Racconti su due ruote....

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cts

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Messaggioda cts » 15 gen 2010 11:41

emanuele ha scritto:@CTS: LOOL! Pubblicato d'ufficio su SportcityClub.

Ehm... e il relativo link dov'è? ;)

emanuele

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Messaggioda emanuele » 15 gen 2010 11:43

Se sei incerto, frena, cogl*one!
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Mix

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Messaggioda Mix » 15 gen 2010 12:02

emanuele ha scritto:LOOL!

Sapevo che ti sarebbe piaciuto, e' veramente un testo da esportare.
Ogni volta lo rileggo e stramazzo a terra...

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Messaggioda cts » 15 gen 2010 16:12

Italici vizi e italiche virtù in questo articolo umoristico vecchissimo (anno 2001-2!) che ho trovato su extenzilla.org.

L'ho ricopiato integralmente perché a me ha fatto divertire tanto: e a voi? :lol:
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RIUSCIRÀ MAI LO SCOOTER A SOPPIANTARE L'UTILITARIA IN CITTÀ?
In questo periodo, nonostante le crisi di vendite del settore automobilistico, in Italia il mercato delle moto (e degli scooter) non conosce un boom. Ecco perché...

All'inizio dell'estate, il nostro signor Rossi (no, non il campione Valentino, ma un nostro qualsiasi connazionale), decide - finalmente - di lasciare nel box la sua decennale utilitaria e di acquistare una moto nuova.

Non ne può più di code chilometriche, traffico da incubo, ingorghi da paura, parcheggi inesistenti, tangenti a posteggiatori abusivi, abitacolo rovente (non ha l'aria condizionata, però ha un mega stereo da 1.000 W e 1.000 euro) e soprattutto di rischiare l'infarto ogni volta che controlla il livello della benzina rimastagli...

Dopo avere imparato a memoria i giudizi di una (autorevole) rivista specializzata, dopo avere rotto le scatole a tremila centauri incontrati per strada, chiedendo loro "La tua moto come va? Mi consigli di acquistarla?" e dopo avere fatto il giro dei circa 600 concessionari di moto della sua provincia, collezionando mezzo quintale di depliants e di preventivi, decide che la moto che fa per lui è lo scooter.

Lo scooter è un mezzo veloce, protettivo, facile da guidare, con buone possibilità di caricare i bagagli, facile da montare in sella ed anche alla moda, di questi tempi...

Dopo la solita, italianissima "raccomandazione" presso un concessionario di moto per un prezzo "speciale, che hanno fatto solo a me perchè sono un dritto", il signor Rossi ritira il suo scooter targato (cavolo: mica poteva comperare un cinquantino, che non può manco andare in autostrada!).

Cominciamo subito male: Rossi perde mezz'ora con la chiave dello scooter in mano, dove cavolo è il pulsante dell'antifurto?

Un'anima pia di passaggio, gli spiega gentilmente che pochissimi scooter (Piaggio in primis) hanno l'immobilizer e che quindi non è il caso che egli attenda la sera, per trovare un antifurto che molti produttori di moto si ostinano a non montare di serie.

E se dovessero rubarmi lo scooter?
Pensa perplesso l'ex-automobilista Rossi, poco disposto ad armeggiare con catene, pali e lucchetti (è un suo diritto, del resto, no?).

Meglio non pensarci: si infila il casco, non lo allaccia, sale sulla pedana e... e... sale sulla pedana?

Il nostro sedentario Rossi, infatti (abituato a prendere l'ascensore anche se abita a piano terra) mal digerisce le scalate per sormontare sulla pedana del suo scooter.

Alcuni progettisti, infatti, disegnano delle vere barriere architettoniche con la forma di pedana e progettano delle selle tanto alte da terra da far venire le vertigini...

Con uno sforzo sovrumano, il nostro Rossi riesce a mettersi a cavallo del suo metallizzato (e motorizzato) destriero, ma ecco che gli balena un pentimento fulmineo sulla sua scelta: perché quei maledetti progettisti non inventano un cavalletto elettrico?

Come faccio a tirare giù 'sto dannato arpione? (Caro Rossi, da tempo ormai la Piaggio propone uno scooter con cavalletto elettrico, ma in Italia sembra che tale accessorio sia superfluo come le cinture di sicurezza sulle auto...).

Il nostro cellulotico Rossi, dopo vario armeggiare e varie ammaccature alle sue cellulotiche gambe, comunque riesce a togliere il cavalletto e a girare la manopola del gas: via!
Che bello!
Com'è veloce guidare lo scooter!
Com'è facile guidare lo scooter!
Altro che l'automobile: era dai tempi del suo Ciao monomarcia che il tabagista Rossi non guidava un mezzo a due ruote!

Alla prima curva, però, arriva il primo problema dinamico: l'inesperto Rossi frena troppo forte e quasi si solleva in piedi sulle pedane!
Digrignando i denti e sudando abbondantemente causa adrenalina, il nostro imbarazzato Rossi si chiede perchè costruiscono gli scooter senza l'ABS... (in realtà Peugeot già propone uno scooter con l'ABS, ma probabilmente ci vorranno un paio di anni luce prima che lo facciano anche gli altri costruttori di scooter).

Alla seconda curva tutto va meglio, al primo semaforo tutto OK, la frenata era malvagia ma Rossi può ancora imparare, se non fosse che gli si stancano le braccia a tenere frenato lo scooter in salita al semaforo...

Perché 'sti scooter non hanno il freno a mano, pensa Rossi dolorante?

Caro Rossi, Suzuki e Honda già propongono scooter con questo utile accessorio, ma evidentemente la marca del tuo mezzo fa parte della congrega degli amanti del culturismo, ad evidente spregio della clientela femminile...

Il nostro dubbioso Rossi riparte, poi si arresta al primo distributore per fare il primo pieno del suo primo (e forse sarà anche l'ultimo) mezzo a due ruote.

Che bello, lui ha comprato uno scooter che una rivista elogiava "...con il bocchettone sulla pedana, in modo che non occorre alzarsi dalla sella per fare rifornimento".

Sì, ma egli ha scelto un self-service per risparmiare, ed ecco che i vantaggi pubblicizzati non gli servono a niente: deve comunque alzare le sue grasse chiappe e fare rifornimento così come si scomodava con la sua scomoda utilitaria...

