi
Le Can-Am Origin e Pulse si avvicinano a grandi passi alla produzione e in questi giorni sono stati svelati nuovi dettagli e c'è un numero che sembra volerci trarre in inganno. Una cosa è certa: arriveranno nel 2024
2 ruote ed energie alternative
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- Cilindrata: 400
- Km percorsi: 52.400
- Località: Puglia
Nuvole grigie sull'orizzonte verde di Akashi
Non siamo convinti delle prime moto elettriche della Kawasaki
Kawasaki elettriche Z e-1 e Ninja e-1, prime impressioni: nuvole grigie sull'orizzonte verde di Akashi
La prestigiosa Casa di Akashi, la più piccola delle giapponesi, batte tutti - la Honda ha presentato per prima solo uno scooter, l'EM1 e: - e presenta le prima due motociclette elettriche della sua storia. Ma se questo è il futuro "verde", noi lo vediamo grigio!
Ninja e-1
Z e-1
La prima Casa giapponese a debuttare tra le moto elettriche è dunque Kawasaki.
Ninja e-1 e Z e-1 (rispettivamente, una carenata con semimanubri alti e una naked) sono i primi due prodotti di un momento storico per un marchio che da settant'anni sforna sogni motociclistici, anche se non sono le prime moto elettriche di grande serie in assoluto (Energica e Zero le hanno precedute).
Dopo la loro apparizione allo scorso EICMA, Ninja e-1 e Z e-1 vengono ora presentate nella loro veste definitiva in attesa che la stampa specializzata le provi quanto prima su strada. Entrambi i modelli sfruttano la stessa piattaforma e si inseriscono nel segmento delle "125" grazie al motore a magneti permanenti raffreddato ad aria da 5 kW di potenza nominale e 9 kW di picco con una coppia di 40,5 Nm.
Andiamo ad analizzare ogni singola voce, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Difetti che, purtroppo, confermeranno quanto è affermato in questo lungimirante video.
Linea e ciclistica
Lo stile e la ciclistica derivano strettamente dalle Ninja 400 e Z 400 che già conosciamo e apprezziamo, tanto che hanno in comune con le cugine endotermiche l'identico passo di 137 cm.
Anche se la carrozzeria e la ciclistica sono le stesse, queste versioni elettriche sono molto più leggere delle 400 endotermiche: secondo i documenti di omologazione la Z e-1 naked pesa 135 kg (163 la Z 400) mentre la Ninja e-1 carenata arriva a 140 kg (168 la Ninja 400).
Differenti invece le misure dei cerchi e degli pneumatici, perché le modeste potenze in gioco hanno consigliato sezioni decisamente più strette per assorbire meno cavalli. Sono quelle delle corrispondenti versioni di 125 cm³: 100/80-17” anteriore e 130/70-17” posteriore.
Ninja e-1 e Z e-1 sono disponibili in due versioni di colore, Metallic Bright Silver e Metallic Matte Lime Green, in quella che sarà la livrea caratteristica dei futuri modelli Kawasaki EV.
Il telaio è un traliccio d'acciaio, specificatamente destinato a loro, poi davanti troviamo una forcella da 41 mm di diametro e dietro un monoammortizzatore a gas con regolazione del precarico molla. Le escursioni sono di 120 e 133 mm.
Gli pneumatici, come scritto sopra, sono 100/80-17" e 130/70-17".
I freni hanno dischi da 290 mm e 220 mm con pinza a doppio pistoncino, con ABS.
PREGI: da brave elettriche, le Z e-1 e Ninja e-1 sono dotate di frenata rigenerativa. La linea è comunque molto bella.
DIFETTI: amiamo la Ninja 400, ma poiché la Ninja e-1 è destinata ad un uso prevalentemente urbano (come vedremo) ci chiediamo a che cosa serva il vestito sportivo (semimanubri in primis) visto che le prestazioni sono scadenti...
Strumentazione
PREGI: la strumentazione a colori TFT interamente digitale da 4,3 pollici offre ovviamente la possibilità di connettersi alla moto in modalità wireless con il proprio smartphone. Segnala le informazioni relative alla guida, l’autonomia, la disponibilità della funzione boost e il livello di guida selezionato (Road o Eco).
Da notare che vi è anche l’acceleratore easy-to-use.
DIFETTI: non sappiamo ancora di preciso su quali parametri si possa o meno intervenire da remoto.
Batteria
PREGI: le due moto sono dotate di un doppio pacco batteria agli ioni di litio che non solo è estraibile ma che si può caricare anche on board tramite una presa sotto la sella ma anche quindi tramite un'apposita docking station per inserire le batterie staccate dal mezzo, ma è collegato in parallelo.
Le batterie agli ioni di litio presentano indicatori di carica incorporati e un design simmetrico che ne semplifica l'installazione.
DIFETTI: le due unità sono da 50,4 V e 30 Ah e quindi da circa 1,5 kWh e 11,5 kg ciascuna. Si poteva fare meglio.
La ricarica alla normale presa domestica da 0 a 100% avviene in 3,7 ore per batteria (qualcuno spieghi ai geni delle cartelle stampe a quanto corrispondono 3,7 ore...), mentre dal 20% all'85% avviene in 1,6 ore per una ricarica parziale.
L'autonomia combinata è indicativamente di 72 km [WMTC Classe 1]. Assolutamente deludente!
Trasmissione
PREGI: la trasmissione finale è a catena, ma non c'è frizione e non c'è cambio, la marcia è unica com'è normale che sia su un'elettrica, questo favorirà la diffusione tra chi non ha mai utilizzato il cambio a pedale sui motocicli.
Ci sono due riding mode: Road ed Eco.
A questi si aggiunge la funzione e-Boost: un pulsante sotto la manopola destra consente di usufruire del massimo di potenza e accelerazione per 15 secondi ad esempio per un sorpasso.
DIFETTI: il tempo di recupero dell'e-Boost non viene specificato nel comunicato Kawasaki, ma un'icona sulla strumentazione TFT avviserà della sua disponibilità.
Dimensioni
PREGI: il peso dichiarato è interessante, 140 kg (Ninja e-1) e 135 kg (Z e-1) in ordine di marcia.
