Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

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MarioG75

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda MarioG75 » 07 ott 2013 10:03

Da piccola azienda posso aggiungere, anche se OT, che passo la metà del tempo per burocrazia e gestione balzelli vari invece di pensare al 100% alla mia attività.
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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda Chris » 07 ott 2013 23:16

Intanto, nell'attesa che i politici si sveglino dal torpore, noi affoghiamo. La cosa che mi fa più ridere è che anche oggi hanno provato a dare la compagnia aerea a quella dei treni, cioè un'azienda che non gliela fa di default che si unisce ad un'altra che la sfanga solo grazie al Ministero del Tesoro... cioè roba da "Twin Peaks"! Il problema è la burocrazia, che nessun politico ha mai voluto scalfire.

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda cts » 13 ott 2013 12:42

E intanto non solo sprechiamo soldi pagando profumatamente (ma immeritatamente) chi ci malgoverna...
Sprechiamo i soldi pure in maniera inspiegabile.
Ad esempio, nonostante la spending review (tanto di moda) e i tagli alla spesa pubblica (a quando l'abolizione delle province?) la nostra Sanità pubblica dispensa un farmaco per la maculopatia, il Lucentis, che costa 800 euro a dose.
Esiste tuttavia un'alternativa sostanzialmente equivalente, utilizzato da molto tempo in molti paesi dell'Unione Europea, che si chiama Avastin e che costa 20 euro a dose.
E sapete perché si asserisce che non si può adottare l'Avastin?
Perché questa non ha mai richiesto, nella procedura di registrazione del farmaco, l'indicazione per la maculopatia...
E - oltre al danno burocratico - ora le beffe: Avastin non lo ha mai richiesto per un accordo sottobanco con Lucentis... :roll:

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda MarioG75 » 14 ott 2013 11:36

Mi piacerebbe sapere quanto spende Lucentis per "promozione e marketing"...
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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda Chris » 17 ott 2013 19:57

La questione farmaci è da anni sotto la lente d'ingrandimento dell'opinione pubblica ma nulla viene fatto e chissà come mai mi domando.....
Buttiamo via milioni di euro per delle cavolate, quando un banale impiegato acquisti con l'aiuto di un farmacista e chimico, potrebbe tranquillamente risolvere la questione. Tagliamo la scuola e i posti letto negli ospedali e non rassettiamo le strade ma i soldi per i farmaci li gettiamo dalla finestra! Vogliamo poi parlare dei prezzi da boutique che esistono in farmacia? Volete scommettere che se le grandi catene di supermarket iniziano ad aprire farmacie complete di tutto, avremo in 2-3 mesi un risparmio medio sui farmaci del 20-30%? Ma come mai Coop non riesce ad aprire le sue farmacie?

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda pressa » 18 ott 2013 15:24

Sempre sui farmaci, era stata fatta una legge che doveva sulla carta favorire l'utilizzo dei farmaci generici rispetto a quelli con il nome commerciale; a grandi linee i medici di famiglia "dovevano" prescrivere quando possibile i farmaci generici indicando sulla ricetta il principio attivo e non il nome di marca. I farmacisti erano autorizzati a sostituire il farmaco di marca con il generico quando presente anche nel caso in cui nella ricetta fosse indicato il farmaco di marca.
Risultato per la mia piccola esperienza di dottori (fortunatamente solo un antistaminico per l'allergia)...
ho un medico di famiglia che si ostina a segnarmi il farmaco commerciale ed in farmacia spesso mi devo imporre sul farmacista che non vorrebbe darmi il farmaco generico (a volte arrivando a dire che se non mi da il generico vado in un'altra farmacia)...
questa è l'Italia, signori
se sei incerto...tieni aperto!!!
sull'asciutto e sul bagnato tieni sempre spalancato!!!

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda cts » 20 ott 2013 10:31

Rassegnamoci a vedere chiudere (o cambiare nazionalità) le nostre italiche aziende che sono state dei colossi nel loro settore: Richard Ginori, Malaguti, FIAT, Ducati, Aprilia (in forte crisi), MIVAR, ILVA, Ansaldo Breda, Alcoa ed Eurallumina, Natuzzi, Videocon, Miroglio, Golden Lady/Omsa, eccetera.

Purtroppo la politica, dannata, c'entra sempre. I mali si conoscono, li elenco nei prossimi punti... ma chissà perché NESSUN governo interviene seriamente per porre rimedio, solo palliativi controproducenti ("non ti aumento le tasse sulla casa, però per fare cassa ti aumento le accise sulla benzina").

Anche un idiota capirebbe che qualunque bene ha bisogno di essere trasportato dal luogo di produzione al luogo di vendita, quindi aumentare il prezzo dei carburanti significa innescare la crisi, non certo favorire i consumi!

Perché un'azienda estera, una multinazionale, dovrebbe aprire uno stabilimento in Italia se:

1) la politica ha alzato in maniera impressionante il costo del lavoro, facendo pagare all'azienda per ogni 1.000 euro di stipendio netto quasi 2.200 euro lordi di contributi e varie...
Se i costi fossero molto, molto più bassi e i controlli fossero molto, molto più frequenti, probabilmente non si avrebbe tutto quel lavoro nero che all'economia in generale bene non fa, ma che permette la sopravvivenza (lavoratore) o l'arricchimento (datore di lavoro) del singolo.