Dopo il pieno ed il pagamento, Rossi esce dalla stazione di servizio e si accorge che comunque lo scooter è praticissimo: i freni frenano, gli ammortizzatori ammortizzano e le luci luccicano...

Tutto contento, prende la via di casa, orgoglioso al pensiero di mostrarsi prode centauro alla sua dolce Maria (tutte le signore italiane si chiamano Maria, non lo sapevate?).

La sua contentezza, però, lascia posto ad ulteriori perplessità man mano che comincia a diventare più esigente con il suo neoacquisto: dov'è il portacenere?

Non c'è il portacellulare?

Dove metterò spiccioletti-euro-maledetti e biglietti quando prenderò l'autostrada?

Sotto il sellone ci sarà posto per il mio casco, quello di mia moglie e quello di mio figlio, quando parcheggeremo per andare tutti insieme al supermercato?

Sulla mia macchina ho lo stereo, qua si può mettere o no?

Beh, decisamente il posto del pentimento, nel suo cervelletto, inizia ad allargarsi notevolmente...

Il signor Rossi non vuole rendersi conto di avere acquistato una moto con una carrozzeria e non una Smart con due ruote di meno...

Mentre guida, iniziano le prime gocce di pioggia...

Allora Rossi pensa: ma perché il parabrezza di questo scooter non si solleva elettricamente un altro poco, in modo da proteggere la mia bella faccia?

(Inutile ripeterci: c'è già la BMW che propone un cupolino del genere, ma tutti gli altri costruttori di moto amano vedere i propri clienti con il naso zeppo di moscerini e sinusite...).

Rossi si è inzuppato molto bene (ovviamente, il tapino, non sa che esistono scooter come Benelli e BMW, che hanno un tetto retrattile...) e comincia ad essere molto pessimista sul suo acquisto: e se foro sotto la pioggia?

(Egli, ovviamente, ignora che nel XXI secolo l'unico scooter che ha la ruota di scorta è l'anzianissima Vespa...).

Gli capita di peggio, però: accelera spavaldo su una pozzanghera e il suo destriero si imbizzarisce a 20 Km/h.

Sbandata, caduta ed amen.

Il nostro poco accorto Rossi non si è fatto niente, ma il suo destriero presenta un bel po' di ferite: specchietto storto, freccia scalfita, manopola contusa, fiancata ammaccata e carterino gibollato...

Singhiozzando, il signor Rossi (che, da buon italiano, avrebbe preferito riportare egli stesso un bel coma cerebrale e delle fratture multiple, ma non un graffio sulla fiancata del suo scooter) si domanda perché tutti i costruttori di moto non prevedono degli inserti di protezione dalle cadute (egli ha ragione da vendere: purtroppo tali inserti-paraurti si sono visti su due cinquantini della MBK-Yamaha e poi più nulla...).

Ma è possibile, si chiede sconsolato Rossi, che questi dannati costruttori non abbiano mai preso in considerazione un cliente poco atletico, molto inesperto, capace di cadere, incapace di dissanguarsi con i carrozzieri, con tante esigenze di trasporto bagagli, con poche esigenze di ricomprarsi lo scooter causa furto?

Possibile che deve sempre essere lui a pensare a tutto, a come le cose andrebbero migliorate?

Possibile che non esista uno scooter che abbia tutte gli accessori che egli esige, ma che costi poco più di tremilaseicento euro?

Possibile che a ben pochi progettisti sia venuto in mente di illuminare il vano sottosella, di predisporre l'avviamento a pedale nel caso quello elettrico dia forfait, di prevedere la stampella laterale e non solo il cavalletto centrale?

Il nostro signor Rossi, funereo, si avvia ammaccato (nel morale e nello scooter) verso casa sua, prevedendo che - probabilmente - egli non comprerà più un'alta moto in vita sua...

Il misero non sa, ancora, che i progettisti non hanno previsto il più grande pericolo mortale che un motociclista possa trovare in Italia: la temutissima polizza di assicurazione!!!

emanuele

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Messaggioda emanuele » 16 gen 2010 13:12

Ciao a tutti,

ieri mi sono imbattuto in questa storiella. Purtroppo non sono in grado di risalire all'autore originale per cui sono costretto a pubblicarla senza riferimenti. Sembra risalire al 2003 ma i comportamenti ivi elencati sono sempre attuali... purtroppo!
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Il motociclista da giornaletto


Questo individuo, non appena passata la sbronza di Capodanno, corre in
edicola ad acquistare i vari giornali di moto per vedere come saranno le
nuove moto, ed incomincia a costruire castelli in aria e sognare di
vincere il Gran Premio della Flaminia che si correrà la prima domenica di
maggio. Attende con ansia il numero di Motociclismo dove viene fatta la
prova comparativa delle 600 sportive, lo legge avidamente, e scarta in
successione:
- la Ducati 749, perché è bicilindrica e poi le moto italiane gli stanno sul
*****;
- la Kawasaki 600 perché, oltre ad essere orribilmente verde, sulla
pista di Calafat (che lui non sa neanche dove sia), è più lenta sul giro
di ben 2 decimi di secondo rispetto la Honda;
- la Yamaha 600, perché i
freni nell'uso gravoso in pista allungano di 40 cm lo spazio di frenata
rispetto la Honda;
- la Suzuki 600, perché a causa del peso superiore di ben
700 grammi, è più lenta di 15 millisecondi in accelerazione sui 400 metri
rispetto la Honda.