L'altezza sella è di 785 mm.
DIFETTI: con le pesanti batterie al posto del motore endotermico, il sovradimensionamento è d'obbligo, ma in questo caso si rivela purtroppo inutile per le scarse prestazioni.
Accessori
PREGI: le due moto, di serie, hanno un vano portaoggetti della capacità di 5 litri posto sotto al copertura del vano batterie, utile per riporre piccoli oggetti (massimo 3 kg).
La gamma di accessori comprende selle Ergo-Fit (+30 mm di altezza) e varie soluzioni di ricarica.
DIFETTI: non sono stati comunicati i prezzi di questi accessori, come del resto i prezzi delle due moto.
Prestazioni
PREGI: vi è poi un'altra modalità, chiamata Walk, che consente di muovere la moto a passo d'uomo fino al massimo a 5 km/h e facilita così le manovre di parcheggio, specie in pendenza, spazi ristretti o per fare retromarcia.
Selezionandolo e ruotando l’acceleratore, si può fare avanzare la moto a passo d’uomo, tenendo invece la manopola chiusa, la moto arretra, sempre a velocità di 5 km/h. A semplificare la vita negli spazi angusti sono anche - come detto - il peso e l’altezza della sella.
La Ninja e-1 e la Z e-1 sono assimilate alle moto 125 e potranno essere guidate anche con la patente B, quella delle auto, oltre che da chi possiede una patente A1, anche dai 16 anni. Con una potenza nominale di 5,0 kW (6,9 CV) e una massima di 9 kW (12 CV), rientrano d’altro canto ampiamente nei limiti della categoria, ma è strano che Kawasaki non abbia voluto avvicinarsi di più al limite di legge fissato a 11 kW per chi ha la patente A1.
DIFETTI: la velocità massima in configurazione Road è di 85 km/h, in Eco è 60 km/h.
La velocità massima con l'e-Boost è 99 km/h nella Road e di 73 km/h in modalità Eco.
Velocità assolutamente ridicole, a tratti pericolose per quante siano basse in certi contesti effettivi, persino al di sotto di molti scooter con motore endotermico di piccola cilindrata!
Due moto che quindi, nonostante l’aspetto "muscoloso", hanno prestazioni comparabili a scooter L3 destinati al commuting urbano.
Kawasaki elettriche Z e-1 e Ninja e-1, prime impressioni: nuvole grigie sull'orizzonte verde di Akashi
La prestigiosa Casa di Akashi, la più piccola delle giapponesi, batte tutti - la Honda ha presentato per prima solo uno scooter, l'EM1 e: - e presenta le prima due motociclette elettriche della sua storia. Ma se questo è il futuro "verde", noi lo vediamo grigio!
Ninja e-1
Z e-1
La prima Casa giapponese a debuttare tra le moto elettriche è dunque Kawasaki.
Ninja e-1 e Z e-1 (rispettivamente, una carenata con semimanubri alti e una naked) sono i primi due prodotti di un momento storico per un marchio che da settant'anni sforna sogni motociclistici, anche se non sono le prime moto elettriche di grande serie in assoluto (Energica e Zero le hanno precedute).
Dopo la loro apparizione allo scorso EICMA, Ninja e-1 e Z e-1 vengono ora presentate nella loro veste definitiva in attesa che la stampa specializzata le provi quanto prima su strada. Entrambi i modelli sfruttano la stessa piattaforma e si inseriscono nel segmento delle "125" grazie al motore a magneti permanenti raffreddato ad aria da 5 kW di potenza nominale e 9 kW di picco con una coppia di 40,5 Nm.
Andiamo ad analizzare ogni singola voce, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Difetti che, purtroppo, confermeranno quanto è affermato in questo lungimirante video.
Linea e ciclistica
Lo stile e la ciclistica derivano strettamente dalle Ninja 400 e Z 400 che già conosciamo e apprezziamo, tanto che hanno in comune con le cugine endotermiche l'identico passo di 137 cm.
Anche se la carrozzeria e la ciclistica sono le stesse, queste versioni elettriche sono molto più leggere delle 400 endotermiche: secondo i documenti di omologazione la Z e-1 naked pesa 135 kg (163 la Z 400) mentre la Ninja e-1 carenata arriva a 140 kg (168 la Ninja 400).
Differenti invece le misure dei cerchi e degli pneumatici, perché le modeste potenze in gioco hanno consigliato sezioni decisamente più strette per assorbire meno cavalli. Sono quelle delle corrispondenti versioni di 125 cm³: 100/80-17” anteriore e 130/70-17” posteriore.
Ninja e-1 e Z e-1 sono disponibili in due versioni di colore, Metallic Bright Silver e Metallic Matte Lime Green, in quella che sarà la livrea caratteristica dei futuri modelli Kawasaki EV.
Il telaio è un traliccio d'acciaio, specificatamente destinato a loro, poi davanti troviamo una forcella da 41 mm di diametro e dietro un monoammortizzatore a gas con regolazione del precarico molla. Le escursioni sono di 120 e 133 mm.
Gli pneumatici, come scritto sopra, sono 100/80-17" e 130/70-17".
I freni hanno dischi da 290 mm e 220 mm con pinza a doppio pistoncino, con ABS.
PREGI: da brave elettriche, le Z e-1 e Ninja e-1 sono dotate di frenata rigenerativa. La linea è comunque molto bella.
DIFETTI: amiamo la Ninja 400, ma poiché la Ninja e-1 è destinata ad un uso prevalentemente urbano (come vedremo) ci chiediamo a che cosa serva il vestito sportivo (semimanubri in primis) visto che le prestazioni sono scadenti...
Strumentazione
PREGI: la strumentazione a colori TFT interamente digitale da 4,3 pollici offre ovviamente la possibilità di connettersi alla moto in modalità wireless con il proprio smartphone. Segnala le informazioni relative alla guida, l’autonomia, la disponibilità della funzione boost e il livello di guida selezionato (Road o Eco).
Da notare che vi è anche l’acceleratore easy-to-use.