2) La politica non è stata in grado di tenere basso il costo dell'energia come negli altri paesi europei (e non parliamo del resto del mondo). Buffoni!
Sono stati battuti con un referendum sul nucleare e non hanno saputo proporre in alternativa un cavolo di nulla, mentre invece siamo una nazione all'avanguardia come energia geotermica, abbiamo il sole e abbiamo i venti... Buffoni! Basta con incentivi fatui per i veicoli ad energia alternativa e idee poco chiare.
All'estero i nostri politici dovrebbero andare per imparare ad amministrare la cosa pubblica, non per improbabili corsi di lingue o vacanze pagate con aereo e alberghi annessi. Buffoni!

3) La politica non è stata in grado di eliminare burocrazia inutile che porta ulteriori costi.
Licenze, ritardi nei pagamenti pubblici, permessi, leggi poco chiare che causano intoppi giudiziari, cause civili lunghissime e chi più ne ha più ne metta.

4) La politica non è stata in grado di eliminare gli sprechi come quegli inutili corsi, fatti solo per finanziare questo o quell'ente, che ha relativi alti interessi in gioco.

5) La politica non è stata in grado di ridurre le tasse e le imposte che sono arrivate alle stelle.
Ricordo che quando qualcuno prese il potere governativo più di venti anni fa si lamentava perché fino al 30 giugno le sue aziende lavoravano per pagare le tasse allo Stato, ma oggi che quel governo continua (sia pure in comune con altre forze politiche nelle due ultime forme di governo) mi pare che siamo arrivati al 30 settembre o giù di lì...

6) La politica non è stata in grado di facilitare l'accesso al credito sempre più difficile da ottenere.

7) La politica non è stata in grado di favorire i finanziamenti alla ricerca , che oggi è qualcosa di sconosciuto.
Lasciamo pure che gli altri inventino lo stile nei telefonini (Apple) noi che eravamo la patria della moda, lasciamo pure che gli altri si arricchiscano con idee semplici (Zuckenberg) noi che eravamo un popolo di inventori...

8) La politica non è stata in grado di eliminare - vedi punto 5 - gli assurdi anticipi su anticipi di tasse già altissime.
Si pagano imposte per presunti redditi di beni che non ne producono oppure che servono direttamente ai loro proprietari e basta...

9) La politica non è stata in grado di abbassare il costo del carburante troppo alto dovuto sempre alla tassazione (vedi punto 5)... e mi fermo qui con appena 9 punti.

Chi è ancora convinto che la politica non c'entri nulla nella crisi di qualsiasi nostra azienda italiana?

Purtroppo, ormai l'Italia deve puntare su altro, inutile cercare di inseguire modelli industriali che non possono essere i nostri.
Se avessimo una guida illuminata al governo il paese potrebbe vivere di rendita solamente con turismo, con l' enogastronomia con e le energie alternative.

Turismo? Sì, basterebbe valorizzare la cultura e le opere d'arte che abbiamo!
Praticamente c'è un'opera d'arte in ogni angolo del Belpaese e invece no!
Lasciamo andare tutto in malora... cartelli turistici inesistenti, guide abusive, lingue straniere sconosciute, scioperi dei mezzi di trasporto pubblici, musei con orari rigidissimi, artigianato disincentivato, ...
Ed ecco le flessioni del settore turistico, con le nostre quote rubate da paesi che hanno un millesimo da offrire rispetto a quello che abbiamo noi!

Vogliamo battere alla grande i cinesi, i sud coreani, gli indiani, i brasiliani, i rumeni, i polacchi e tutti gli altri?
Loro che cos'hanno da offrire di turistico in casa loro? E come si mangia e si beve in casa loro?

Ho detto tutto.

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda Mix » 20 ott 2013 20:58

Non intervengo in questo interessantissimo topic per mancanza di tempo. Ma siccome ho da anni televisori...

Cts ha scritto:...MIVAR...
...mi stavo appunto chiedendo che fine avesse fatto l'azienda sindacati-esente del novantenne Carlo Vichi.
Ed ho trovato la risposta:

http://www.zeusnews.it/n.php?c=19940

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda cts » 20 ott 2013 23:33

Diciamo che per MIVAR non ci sono state solo le cause da me sopra indicate, ma anche una certa testardaggine a non volere innovarsi e una totale riluttanza a non volere investire in pubblicità, oggi che la pubblicità è ormai vitale.
Certo, onore a Carlo Vichi ha creato un'azienda, ha fatto costruire un nuovo stabilimento nel 2001 e ci ha rimesso del suo senza addebitare i suoi costi alla collettività, ma egli si è anche dimostrato poco lungimirante... e poi non capisco perché puntare sui mobili, anche quel settore è in fortissima crisi.

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Re: Il "Belpaese", le sue aziende e la finanza

Messaggioda Mix » 21 ott 2013 00:57

cts ha scritto:...non capisco perché puntare sui mobili, anche quel settore è in fortissima crisi.
Infatti.

Oltre alla crisi del settore dei mobili, escluso per chi ristruttura e intende rinnovare la propria cucina, per i quali ci sono gli incentivi sino a fine anno, mi chiedo come si possa concretamente riconvertire dei tecnici elettronici in mobilieri...


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