Dopo questa approfondita analisi, corre dal concessionario per permutare
la sua Suzuki GSXR 600 vecchia di 7 mesi, ormai sorpassata dalle nuove
tecnologie Honda, con la nuova CBR 600R; il concessionario gli mostra una
lista d'attesa lunga come la via Appia, ma lui lo corrompe offrendogli la
Suzuki in permuta 3000 euro, un prezzo pari alla metà del valore di
mercato, purché sia il primo ad avere il nuovo gioiello di Hamamatsu. Il
concessionario ci sta, però vuole la Suzuki subito come pegno in conto
vendita, il motociclista da giornaletto accetta, 2 ore dopo il
concessionario ha rivenduto la Suzuki a 6000 euro, dopo 2 mesi telefona al
motociclista dicendo: le moto stanno arrivando, a proposito ho un cliente
interessato per il tuo Suzuki ma mi offre 2800 euro, che faccio, gliela
do?
Il motociclista da giornaletto, strappando la promessa che gli
immatricolino la moto entro il prossimo fine settimana, accetta. Il giorno
fatidico si reca dal concessionario, firma cambiali per 10000 euro,
incassa i 2800 euro della vendita della Suzuki, e sale in sella del nuovo
gioiello di Hamamatsu tra gli sguardi perplessi dei meccanici e del
concessionario e, specchiandosi nella vetrina, si accorge con orrore di
avere indosso una tuta bianco-azzurra ed un casco Fujiwara che non sono
pandant con la scritta che porta sul serbatoio.

Torna a casa, e dopo una notte insonne passata a sfogliare Motosprint, compila una lista della
spesa così fatta: tuta Dainese; casco Shoei; guanti Spidi; stivali
Alpinestars.
Torna dal concessionario, che dopo una rapida trattativa gli
procura la mercanzia richiesta in cambio del vecchio abbigliamento
(vecchio per modo di dire, l'aveva comprato 7 mesi prima) e dei 2800 euro
ottenuti dalla vendita della Suzuki; dopo pochi minuti che lui se n'è
andato, l'acquirente del Suzuki, appostato come un falco all'angolo della
strada, entra ed acquista tutta l'attrezzatura usata al prezzo di 400
euro.

Felice per essere vestito come i piloti che tutte le domeniche fanno
palpitare i cuori degli appassionati, inizia la delicatissima fase del
rodaggio secondo quanto letto nei manuali di tecnica motociclistica di
Massimo Clarke: si mette sul raccordo anulare, e ne esegue 16 volte il
giro (totale 990 km) ad una velocità compresa tra i 100 ed i 120 km/h.
Dopo 10 ore torna a casa distrutto, e dopo aver letto su Mototecnica i
valori di serraggio delle testate del suo CBR, si addormenta sognando Erv
Kanemoto che gli fa il primo tagliando.
In realtà il meccanico del concessionario si chiama Righetto, e quando lo vede entrare in officina
per il tagliando dei 1000 km dopo solo 2 giorni dall'acquisto della moto
si frega le mani: dopo che il motociclista si è raccomandato tanto sulle
coppie di serraggio della testata, gli cambia l'olio e il filtro, e gli
presenta il conto facendogli credere che gli ha smontato le testate per
lucidargli i condotti; il motociclista da giornaletto è costretto a
vendersi il cellulare per pagare i 500 euro del primo tagliando; nel
frattempo la moto è stata usata per tutta una settimana da Righetto ed i
suoi amici, con impennate, sfrizionate e fuorigiri a più non posso.

E' arrivato il giorno della prima uscita ufficiale: il motociclista da
giornaletto ha tenuto nascosto a tutti l'acquisto del nuovo bolide di
Hamamatsu, e si reca al punto di ritrovo (benzinaio Esso della Flaminia)
per sbalordire gli amici del gruppo con la sua nuova cavalcatura; arrivato
lì, lo sbalodirmento viene a lui, perchè ben 14 dei 18 componenti del
gruppo sono in sella alla nuova, fiammante, introvabile CBR 600R, ed
essendo tutte le moto uguali, ed anche vestiti praticamente uguali,
nessuno riesce a distinguersi.

Dopo aver fatto benzina, preso il caffè, e regolato le sospensioni secondo
quanto suggerito nell'articolo di In Moto, il gruppo selvaggio parte con
destinazione Narni, sgasando come e più che nei box della MotoGP, e
zigzagando fino al secondo ingresso del cimitero di Prima Porta per
scaldare le gomme sui fianchi, dove un vigile li ferma per permettere alle
auto di uscire dal cimitero; mentre aspetta il via libera, il motociclista
guarda i cipressi, si alza sulle punte dei piedi e si tocca i ********,
subito imitato dagli altri amici perchè questo gesto fa tanto Valentino
Rossi, si da una grattatina al culo, controlla per l'ultima volta con la
coda dell'occhio lo stato della spalla del pneumatico posteriore, ingrana
la prima e parte.

Come potete ben capire, sono appena iniziate le prove libere del Gran
Premio della Flaminia che si correrà la prima domenica di maggio. Le prove
vengono usate per testare le moto da poco arrivate dalla factory di
Hamamatsu, metterle a punto, controllare se l'asfalto della Flaminia sia
stato rifatto in qualche curva e verificare le velocità massime con i
rapporti di serie, cosa cui provvedono con l'autovelox alcuni poliziotti
travestiti da commissari di corsa.

Non trattandosi di una corsa vera e propria, arrivare primi non porta alla gloria ma solo ad una grande
soddisfazione morale, e qui tra tutte le CBR600 R 2003 svetta un tipo con
la CBR600 del 1987, tuta gialla con scritta blu, che sta un po' sul *****
agli altri del gruppo perché si lamenta di essere l'unico con la moto
vecchia, e suo padre non gli vuole comprare almeno la carenatura come
quella nuova.
Ma torniamo al protagonista della storia: partito come un
razzo, con tanto di impennata e saluto con la mano al pubblico che assiste
lo show (ovvero contadine che ai bordi della strada raccolgono cicoria e
lumache), stira le marce fino alla sesta fino all'entrata del limitatore
di giri, viene flashato dalla polizia a 230 km/h alla fine del primo
rettilineo, e viene sorpassato da tutto il gruppo alla prima staccata, che
anticipa clamorosamente di 100 metri perché spaventato dalla troppa
velocità; arriva in curva a 40 km/h con la sesta ancora inserita, apre il
gas e scopre quanto avesse ragione il test di Motorcycle News, secondo il
quale la CBR600 R è un po' vuota in basso; scala di getto 5 marce, riapre
il gas e la moto gli si impenna a 90 gradi, chiude il gas e pinza il freno
davanti invece che quello dietro, la ruota davanti tocca terra bloccata e
scarta, lui lascia il freno e il manubrio inizia ad oscillare impazzito,
anche la ruota posteriore inizia a saltare, si fa 100 metri in preda alle
convulsioni della moto, infine lo sbacchettamento termina e la moto si
ferma a 10 cm dal fosso che costeggia la strada.