DIFETTI: non sappiamo ancora di preciso su quali parametri si possa o meno intervenire da remoto.
Batteria
PREGI: le due moto sono dotate di un doppio pacco batteria agli ioni di litio che non solo è estraibile ma che si può caricare anche on board tramite una presa sotto la sella ma anche quindi tramite un'apposita docking station per inserire le batterie staccate dal mezzo, ma è collegato in parallelo.
Le batterie agli ioni di litio presentano indicatori di carica incorporati e un design simmetrico che ne semplifica l'installazione.
DIFETTI: le due unità sono da 50,4 V e 30 Ah e quindi da circa 1,5 kWh e 11,5 kg ciascuna. Si poteva fare meglio.
La ricarica alla normale presa domestica da 0 a 100% avviene in 3,7 ore per batteria (qualcuno spieghi ai geni delle cartelle stampe a quanto corrispondono 3,7 ore...), mentre dal 20% all'85% avviene in 1,6 ore per una ricarica parziale.
L'autonomia combinata è indicativamente di 72 km [WMTC Classe 1]. Assolutamente deludente!
Trasmissione
PREGI: la trasmissione finale è a catena, ma non c'è frizione e non c'è cambio, la marcia è unica com'è normale che sia su un'elettrica, questo favorirà la diffusione tra chi non ha mai utilizzato il cambio a pedale sui motocicli.
Ci sono due riding mode: Road ed Eco.
A questi si aggiunge la funzione e-Boost: un pulsante sotto la manopola destra consente di usufruire del massimo di potenza e accelerazione per 15 secondi ad esempio per un sorpasso.
DIFETTI: il tempo di recupero dell'e-Boost non viene specificato nel comunicato Kawasaki, ma un'icona sulla strumentazione TFT avviserà della sua disponibilità.
Dimensioni
PREGI: il peso dichiarato è interessante, 140 kg (Ninja e-1) e 135 kg (Z e-1) in ordine di marcia.
L'altezza sella è di 785 mm.
DIFETTI: con le pesanti batterie al posto del motore endotermico, il sovradimensionamento è d'obbligo, ma in questo caso si rivela purtroppo inutile per le scarse prestazioni.
Accessori
PREGI: le due moto, di serie, hanno un vano portaoggetti della capacità di 5 litri posto sotto al copertura del vano batterie, utile per riporre piccoli oggetti (massimo 3 kg).
La gamma di accessori comprende selle Ergo-Fit (+30 mm di altezza) e varie soluzioni di ricarica.
DIFETTI: non sono stati comunicati i prezzi di questi accessori, come del resto i prezzi delle due moto.
Prestazioni
PREGI: vi è poi un'altra modalità, chiamata Walk, che consente di muovere la moto a passo d'uomo fino al massimo a 5 km/h e facilita così le manovre di parcheggio, specie in pendenza, spazi ristretti o per fare retromarcia.
Selezionandolo e ruotando l’acceleratore, si può fare avanzare la moto a passo d’uomo, tenendo invece la manopola chiusa, la moto arretra, sempre a velocità di 5 km/h. A semplificare la vita negli spazi angusti sono anche - come detto - il peso e l’altezza della sella.
La Ninja e-1 e la Z e-1 sono assimilate alle moto 125 e potranno essere guidate anche con la patente B, quella delle auto, oltre che da chi possiede una patente A1, anche dai 16 anni. Con una potenza nominale di 5,0 kW (6,9 CV) e una massima di 9 kW (12 CV), rientrano d’altro canto ampiamente nei limiti della categoria, ma è strano che Kawasaki non abbia voluto avvicinarsi di più al limite di legge fissato a 11 kW per chi ha la patente A1.
DIFETTI: la velocità massima in configurazione Road è di 85 km/h, in Eco è 60 km/h.
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Velocità assolutamente ridicole, a tratti pericolose per quante siano basse in certi contesti effettivi, persino al di sotto di molti scooter con motore endotermico di piccola cilindrata!
Due moto che quindi, nonostante l’aspetto "muscoloso", hanno prestazioni comparabili a scooter L3 destinati al commuting urbano.
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Fumetti che leggo.
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Honda Motocompacto: svelato il nuovo scooter elettrico ultracompatto per la città
Honda Motocompacto: svelato il nuovo scooter elettrico ultracompatto per la città
Costa meno di 1000 € e può essere trasportato facilmente come se fosse una piccola valigia
Per tutti gli appassionati di mobilità elettrica, il nuovo Honda Motocompacto sta per cambiare le regole del gioco. Con un design pieghevole e ultracompatto e un’estetica elegante e semplice, questo e-scooter rivoluziona il concetto di trasporto personale a emissioni zero.
Prodotto dal marchio giapponese, sarà in vendita a partire da novembre esclusivamente su un sito Web dedicato o presso le concessionarie Honda e Acura negli Stati Uniti, con un prezzo di listino di 995 $ (935,28 €).
Ideato per offrire un’alternativa divertente e pratica all’interno di città e campus universitari, raggiunge una velocità massima di 24 km/h e offre un’autonomia di 19 km con una sola ricarica. E la carica? Semplicissima e veloce: sole 3,5 ore sono necessarie per una ricarica completa, utilizzando una comune presa da 110V (negli U.S.A. il voltaggio è quello).
Ma non si tratta solo di un altro scooter elettrico. Secondo Jane Nakagawa, vicepresidente Ricerca e Sviluppo di American Honda Motor, “L’Honda Motocompacto è una dimensione del tutto singolare della nostra strategia più ampia di elettrificazione. In combinazione con i nostri nuovi SUV elettrici, contribuisce al nostro obiettivo di neutralità carbonica fornendo una soluzione di trasporto end-to-end a emissioni zero”.
Pensato e sviluppato dai team di ingegneri Honda negli stati dell’Ohio e della California, il nuovo Motocompacto è stato insignito di ben 32 brevetti. Un dettaglio che lo distingue è la sua capacità di trasformarsi rapidamente in una valigia leggera e compatta, perfetta per essere portata a bordo dei mezzi pubblici o conservata in spazi ristretti.