Il nostro eroe scende, guarda con terrore se c'è qualcuno che ha assistito alla scena, fa pipì
nel fosso (non senza difficoltà, vista la tuta intera), da un'occhiata
sprezzante all'avantreno della moto, si dice che un ammortizzatore di sterzo
migliore potevano pure montarcelo, regola le sospensioni indurendole al
massimo (così la moto oscillerà di meno), e riparte all'inseguimento del
gruppo, ormai scomparso all'orizzonte. Mentre si produce nel suo massimo
sforzo per recuperare il distacco, durante una piega inaudita alla esse di
Morlupo, viene superato all'esterno da una Suzuki GSXR600 guidata da uno
vestito in maniera familiare... Arrivato ai tornanti che precedono Civita
Castellana, viene passato sul primo tornante da un monocilindrico Gilera
Saturno 600 (quello però col motore 4 valvole ad acqua, che vi
credevate!), e nel secondo tornante da UDITE! UDITE! un bicilindrico
Monster 600 col bauletto; punto nell'orgoglio, tenta una reazione al terzo
tornante, ma dopo aver piegato leggermente più del solito ed aver aperto
il gas un attimo prima, la ruota posteriore perde leggermente aderenza, la
moto scoda dietro di 10 cm, ed invece di mantenere il gas semi aperto e
chiudere la curva in leggera derapata, il cretino chiude tutto facendo
riprendere bruscamente aderenza alla gomma posteriore, che inizia a
scodinzolare (avendo indurito al massimo le
sospensioni) leggermente a destra e sinistra.

Stringendo forte le mani sul manubrio, raddrizza la moto e attraversa frenando tutta la carreggiata
stradale, fermandosi contromano sull'orlo del fosso che costeggia la
Flaminia, mentre i Carabinieri che sono sempre appostati all'uscita di
quel tornante per fare le multe anche se non hai fatto niente, si fregano
le mani. Dopo esser stato multato per guida pericolosa, non senza aver
tentato di spiegare ai Carabinieri che la colpa non era sua, ma delle
gomme già finite, si rimette in sella e si avvia lentamente ai box di
Sassacci; lì trova gli amici del gruppo, riuniti a controllare le gomme,
regolare le sospensioni, e domandarsi chi fossero quel Saturno e quel
Monster che li avevano passati; dopo essersi scambiati le impressioni di
guida, aver sentito il tipo con la tuta gialla lamentarsi perché la sua
moto non ha la marmitta sotto il codone come quelle nuove, aver concordato
che la CBR600 ha bisogno di un ammortizzatore di sterzo migliore, visto
che il tempo si sta annuvolando le prove libere vengono chiuse lì ed il
gruppo decide di tornare a casa.

Sulla via del ritorno, il nostro intravede a metà di un rettilineo un casco Fujiwara che guida lentamente
un Suzuki GSXR600, scala due marce, apre il gas, si mette in carena, lo
passa sverniciandolo, e viene nuovamente flashato dalla polizia a 230
km/h.
Il lunedi, incurante di quanto gli costerà l'uscita del giorno prima
(2 autovelox da 250 euro ciascuno + 100 euro per la guida pericolosa),
vende l'enciclopedia Treccani rilegata in pelle e oro e scende nuovamente
nell'antro di Righetto. Dopo aver letto nella notte le prove comparative
di Tuttomoto, decide di montare le Pirelli Diablo SuperCorsa ed un
ammortizzatore di sterzo WP. Quando ritira la moto, lascia al meccanico
1200 euro più le vecchie gomme, e 10 minuti dopo una Suzuki GSXR 600 entra
per cambiare le gomme...

Mentre percorre i 5 km per tornare a casa, il suo
istinto fine di colladuatore gli fa apprezzare la progressività della
discesa in piega dei nuovi pneumatici, la tenuta in accelerazione e la
tenacia in frenata; prova a girare qualche pomello dell'ammortizzatore di
sterzo, anche se non sa bene a cosa serva; è contento perchè ha capito che
con questi piccoli particolari la moto sarà molto più prestazionale. La
domenica si presenta sulla pista di Vallelunga dove "si gira", con tutti i
pelucchi di gomma sulla spalla delle gomme nuove, convinto che a fine
giornata non ce ne sarà più traccia causa le grandi pieghe: tra l'altro
dalla lettura del numero di Motociclismo dove viene fatta la prova
comparativa delle 600 sportive sul circuito di Calafat (chissà dove sarà
'sto posto) capisce che Vallelunga è una pista molto simile perché corta e
contorta, e quindi potrà stare davanti agli altri 600.

Arriva alle nove di mattina, si prenota per il turno delle 17 perché gli altri sono tutti
pieni, nell'attesa si mette sul muretto dei box a prendere il tempo di
quelli che girano, poi gira per i box e cerca di attaccare bottone facendo
sfoggio di grande cultura motociclistica, sbircia sulle forcelle altrui i
clic di regolazione del freno idraulico, si nutre solo di Gatorade per
reintegrare i sali minerali ed evitare di appesantirsi troppo, ricontrolla
100 volte la taratura delle proprie sospensioni afferrando il manubrio di
lato e spingendo la forcella, alla 101 volta si accorge che la forcella si
impuntava a metà perché non aveva tolto il cavalletto laterale, allora
toglie il cavalletto, da un'affondata bestiale, la moto rimbalza come una
palla di gomma e gli scappa di mano, si inclina dalla parte opposta in cui
lui si trova e si adagia per terra.

Terrorizzato passa dall'altro lato, tira su la moto, fa il check-in dei danni e scopre UN graffio sulla
carenatura, ma non c'è tempo per piangere, stanno chiamando il suo turno.
Si avvicina al cancello pista insieme ad altri 30 esaltati, stanno lì
fermi 5 minuti e più stanno fermi e più sgasano, e quando il biossido di
carbonio ha ormai sostituito l'ossigeno il cancello si apre ed entrano in
pista! Prima regola, quando si gira in pista, scaldare bene le gomme, e
così si fa 2 giri zigzagando mentre gli altri bestemmiano mentre lo
schivano, poi altri 2 giri ad andatura ridotta per prendere i riferimenti
delle staccate, poi decide di lanciarsi.
Esce dalla Roma a 50 km/h,
spalanca il gas, mette 4 marce sul rettilineo e frena per il Curvone,
almeno 100 metri prima del Cagiva 125 Mito che lo passa interno a tutta
manetta; piega la moto, la mette in appoggio, da il gas progressivamente
in uscita, le gomme tengono meravigliosamente, inizia a raddrizzare la
moto e spalanca il gas, il motore sale di giri e ................... porca
puttana, c'è la curva del semaforo, sono veloce e sono ancora piegato, se
freno adesso mi sdraio, che faccio?

Raddrizza la moto, poi frena, arriva lunghissimo alla curva del semaforo ma riesce a tenere la moto in pista e
mentre la gira a 40 km/h gli scooter modificati lo sverniciano
all'interno.
Arriva al tornantino senza infamia e senza lode, lo gira
fiero di perdere solo 2 o 3 metri dagli altri (che alla velocità del
tornantino significa 3 decimi di secondo) apre il gas per la esse, e
nonostante i consigli di Guido Meda e Loris Reggiani va subito a prendere
la corda; ora, prendere la corda nella prima curva di una esse significa
che o devi chiudere il gas per fare bene la seconda oppure che uscirai
larghissimo dalla seconda, pur di non farsi passare dal Garelli VIP che lo
tallona tiene aperto, in uscita vede avvicinarsi il cordolo, chiude il
gas, ma ormai è salito sul cordolo, poi sul prato, 20 metri di prato, poi
riesce a rientrare in pista, gira la Roma larghissimo, si prende altri 2
giri a ridotta andatura per pulire le gomme, ricomincia a tirare, riesce
fare il semaforo tenendo la corda (mentre un aprilia 125 RS sdraiato a
sogliola lo sorpassa all'esterno), si fa un paio di giri ingarellandosi
con un UDITE! UDITE! Monster 600 con bauletto e valigie laterali, quindi
il turno finisce, ed il guerriero torna a casa, non senza beccarsi un
autovelox sulla Cassia bis.

Passa la sera della domenica vedendosi la videocassetta registrata del
gran premio del Mugello, ascoltando le dotte dissertazioni di Guido Meda e
Loris Reggiani sul telaio a traliccio, studia le traiettorie di Valentino
Rossi per poterle replicare su strada, invidia il motore di Capirossi, dà
ragione a Biaggi che si lamenta perché la sua moto è inferiore alle altre,
compatisce Yamaha, Suzuki e Kawasaki che non vincono un gran premio ed
inoltre (come confermato dalla comparativa di Motociclismo sul circuito di
Calafat) costruiscono delle 600 sportive che fanno ca*are.

Lunedì mattina è già dal carrozziere per far sistemare il graffio sulla carenatura, ma
visto che c'è per essere originale si fa anche riverniciare tutta la moto
coi colori ufficiali di Rossi, ed un bel numero 46 sul cupolino; quando la
ritira, visto che il conto sono 400 euro di verniciatura + 400 euro di
adesivi, deve lasciare in pegno al carrozziere l'orologio d'oro che gli
avevano regalato per la prima comunione.

Decide di uscire il sabato, perché c'è meno traffico, e di fare la Tiburtina perché "più tecnica";
dopo aver passato all'esterno un ciclista poco dopo Tivoli, sverniciato
alcuni motocarro Ape 125 nei pressi di Vicovaro, esser rimasto in scia ad
un UDITE! UDITE! Monster 600 con bauletto, valigie laterali, passeggero e
borsa sul serbatoio nella salita dopo il bivio per Subiaco, arriva al
curvone di Arsoli dove sono soliti radunarsi gli smanettoni per
controllare la temperatura delle gomme; scende dalla moto, la parcheggia,
entra nel bar per fare rifornimento di Gatorade e con la coda dell'occhio
vede con fierezza 2 bambini che guardano estasiati la sua moto come quella
di Valentino.
Beve il Gatorade, con la cannuccia perché fa tanto pilota ai
box, entra nel bagno per fare pipì, cosa sempre scomoda causa la tuta
intera, poi lava la visiera e quando esce trova parcheggiate davanti al
bar ben 46 Honda CBR600 R coi colori ufficiali di Rossi, ed un bel numero
46 sul cupolino; l'unica moto che si distingue dalle altre è un vecchio
(per modo di dire) Suzuki GSXR 600 del 2002.

Il mucchio selvaggio risale in sella, non senza qualche difficoltà nel ritrovare la propria moto in
mezzo a 46 moto uguali, e riparte rombando alla volta di Tagliacozzo,
tutti rigorosamente attaccati come alla partenza di un gran premio, per
cui anche se superi qualcuno la mischia è talmente folta che devi subito
chiudere il gas per non tamponare il successivo; e così il serpentone
inizia la salita lungo i colli di Montebove, strada molto bella, piena di
curve, ma stretta ed anche un po' scivolosa.

E infatti, dopo qualche chilometro, molti dritti per fortuna senza conseguenze (la strada è poco
trafficata, perché c'è una variante molto più veloce che corre parallela),
uno del gruppo si sdraia. Tutti fermi per tirare fuori la moto dal fosso,
constatare i danni (carenatura, semimanubrio storto, freccia, leva del
freno), discutere sulle cause (asfalto sporco? aghi di pino? ha tirato
troppo la staccata? gomme dure?) ammorbidire le sospensioni (SuperWheels
dice che così la gomma lavora meglio negli asfalti a bassa aderenza) ed il
gruppo riparte ad andatura ridotta per Tagliacozzo.

Il motociclista da giornaletto si offre eroicamente di chiudere il gruppo, seguendo la moto
danneggiata, così almeno ha la scusa per non tirare; nonostante il gruppo
vada ad andatura di passeggio, non mancano svariati dritti lungo i
tornanti in discesa; si arriva a Tagliacozzo, si lascia la moto
danneggiata ad un meccanico, si va tutti in piazza, dove si intravede un
gruppo di MOTOCICLISTI ESPERTI (oggetto delle prossime puntate), si
passeggia ingobbiti nella tuta come banane disquisendo sulla necessità di
montare freni al carbonio per frenare meglio in discesa, poi si torna a
casa facendo la variante veloce, dove in fondo ai rettilinei sono in
agguato come falchi gli autovelox che anche stavolta scattano al nostro
protagonista una foto ricordo della splendida giornata.