A livello di funzionalità, il piccolo scooter elettrico è dotato di una serie di caratteristiche progettate per massimizzare il comfort e la convenienza del pilota: sedile imbottito, pedane con una presa sicura, spazio di archiviazione integrato, contagiri digitale e pratica maniglia per il trasporto.
E per una personalizzazione ancora maggiore, c’è un’app molto intuitiva per smartphone che permette di regolare impostazioni come l’illuminazione e le modalità di guida via Bluetooth.
Non dimentichiamo la robustezza e la sicurezza. Come sottolineato da Nick Ziraldo, capo progetto e leader dell’unità di ingegneria di design presso Honda Development and Manufacturing of America, “Il nuovo Honda Motocompacto è costruito con un telaio in alluminio trattato termicamente e ruote robuste. Inoltre, è dotato di luci a LED anteriori e posteriori, riflettori laterali e un robusto anello di bloccaggio in acciaio saldato sul cavalletto, compatibile con la maggior parte dei lucchetti per biciclette”.
Per quanto riguarda gli accessori, Honda ha anche previsto una linea di articoli a marchio Motocompacto, da caschi a zaini, abbigliamento e molto altro.
Se siete abbastanza giovani da poter usare la memoria e abbastanza vecchi da conservare ricordi degli anni Ottanta, è probabile che abbiate già visto un micro motorino che Honda produceva a quel tempo. Si chiamava Motocomp e debuttò nel 1983 e il suo scopo era essere ripiegato e riposto nel baule delle piccole citycar giapponesi, in particolare della minuscola Honda City, per poi essere utilizzato per coprire quell'ultimo miglio di traffico congestionato o di ZTL. Allora la propulsione era naturalmente a benzina e molto probabilmente anche questo fu uno dei motivi del suo scarso successo. La produzione smise dopo appena due anni. L'idea di trasportare un motorino che può perdere olio o miscela nel baule o ti può scottare quando vai a riporlo non era in cima alle ambizioni degli automobilisti di allora. Quindi ben venga l'elettrico!
l motocomp del 1983 esposto di fianco alla Honda City in fiera a Motegi
Quando è completamente ripiegato, il Motocompacto è largo appena 9,4 cm, lungo 74 cm e alto 54. Il telaio è in alluminio ed è presente un anello di sicurezza per agganciarlo ai lucchetti per bici.
Costa meno di 1000 € e può essere trasportato facilmente come se fosse una piccola valigia
Per tutti gli appassionati di mobilità elettrica, il nuovo Honda Motocompacto sta per cambiare le regole del gioco. Con un design pieghevole e ultracompatto e un’estetica elegante e semplice, questo e-scooter rivoluziona il concetto di trasporto personale a emissioni zero.
Prodotto dal marchio giapponese, sarà in vendita a partire da novembre esclusivamente su un sito Web dedicato o presso le concessionarie Honda e Acura negli Stati Uniti, con un prezzo di listino di 995 $ (935,28 €).
Ideato per offrire un’alternativa divertente e pratica all’interno di città e campus universitari, raggiunge una velocità massima di 24 km/h e offre un’autonomia di 19 km con una sola ricarica. E la carica? Semplicissima e veloce: sole 3,5 ore sono necessarie per una ricarica completa, utilizzando una comune presa da 110V (negli U.S.A. il voltaggio è quello).
Ma non si tratta solo di un altro scooter elettrico. Secondo Jane Nakagawa, vicepresidente Ricerca e Sviluppo di American Honda Motor, “L’Honda Motocompacto è una dimensione del tutto singolare della nostra strategia più ampia di elettrificazione. In combinazione con i nostri nuovi SUV elettrici, contribuisce al nostro obiettivo di neutralità carbonica fornendo una soluzione di trasporto end-to-end a emissioni zero”.
Pensato e sviluppato dai team di ingegneri Honda negli stati dell’Ohio e della California, il nuovo Motocompacto è stato insignito di ben 32 brevetti. Un dettaglio che lo distingue è la sua capacità di trasformarsi rapidamente in una valigia leggera e compatta, perfetta per essere portata a bordo dei mezzi pubblici o conservata in spazi ristretti.
A livello di funzionalità, il piccolo scooter elettrico è dotato di una serie di caratteristiche progettate per massimizzare il comfort e la convenienza del pilota: sedile imbottito, pedane con una presa sicura, spazio di archiviazione integrato, contagiri digitale e pratica maniglia per il trasporto.
E per una personalizzazione ancora maggiore, c’è un’app molto intuitiva per smartphone che permette di regolare impostazioni come l’illuminazione e le modalità di guida via Bluetooth.
Non dimentichiamo la robustezza e la sicurezza. Come sottolineato da Nick Ziraldo, capo progetto e leader dell’unità di ingegneria di design presso Honda Development and Manufacturing of America, “Il nuovo Honda Motocompacto è costruito con un telaio in alluminio trattato termicamente e ruote robuste. Inoltre, è dotato di luci a LED anteriori e posteriori, riflettori laterali e un robusto anello di bloccaggio in acciaio saldato sul cavalletto, compatibile con la maggior parte dei lucchetti per biciclette”.
Per quanto riguarda gli accessori, Honda ha anche previsto una linea di articoli a marchio Motocompacto, da caschi a zaini, abbigliamento e molto altro.
Se siete abbastanza giovani da poter usare la memoria e abbastanza vecchi da conservare ricordi degli anni Ottanta, è probabile che abbiate già visto un micro motorino che Honda produceva a quel tempo. Si chiamava Motocomp e debuttò nel 1983 e il suo scopo era essere ripiegato e riposto nel baule delle piccole citycar giapponesi, in particolare della minuscola Honda City, per poi essere utilizzato per coprire quell'ultimo miglio di traffico congestionato o di ZTL. Allora la propulsione era naturalmente a benzina e molto probabilmente anche questo fu uno dei motivi del suo scarso successo. La produzione smise dopo appena due anni. L'idea di trasportare un motorino che può perdere olio o miscela nel baule o ti può scottare quando vai a riporlo non era in cima alle ambizioni degli automobilisti di allora. Quindi ben venga l'elettrico!