Arriva l'estate, ed il motociclista da giornaletto va in vacanza, avendo
finito i soldi, a casa degli zii a Ladispoli.
Zainetto in spalla con i pochi indumenti necessari, vestito come compete alla stagione (canottiera
e calzoncini corti, sandali da frate), sale in sella alla fida cavalcatura
ed imbocca l'Aurelia, tutta dritta tranne 3 curve sulle quali concentra
tutta la sua ars piegatoria.
Viene massacrato da: moscerini, zanzare, calabroni, particolato espulso dai camion non catalizzati, cicche di
sigarette accese gettate dai finestrini delle auto, spruzzi di lavavetri
ed anche un temporale estivo.
Arrivato a Ladispoli quasi irriconoscibile,
si lava, poi lava la moto, poi va in spiaggia a rimorchiare con la moto.

Rimorchia una alta 1 metro e 50 e pesante 70 chili, la porta a fare un giro sulla
moto, arriva in un prato, la tizia per metterlo a suo agio gli fa dei
complimenti sui colori della moto, e lui attacca facendogli tutta la
storia di Valentino Rossi da quando aveva 16 anni in poi, il profilo delle
Pirelli Diablo SuperCorsa, chi era Mick Doohan; quando lei dice che gli
piaceva fare su e giù sulle buche, lui le spiega il funzionamento
dell'ammortizzatore Ohlins; quando lei gli dice che ha un certo calore
nelle parti basse, lui le spiega che è dovuto alla marmitta sotto la
sella, e le spiega anche tutti i vantaggi di questa originale soluzione
tecnica; insomma, quando la nana grassa capisce che questo è un tonto che
non si accorge di come gliela sta sbattendo in faccia, si fa
riaccompagnare a casa, ed il cretino si produce in robuste frenate per
sentire le tette di lei sbattergli sulla schiena; finché, all'ultima
staccata sul lungomare, strada sulla quale è sempre depositato un
impercettibile velo di sabbia, la ruota davanti non si blocca, la moto gli
prende sotto ed il tapino scivola per terra.

Incurante delle bestemmie che gli lancia la nana grassa, guarda la propria coscia sanguinante, e non sa
se piangere più per le ferite o per la carenatura spaccata...

Passa il tempo, siamo ad ottobre, sono ormai 3 mesi che la carenatura è stata
riparata e ridipinta nei colori originali, il motociclista però va in giro
senza carenatura per evitare di romperla, la moto va conservata bene per
essere rivenduta al meglio l'anno prossimo: le anticipazioni del 2004
pubblicate su Motociclismo parlano già di una Kawasaki con le pinze freno
radiali, la forcella rovesciata e 5 valvole per cilindro; occorre mettere
i soldi da parte....

Che fine fa il motociclista da giornaletto?
Le alternative sono 2: o si suicida dopo aver dichiarato bancarotta,
oppure diventato grande si vendica; diventa giornalista, si fa assumere da
un giornale di moto, ed incomincia a scrivere un po' di balle; il culmine
lo raggiunge quando, ebbro dei fumi dell'alcool e delle carezze di Macio
Melandri, mette quattro voti a caso nelle sue pagelle del dopogara; tanto,
qualche motociclista che ci crede si trova sempre.
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Messaggioda pianino » 17 gen 2010 01:00

Hhahaha... eroico cts, devo dire che le descrizioni che hai fatto le condivido appieno.

:D

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Messaggioda cts » 17 gen 2010 07:05

Complimenti, emanuele, per avere scovato un racconto inedito (per me, ma credo per tutti) e divertentissimo, che ben fotografa - nonostante sia un articolo d'epoca - i vizi dei motociclisti! :D

emanuele

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Messaggioda emanuele » 17 gen 2010 12:02

cts ha scritto:Complimenti, emanuele, per avere scovato un racconto inedito (per me, ma credo per tutti) e divertentissimo, che ben fotografa - nonostante sia un articolo d'epoca - i vizi dei motociclisti! :D

Ho anche il seguito se vuoi... Un altro personaggio molto triste che merita la nostra derisione. Pubblico?
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Messaggioda Mix » 17 gen 2010 12:48

Me lo sono letto tutto d'un fiato, complimenti all'anonimo autore e a te che l'hai diffuso, Emanuele.
Come ti ho gia' scritto in PM, ove ti avvertivo dell'accorpamento dei testi, credo che il personaggio del racconto sia esistito, esista tutt'ora o siano addirittura in tanti!

emanuele ha scritto:...Pubblico?
Pubblica pure, se dovesse infrangere una qualsivoglia sezione del regolamento porteremo il testo in "officina", vedremo se e' riparabile e decideremo sul da farsi...

emanuele

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Messaggioda emanuele » 17 gen 2010 12:54

A grande richiesta pubblico il seguito: il motociclista esperto.
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Il motociclista Esperto


Post su I.H.M. del 15/06/2006

Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistiti e accaduti è da ritenersi quasi del tutto casuale. Nessun animale è stato maltrattato o ferito per la realizzazione di questo racconto (tranne, lievemente, un cinghiale)

Il motociclista esperto è abituato sin dall'infanzia a mettere mano personalmente alla propria moto per qualsiasi intervento, dal rifornimento di carburante alla sostituzione dell'albero motore.

Da quando smanettava con il suo ciclomotore 50cc all'età di 12 anni (perché il motociclista esperto è di solito molto precoce) nessuno oltre a lui ha mai potuto provare a mettere mano al suo destriero.
Si narra di concessionari a cui sono state amputate di netto alcune dita perché alla consegna hanno provato a spingere la moto per alcuni metri fuori dall'officina o dal salone in presenza del nostro eroe!
Questa specie è purtroppo in via di estinzione, ed ora cercheremo di capire il perché.

Nel tempo non solo le sue capacità di guida, che sono innegabili, ma anche le capacità di meccanico si sono affinate allo stesso ritmo in cui i residui carboniosi e vari lubrificanti hanno finito per saturare abiti e pelle. Solitamente il motociclista esperto non è mai a bordo di una moto nuova o tanto meno un ultimo modello.
Lui infatti sa perfettamente che con poca spesa si trovano occasionissime ogni volta che c'è la presentazione del nuovo modello di qualsiasi casa grazie ai tanti motociclisti da giornaletto, inoltre le nuove moto non sono adatte al fai da te, troppa elettronica e troppe diavolerie strane...

La sua tipica moto è un modello collaudato ed affidabile a cui ha personalmente apportato le necessarie modifiche per ovviare ai difetti di progettazione di quegli incapaci di ingegneri che bivaccano sfaccendati nelle sedi delle varie case costruttrici.
Arriva sempre però l'inevitabile momento in cui la vecchia affidabile moto, ahimè, finisce la sua gloriosa carriera, ed è questo il momento cruciale della vita del motociclista esperto: il cambio della moto!
Ai suoi occhi la vecchia moto è un gioiello simbolo di perfezione meccanica e precisione, per molti un vecchio rottame inguardabile a cui sono state apportate modifiche strutturali tali da renderlo irriconoscibile al suo stesso progettista.
Non appena il motociclista esperto ha puntato il modello dei propri sogni si apposta presso un concessionario ed attende fiducioso. Prima o poi sicuramente qualcuno ne lascerà in permuta un esemplare, e lui la comprerà in condizioni smaglianti spendendo metà del valore del nuovo.

Appena ritirata la moto fin dai primi chilometri la sua grande esperienza gli farà capire che quella moto tanto agognata è sì quasi perfetta, ma che necessita di qualche piccolo lavoretto per renderla veramente perfetta in tutto.
Dopo 12 anni passati a guidare la sua moto precedente, infatti, si è ormai assuefatto a tutti i difetti della propria moto, che lui chiamava "carattere", e non trovandoli più si trova inizialmente spaesato. Invece di adattare il proprio stile al nuovo modello preferisce tentare di trasferire il carattere della sua vecchia moto su quella nuova.

Arrivato a casa posteggia la moto nel box e la fissa pensieroso (il motociclista esperto ha sempre un box in cui seviziare la propria moto in tutta tranquillità, le ricerche immobiliari di un motociclista esperto spesso sono del tenore "cercasi box privato minimo 45 mq, annesso appartamento qualsiasi taglio").

Subito, per prima cosa, comincia a pensare che la guida con i semi-manubri nel misto stretto non è redditizia, che le carene appesantiscono troppo il mezzo, la frenata ha poco mordente e come ripresa e accelerazione si può fare di meglio, sotto è proprio morta.
Inoltre il reparto sospensioni può sicuramente essere migliorato. Dal più vicino ricambista compra subito:
# manubrio da cross
# piastra superiore in ergal ricavata dal pieno
# pignone con un dente in meno
# corona con due denti in più
# catena (la trasmissione o si cambia tutto o niente!)
# kit completo molle-pompanti-olio
# ammortizzatore di sterzo
# pastiglie Brembo racing grigie
# kit completo di tubi in treccia con giunti in ergal.

Il costo dei pezzi acquistati lo manda quasi in pari con quanto ha risparmiato nell'acquisto iniziale e gli permetteva quasi di comprare da subito il tipo di moto che ha in mente di creare, ma la soddisfazione personale di farlo da sé, per un vero motociclista esperto, non ha prezzo.

Torna a casa felice pronto per trasformare l'elegante supersportiva in una cattivissima streetfighter.
L'ora di cena è ormai vicina ma il motociclista esperto dall'alto della sua esperienza sa di poter smontare la carenatura completa in tempo per il risotto e si accinge coraggiosamente all'opera.
In 12 minuti infatti plexiglas, cupolino e fianchi sono già a terra, ma solo dopo 5 ore di bestemmioni apocalittici che provocano vistose crepe sui muri delle chiese entro 2 km di distanza, finalmente il motociclista esperto realizza che quella vitarella bastarda che regge il puntale sul telaio è proprio bloccata e ormai spanata irrimediabilmente.
La cena ormai ghiacciata se l'è mangiata il cane e tutti i componenti della famiglia sono ormai a dormire da un pezzo, a parte il cane che, lo stomaco appesantito, non riesce a prendere sonno e non lo riconoscerà tentando di morderlo quando rincasa.

Il giorno successivo, anzi, ormai lo stesso, decide che il puntale in fondo può rimanere, anzi non stona affatto con il progetto che ha in mente, anzi può essere perfino un miglioramento.
Appena rientrato a casa dal lavoro passa subito a smontare i semimanubri e piastra per installare il manubrio largo da cross e la piastra in ergal.
Per questo ha ripescato dal fondo del garage i riser del suo vecchio Fantic Caballero, ma quando ormai i semimanubri sono smontati si accorge che quei riser sono troppo larghi per la piastra che ha preso.
La ricerca dei riser intanto lo ha tenuto occupato per alcune ore rovistando in giganteschi scatoloni pieni di oggetti vari la cui natura appare incomprensibile ai più (spesso anche a lui, ma non lo ammetterà mai).

Anche stanotte dormirà non più di 5 ore e a stomaco vuoto, il cane stavolta sta russando felice e satollo (lui) dopo aver nuovamente spazzolato la cena fredda avanzata; se non altro stasera si dovrà pensare solo ai morsi della fame e non quelli del cane.
La sera seguente torna dal ricambista e ordina i riser adatti che però non saranno disponibili fino al martedì successivo.
Rientrato nel box si trova di fronte alla moto priva di carena, cupolino, piastra di sterzo superiore.
In attesa del manubrio mette la moto sul cavalletto anteriore e procede a smontare le forcelle per fare la modifica molle-pompanti, roba da un'ora o poco più (pensa l'illuso).

Tutto sembra procedere per il meglio fin quando la moto inizia a cadere dal cavalletto sbilanciata dalle manovre di rimozione degli steli.
Lui si butta per afferrarla ma è costretto a lasciare la presa sugli steli, la moto si adagia lentamente addosso a lui mentre le forche si sfilano da sole cadendo a terra e graffiando sia steli che fodero.
Stavolta i bestemmioni arrivano a intaccare edifici sacri poco oltre i 5 Km, stanotte si dorme prima ma il cane ha ormai ingurgitato anche questa cena, comunque non importa, del resto il giubbotto della tuta iniziava a tirare un po' sul davanti...
La fase successiva consiste nell'acquisto di un avantreno completo, dal momento che gli steli bozzati e graffiati ormai sono inutilizzabili, e il kit molle-pompanti-olio verrà rivenduto ad un asta su e-bay per un terzo del suo valore iniziale dopo soli 4 giorni dall'acquisto.