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Quando è completamente ripiegato, il Motocompacto è largo appena 9,4 cm, lungo 74 cm e alto 54. Il telaio è in alluminio ed è presente un anello di sicurezza per agganciarlo ai lucchetti per bici.
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Italian Volt Lacama 2.0: svelata ufficialmente la versione finale
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Sarà possibile ammirarla dal vivo all’EICMA 2023
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Bonus wallbox: al via per privati e condomini
Bonus wallbox: al via per privati e condomini
Dopo mesi di attesa, arriva il Bonus wallbox, contributo per privati e condomini, con domande presentabili dal prossimo 19 ottobre
Installare una wallbox, non è una cosa così... economica, anzi. La domanda è: ma un bonus?
Ora c'è, e parliamo di 40 milioni di euro per il 2022 (sì, è retroattivo!) e di altrettanti per l'anno in corso. Un Decreto attesissimo che, come accennato, è retroattivo. Che cosa significa? Che se avete acquistato un dispositivo wallbox dal 4 ottobre al 31 dicembre 2022, potrete presentare la domanda dalle ore 12 del prossimo 19 ottobre (fino al 2 novembre 2023).
Per l'anno in corso, invece, si potranno presentare le domande dal mese di novembre.
Attenzione però, perché in questo caso si attende ancora un ulteriore Decreto.
Ancora nessuna data definitiva per il 2023 dunque, ma arriverà.
Naturalmente per presentare la richiesta di rimborso dovrete essere sicuri di avere la ricevuta di presentazione rilasciata dalla piattaforma del Governo, piattaforma che a breve sarà ufficializzata.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha così dichiarato: "Siamo vicini alla pubblicazione dei decreti attuativi direttoriali e alla conseguente apertura della pagina web perla presentazione delle istanze. La notizia verrà data attraverso un comunicato sul sito Mase che rimanderà alla pagina informativa completa pubblicata sul sito di Invitalia".
Che cosa sarà finanziato? "Spese per l'acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica". Si parla di una potenza massima di 22 kW e dei dispositivi esclusivamente ad uso privato e condominiale. E' dunque ora di andare a cercare tra le vecchie carte, se l'avete installata l'anno scorso!
Dopo mesi di attesa, arriva il Bonus wallbox, contributo per privati e condomini, con domande presentabili dal prossimo 19 ottobre
Installare una wallbox, non è una cosa così... economica, anzi. La domanda è: ma un bonus?
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Per l'anno in corso, invece, si potranno presentare le domande dal mese di novembre.
Attenzione però, perché in questo caso si attende ancora un ulteriore Decreto.
Ancora nessuna data definitiva per il 2023 dunque, ma arriverà.
Naturalmente per presentare la richiesta di rimborso dovrete essere sicuri di avere la ricevuta di presentazione rilasciata dalla piattaforma del Governo, piattaforma che a breve sarà ufficializzata.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha così dichiarato: "Siamo vicini alla pubblicazione dei decreti attuativi direttoriali e alla conseguente apertura della pagina web perla presentazione delle istanze. La notizia verrà data attraverso un comunicato sul sito Mase che rimanderà alla pagina informativa completa pubblicata sul sito di Invitalia".
Che cosa sarà finanziato? "Spese per l'acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica". Si parla di una potenza massima di 22 kW e dei dispositivi esclusivamente ad uso privato e condominiale. E' dunque ora di andare a cercare tra le vecchie carte, se l'avete installata l'anno scorso!
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Kawasaki Ninja 7 Hybrid, prime impressioni: la verde di Akashi stavolta è matura
I numeri della prima moto ibrida della Kawasaki sembrano convincenti... ma ne manca uno fondamentale!
Kawasaki Ninja 7 Hybrid, prime impressioni: la verde di Akashi stavolta è matura
La prestigiosa Casa di Akashi, la più piccola delle giapponesi, batte tutti ancora una volta dopo le moto elettriche e presenta la prima motociclette ibrida a benzina + motore elettrico della sua storia. Ha più senso del motore elettrico!
Dopo aver recentemente presentato a Parigi le nuove moto elettriche, guidabili con patente A1, Kawasaki compie un altro passo significativo verso la visione a lungo termine della "carbon neutrality" con l'introduzione della prima moto ibrida al mondo prodotta in serie: la Kawasaki Ninja 7 Hybrid.
Con l'obiettivo ambizioso di cambiare le regole del gioco, la nuova Ninja 7 Hybrid ha la pretesa di aprire una finestra sul futuro del motociclismo, in una chiave estremamente attuale. I primi esemplari, infatti, saranno disponibili all'inizio del 2024.
Alla base della Ninja 7 Hybrid ci sono un nuovissimo motore bicilindrico parallelo da 451 cm³ - a quattro tempi e raffreddato a liquido, con cambio clutchless manuale o automatico - e un motore elettrico alimentato a batteria: una tecnologia inedita su una due ruote, che offre nuove e coinvolgenti esperienze di guida, oltre che una potenza combinata di 43,5 kW (59 CV) che arriva fino a 51,1 kW (70 CV) grazie all'e-boost.
Ninja 7 Hybrid: viste del motore
Cilindrata di 450 cm³, consumi di una 250, potenza di una 700 e accelerazione di una 1000
La Ninja 7 Hybrid è una moto di medie dimensioni che offre prestazioni complessive assimilabili a modelli tra i 650 e 700 cm³ ma con un'accelerazione istantanea in partenza da fermo paragonabile a quella di una super sport 1.000 cm³ (grazie alla funzione e-boost di Kawasaki), un consumo di carburante pari a quello di una 250 cm³ e una guida sportiva con cambio a manubrio.
Tutto bello, tutto bravo, tutto buono... ma Kawasaki non ha dichiarato il peso complessivo di questa moto! E nessun sito specializzato ha evidenziato questa mancanza! La Kawasaki Ninja ZX-4R 2023 a quattro cilindri ha 80 CV e 188 kg di peso, per un rapporto peso/potenza di 2,36 kg/CV
Inoltre, sono disponibili tre modalità di guida (Sport-Hybrid, ECO-Hybrid ed EV2), che offrono ciascuna un diverso approccio alla guida, adattandosi a una vasta gamma di situazioni.
Ninja 7 Hybrid vista dal lato destro e sinistro
Tra le caratteristiche troviamo lo start-and-stop grazie al quale, a moto ferma, il motore a combustione si arresta per risparmiare carburante e ridurre le emissioni, e l’Automatic Launch Position Finder (ALPF) che - quando selezionato - sceglie automaticamente la prima marcia quando la moto è ferma, oltre a una modalità "walk" sia in avanti che in retromarcia per facilitare le manovre a bassa velocità e i parcheggi.
Il motore a benzina ed il motore elettrico da 9kW sono integrati insieme in un telaio a traliccio, tipico e distintivo di Kawasaki, per formare un'unità compatta, con la batteria agli ioni di litio da 48V posizionata in modo da ottimizzare la distribuzione dei pesi.
Ninja 7 Hybrid vista dall'alto e da dietro
Per quanto riguarda il design, la Ninja 7 Hybrid si distingue per un’esclusiva colorazione, con la parte bassa della carena verde lime opaco e la carrozzeria argento e nera, destinata - come le sue innovazioni tecnologiche - a far emergere questa moto.
Ninja 7 Hybrid in azione Ninja 7 Hybrid in azione
Dal punto di vista ergonomico, la posizione di guida dinamica ma confortevole, porta il pilota a protendersi verso il cupolino ed interagire facilmente con i comandi a manubrio, progettati per essere intuitivi e infondere sicurezza.
Ninja 7 Hybrid: il ponte di comando
Ninja 7 Hybrid: la presa sul manubrio
Ninja 7 Hybrid: i comandi a mano
Per quanto riguarda la strumentazione, il display TFT a colori include la connettività con lo smartphone, attraverso una versione dedicata della App RIDEOLOGY, contribuendo a migliorare l'esperienza di guida.
Ninja 7 Hybrid: il cruscotto
Ninja 7 Hybrid: il cupolino
Ninja 7 Hybrid: il nuovo marchio Kawasaki
Walk mode anche per la Ninja 7 Hybrid
Ninja 7 Hybrid: particolare della ruota anteriore
Ninja 7 Hybrid: particolare della ruota posteriore
Kawasaki Ninja 7 Hybrid, prime impressioni: la verde di Akashi stavolta è matura
La prestigiosa Casa di Akashi, la più piccola delle giapponesi, batte tutti ancora una volta dopo le moto elettriche e presenta la prima motociclette ibrida a benzina + motore elettrico della sua storia. Ha più senso del motore elettrico!
Dopo aver recentemente presentato a Parigi le nuove moto elettriche, guidabili con patente A1, Kawasaki compie un altro passo significativo verso la visione a lungo termine della "carbon neutrality" con l'introduzione della prima moto ibrida al mondo prodotta in serie: la Kawasaki Ninja 7 Hybrid.
Con l'obiettivo ambizioso di cambiare le regole del gioco, la nuova Ninja 7 Hybrid ha la pretesa di aprire una finestra sul futuro del motociclismo, in una chiave estremamente attuale. I primi esemplari, infatti, saranno disponibili all'inizio del 2024.
Alla base della Ninja 7 Hybrid ci sono un nuovissimo motore bicilindrico parallelo da 451 cm³ - a quattro tempi e raffreddato a liquido, con cambio clutchless manuale o automatico - e un motore elettrico alimentato a batteria: una tecnologia inedita su una due ruote, che offre nuove e coinvolgenti esperienze di guida, oltre che una potenza combinata di 43,5 kW (59 CV) che arriva fino a 51,1 kW (70 CV) grazie all'e-boost.
Ninja 7 Hybrid: viste del motore
Cilindrata di 450 cm³, consumi di una 250, potenza di una 700 e accelerazione di una 1000
La Ninja 7 Hybrid è una moto di medie dimensioni che offre prestazioni complessive assimilabili a modelli tra i 650 e 700 cm³ ma con un'accelerazione istantanea in partenza da fermo paragonabile a quella di una super sport 1.000 cm³ (grazie alla funzione e-boost di Kawasaki), un consumo di carburante pari a quello di una 250 cm³ e una guida sportiva con cambio a manubrio.
Tutto bello, tutto bravo, tutto buono... ma Kawasaki non ha dichiarato il peso complessivo di questa moto! E nessun sito specializzato ha evidenziato questa mancanza! La Kawasaki Ninja ZX-4R 2023 a quattro cilindri ha 80 CV e 188 kg di peso, per un rapporto peso/potenza di 2,36 kg/CV
Inoltre, sono disponibili tre modalità di guida (Sport-Hybrid, ECO-Hybrid ed EV2), che offrono ciascuna un diverso approccio alla guida, adattandosi a una vasta gamma di situazioni.
Ninja 7 Hybrid vista dal lato destro e sinistro
Tra le caratteristiche troviamo lo start-and-stop grazie al quale, a moto ferma, il motore a combustione si arresta per risparmiare carburante e ridurre le emissioni, e l’Automatic Launch Position Finder (ALPF) che - quando selezionato - sceglie automaticamente la prima marcia quando la moto è ferma, oltre a una modalità "walk" sia in avanti che in retromarcia per facilitare le manovre a bassa velocità e i parcheggi.
Il motore a benzina ed il motore elettrico da 9kW sono integrati insieme in un telaio a traliccio, tipico e distintivo di Kawasaki, per formare un'unità compatta, con la batteria agli ioni di litio da 48V posizionata in modo da ottimizzare la distribuzione dei pesi.
Ninja 7 Hybrid vista dall'alto e da dietro
Per quanto riguarda il design, la Ninja 7 Hybrid si distingue per un’esclusiva colorazione, con la parte bassa della carena verde lime opaco e la carrozzeria argento e nera, destinata - come le sue innovazioni tecnologiche - a far emergere questa moto.
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Per quanto riguarda la strumentazione, il display TFT a colori include la connettività con lo smartphone, attraverso una versione dedicata della App RIDEOLOGY, contribuendo a migliorare l'esperienza di guida.
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Ninja 7 Hybrid: il cupolino
Ninja 7 Hybrid: il nuovo marchio Kawasaki
Walk mode anche per la Ninja 7 Hybrid
Ninja 7 Hybrid: particolare della ruota anteriore
Ninja 7 Hybrid: particolare della ruota posteriore
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Test Kawasaki Ninja 7 Hybrid e Kawasaki Z e-1
Ecco il test della Kawasaki Ninja 7 Hybrid: il TEST della prima moto ibrida al mondo.
https://www.moto.it/prove/kawasaki-ninja-7-hybrid-il-test-della-prima-moto-ibrida-al-mondo-gallery.html
Ed ecco anche il test della Kawasaki Z e-1, la prima elettrica giapponese.
https://www.moto.it/prove/kawasaki-z-e-1-la-prima-elettrica-giapponese-ecco-il-nostro-test-video-e-gallery.html
Nel frattempo, al prossimo Japan Mobility Show 2023 (che una volta si chiamava Tokio Motor Show) avremo un'altra casa giapponese che proporrà un mezzo elettrico e uno ad idrogeno, la Suzuki con l'e-Burgman (prima immagine sotto) e con l'Hydrogen Engine Burgman (seconda immagine sotto) .
https://www.moto.it/prove/kawasaki-ninja-7-hybrid-il-test-della-prima-moto-ibrida-al-mondo-gallery.html
Ed ecco anche il test della Kawasaki Z e-1, la prima elettrica giapponese.
https://www.moto.it/prove/kawasaki-z-e-1-la-prima-elettrica-giapponese-ecco-il-nostro-test-video-e-gallery.html
Nel frattempo, al prossimo Japan Mobility Show 2023 (che una volta si chiamava Tokio Motor Show) avremo un'altra casa giapponese che proporrà un mezzo elettrico e uno ad idrogeno, la Suzuki con l'e-Burgman (prima immagine sotto) e con l'Hydrogen Engine Burgman (seconda immagine sotto) .
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Orxa Mantis: debutta la nuova moto elettrica indiana
Orxa Mantis: debutta la nuova moto elettrica indiana
[url]Promette un’autonomia massima di 221 km[/url]
La nuova moto elettrica Orxa Mantis si fa strada nel mercato indiano, riscrivendo le regole della mobilità elettrica. Lanciata dalla start-up EV di Bengaluru Orxa Energies, questa motocicletta elettrica si posiziona nel segmento dei veicoli elettrici, offrendo prestazioni di alto livello e tecnologia all’avanguardia.
La nuova Mantis fa il suo debutto con un prezzo di 3.60 lakh (3.957,70 €), accompagnata da una garanzia di 30.000 km o tre anni su moto, batteria e motore. Parlando di specifiche tecniche, vanta un motore raffreddato a liquido, alimentato da una batteria da 8,9 kWh.
Dispone di un motore elettrico da 28 CV (20,5 kW) e una coppia massima di 93 Nm, la moto accelera da 0 a 100 km/h in soli 8,9 secondi, raggiungendo una velocità massima di 135 km/h. Inoltre, offre un’autonomia massima di 221 km nel ciclo IDC indiano con una singola carica.
Per quanto riguarda la ricarica, la batteria da 8,9 kWh si può caricare dallo 0% all’80% in 5 ore usando un caricatore standard da 2 CV (1,3 kW). È disponibile anche un caricatore rapido, chiamato Blitz, che permette una ricarica completa in 2 ore e 30 minuti.
La nuova Orxa Mantis si distingue anche per la sua struttura innovativa: un telaio e un sottotelaio interamente in lega di alluminio di grado aerospaziale. Per quanto riguarda le sospensioni, l’EV è equipaggiato con una forcella telescopica da 41 mm all’anteriore e un monoammortizzatore regolabile al posteriore.
L’impianto frenante prevede un disco anteriore da 320 mm e uno posteriore da 230 mm, con ABS monochannel di serie. A questo prezzo, la casa indiana potrebbe considerare di includere forcelle USD e ABS a doppio canale. La moto pesa 182 kg e offre un’altezza della sella di 815 mm e un’altezza da terra di 180 mm. Monta cerchi in lega da 17” con pneumatici radiali tubeless Ceat Zoom, che offrono un migliore controllo in curva grazie alle pareti laterali più flessibili.
Tra le caratteristiche chiave della nuova Mantis spiccano display TFT da 5 pollici, connettività smartphone, sistema di navigazione e analisi della guida, sistema di illuminazione a LED, doppio faro a LED, sistema di frenata rigenerativa, controllo dell’acceleratore ride-by-wire e sensore per il cavalletto laterale.
Disponibile in due colorazioni – Urban Black e Jungle Grey, Orxa Energies inizierà le consegne del primo lotto della sua nuova Orxa Mantis ad aprile 2024 a Bengaluru, seguite da ulteriori lotti a luglio e ottobre 2024.
[url]Promette un’autonomia massima di 221 km[/url]
La nuova moto elettrica Orxa Mantis si fa strada nel mercato indiano, riscrivendo le regole della mobilità elettrica. Lanciata dalla start-up EV di Bengaluru Orxa Energies, questa motocicletta elettrica si posiziona nel segmento dei veicoli elettrici, offrendo prestazioni di alto livello e tecnologia all’avanguardia.
La nuova Mantis fa il suo debutto con un prezzo di 3.60 lakh (3.957,70 €), accompagnata da una garanzia di 30.000 km o tre anni su moto, batteria e motore. Parlando di specifiche tecniche, vanta un motore raffreddato a liquido, alimentato da una batteria da 8,9 kWh.
Dispone di un motore elettrico da 28 CV (20,5 kW) e una coppia massima di 93 Nm, la moto accelera da 0 a 100 km/h in soli 8,9 secondi, raggiungendo una velocità massima di 135 km/h. Inoltre, offre un’autonomia massima di 221 km nel ciclo IDC indiano con una singola carica.
Per quanto riguarda la ricarica, la batteria da 8,9 kWh si può caricare dallo 0% all’80% in 5 ore usando un caricatore standard da 2 CV (1,3 kW). È disponibile anche un caricatore rapido, chiamato Blitz, che permette una ricarica completa in 2 ore e 30 minuti.
La nuova Orxa Mantis si distingue anche per la sua struttura innovativa: un telaio e un sottotelaio interamente in lega di alluminio di grado aerospaziale. Per quanto riguarda le sospensioni, l’EV è equipaggiato con una forcella telescopica da 41 mm all’anteriore e un monoammortizzatore regolabile al posteriore.
L’impianto frenante prevede un disco anteriore da 320 mm e uno posteriore da 230 mm, con ABS monochannel di serie. A questo prezzo, la casa indiana potrebbe considerare di includere forcelle USD e ABS a doppio canale. La moto pesa 182 kg e offre un’altezza della sella di 815 mm e un’altezza da terra di 180 mm. Monta cerchi in lega da 17” con pneumatici radiali tubeless Ceat Zoom, che offrono un migliore controllo in curva grazie alle pareti laterali più flessibili.
Tra le caratteristiche chiave della nuova Mantis spiccano display TFT da 5 pollici, connettività smartphone, sistema di navigazione e analisi della guida, sistema di illuminazione a LED, doppio faro a LED, sistema di frenata rigenerativa, controllo dell’acceleratore ride-by-wire e sensore per il cavalletto laterale.
Disponibile in due colorazioni – Urban Black e Jungle Grey, Orxa Energies inizierà le consegne del primo lotto della sua nuova Orxa Mantis ad aprile 2024 a Bengaluru, seguite da ulteriori lotti a luglio e ottobre 2024.
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Bajaj Chetak Urbane 2024: svelato il nuovo scooter 100% elettrico
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Promette fino a 113 km di autonomia con una sola ricarica grazie a una nuova batteria da 2,9 kWh
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Gogoro CrossOver: il nuovo e-scooter è pronto a debuttare in un importante mercato
Gogoro CrossOver: il nuovo e-scooter è pronto a debuttare in un importante mercato
Dispone di un motore elettrico da 10 CV. Promette circa 100 km di autonomia con una sola ricarica
Gogoro ha recentemente annunciato l’introduzione di un nuovo e-scooter nel mercato indiano, prevista per il 12 dicembre. Si prevede che lo scooter elettrico destinato al mercato indiano sia il Gogoro CrossOver, lanciato a livello globale ad ottobre di quest’anno.
Definito come “ultimate two-wheeler SUV” dal produttore di veicoli elettrici, il nuovo CrossOver si distingue per il suo aspetto robusto, caratterizzato da ampie carenature, un sedile diviso di grandi dimensioni e un ampio piano calpestio per il trasporto di bagagli. Il sedile del passeggero può essere ripiegato per fungere da schienale per il guidatore, creando ulteriore spazio per i bagagli.
Promette circa 100 km di autonomia con una sola ricarica
Equipaggiato con due batterie da 1,6 kWh ciascuna, il nuovo Gogoro CrossOver è dotato di un motore elettrico da 10 CV (7 kW) e promette un’autonomia di circa 100 km con una singola carica. È prevista la disponibilità di diverse varianti dell’e-scooter, con una versione base che potrebbe interessare in particolare il segmento B2B.
Sviluppato su un nuovo telaio adatto a vari terreni, il CrossOver vanta un’altezza da terra di 142 mm. Lo scooter è inoltre equipaggiato con una forcella telescopica all’avantreno e un doppio ammortizzatore posteriore. Monta cerchi da 12” con pneumatici Maxxis MA-EV ad alta aderenza. Il veicolo include anche un faro full-time ultra-luminoso a LED e il nuovo sistema iQ 6.8, che supporta numerose funzioni intelligenti tramite l’app Gogoro per smartphone.
Oltre ai controlli Bluetooth già esistenti, l’EV a due ruote offre anche servizi di Smart LTE, che permettono ai conducenti di connettere il loro scooter con notifiche attive h24, comandi a distanza e altre funzionalità. Lo scooter elettrico include un nuovo sistema di controllo della trazione e il cruise control opzionale.
Dispone di un motore elettrico da 10 CV. Promette circa 100 km di autonomia con una sola ricarica
Gogoro ha recentemente annunciato l’introduzione di un nuovo e-scooter nel mercato indiano, prevista per il 12 dicembre. Si prevede che lo scooter elettrico destinato al mercato indiano sia il Gogoro CrossOver, lanciato a livello globale ad ottobre di quest’anno.
Definito come “ultimate two-wheeler SUV” dal produttore di veicoli elettrici, il nuovo CrossOver si distingue per il suo aspetto robusto, caratterizzato da ampie carenature, un sedile diviso di grandi dimensioni e un ampio piano calpestio per il trasporto di bagagli. Il sedile del passeggero può essere ripiegato per fungere da schienale per il guidatore, creando ulteriore spazio per i bagagli.
Promette circa 100 km di autonomia con una sola ricarica
Equipaggiato con due batterie da 1,6 kWh ciascuna, il nuovo Gogoro CrossOver è dotato di un motore elettrico da 10 CV (7 kW) e promette un’autonomia di circa 100 km con una singola carica. È prevista la disponibilità di diverse varianti dell’e-scooter, con una versione base che potrebbe interessare in particolare il segmento B2B.
Sviluppato su un nuovo telaio adatto a vari terreni, il CrossOver vanta un’altezza da terra di 142 mm. Lo scooter è inoltre equipaggiato con una forcella telescopica all’avantreno e un doppio ammortizzatore posteriore. Monta cerchi da 12” con pneumatici Maxxis MA-EV ad alta aderenza. Il veicolo include anche un faro full-time ultra-luminoso a LED e il nuovo sistema iQ 6.8, che supporta numerose funzioni intelligenti tramite l’app Gogoro per smartphone.
Oltre ai controlli Bluetooth già esistenti, l’EV a due ruote offre anche servizi di Smart LTE, che permettono ai conducenti di connettere il loro scooter con notifiche attive h24, comandi a distanza e altre funzionalità. Lo scooter elettrico include un nuovo sistema di controllo della trazione e il cruise control opzionale.
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