Le varie fasi successive tengono impegnato il motociclista esperto per circa 3 mesi (sui 4 giorni) inizialmente preventivati, ma alla fine il bolide è pronto non senza aver costretto però il nostro eroe all'acquisto di altri 4.500 euro di attrezzature e ricambi.
Il povero cane intanto è morto a causa del colesterolo, grasso ma felice; quando rientra a casa la moglie ormai non lo identifica più e continua sempre a dire: "Desidera? Ah, sei tu, non ti avevo riconosciuto...".

Al termine la supersportiva è diventata un oggetto misterioso.
Al posto del cupolino un parastrumenti da scooter con plexiglas doppia curvatura, due fari sovrapposti di una Skoda Octavia al posto delle luci originali, che secondo il nostro fanno tanto un misto tra Speed Triple e 999 e in effetti ne uniscono il peggio, telaio a vista come del resto tutti i cablaggi e le tubazioni, forche racing da 50 mm rosso bordeaux con fodero dorato che fanno a cazzotti con la colorazione della moto, puntale originale perché proprio quella bastarda di vite non ne vuole sapere, porta-targa e frecce minimaliste molto apprezzate dalle forze dell'ordine che non mancheranno di manifestare tangibilmente l'apprezzamento dell'intero corpo, coprisella monoposto in vetroresina ancora da verniciare, niente pedane passeggero che aggiungono solo peso (350 grammi) per nulla (anche se nel vano sottosella c'è un catenone in lega polimeroantanizzata di duranio da 12 Kg), portatarga in alluminio "leggermente" rialzato (cioè visibile unicamente dal satellite Meteosat).

Il cambio di corona e pignone garantiranno alla moto prestazioni da brivido in accelerazione e il nuovo scarico 2 Cv in più, ma da 12.800 a 13.100 giri... tra 3.000 e 8.000 ne perde 12 ma il vero motociclista esperto, in quanto tale, è perfettamente in grado di mantenere il regime di rotazione sempre nel range utile per fruire della miglioria, anche sulla A14 tra Cesena e Rimini Sud la domenica prima di ferragosto.
Siamo ormai a metà giugno quando finalmente tutto è pronto per provare le modifiche.
Il cambio di avantreno ha modificato drasticamente l'avancorsa della moto, che ora è diventata stabilissima sul dritto ma non curva nemmeno sotto tortura.
Il mono posteriore originale, tutt'altro che disprezzabile di per sé, ora in confronto all'anteriore racing è un budino e rimbalza come un pallone sulle minime asperità.
Appena ingranata la prima, aprendo normalmente, grazie alla nuova trasmissione, la moto si alza a candela, e anche in seconda e in terza. In compenso la velocità di punta si è ridotta così tanto che anche una neopatentata sedicenne sul Leonardo 125 riesce a tenergli dietro agevolmente fino alla prima curva, curva in cui il tachimetro indica 130 ma grazie alla modifica a corona e pignone la velocità reale è circa 75 km/h.

Mentre si produce in una staccata degna della San Donato riducendo la velocità a 80 Km/h (indicati, non reali), in perfetto stile e con movenze elegantissime, il Leonardo lo passa all'esterno senza scomporsi.
Perplesso ma non domo, dopo 12 tentativi riesce a partire al semaforo senza ribaltare la moto, continua il suo giro prefissato e rientra in serata convinto che le modifiche sono quelle che servivano ma ancora c'è qualcosetta di marginale da mettere a posto.
Ordina un mono racing che sia adatto alle nuove prestazioni garantite dal granitico anteriore, pinze radiali e nuovi piedini predisposti per il loro montaggio.

Nonostante i tubi in treccia la frenata è ancora un po' spugnosa, decide quindi di procedere con uno spurgo. Smonta una pinza e sblocca la molletta, che ne approfitta per schizzare via e cadere nel tombino di fronte alla saracinesca del box. Visto che tanto le doveva cambiare e arriveranno tra un paio di giorni smonta entrambe le pinze e decide di aspettare per rimontare quelle nuove.
La moto con cui dopo 3 mesi ha fatto finalmente 50 km è nuovamente dissezionata ed inutilizzabile.
Le pinze dei freni arrivano ovviamente in ritardo, il montaggio provoca l'abbattimento anche di un paio di campanili del paese confinante ma dopo soltanto un altro mese la moto è nuovamente in assetto di marcia, anche se il mono, purtroppo, non è ancora arrivato.

Finalmente per un intero week-end il nostro eroe può dedicarsi alla sua moto e percorrere tutte le strade più belle e panoramiche gustandosi le sensazioni della guida maschia e rude che solo una vera streetfighter può dare, sia pur rovinati parzialmente dal solito mono rimbalzante ancora da sostituire.

Una pattuglia della stradale lo vede arrivare ma impietosita dallo stato del mezzo lo crede appena scampato ad un incidente e non lo ferma per un controllo che avrebbe evidenziato almeno 12 parti non omologate causando l'immediato ritiro del libretto.
Al suo ritorno a casa non trova nemmeno più la moglie che è fuggita con un allevatore di cani conosciuto poco dopo la scomparsa del fedele e famelico quadrupede, che mentre lui era fuori per il week-end in moto, aspettando che la moglie preparasse le valige gli ha anche svuotato il frigorifero lasciandolo un'altra volta digiuno.

Finalmente arriva il mono, quello vecchio viene smontato e immediatamente rivenduto ad un "motociclista comune" che vuole trapiantarlo sulla sua Hornet; in fondo quello originale di una supersportiva è senz'altro meglio del suo e prima di arrivare a sfruttarlo al limite ce ne vuole, pensa giustamente!
Il montaggio del mono nuovo sembra semplice e tutto procede speditamente finché nel fissare il serbatoio pressurizzato dell'olio, tirando per portarlo in posizione, il tubo improvvisamente si stacca e tutto l'olio viene schizzato a velocità ultrasoniche su 2 pareti del box, sulla moto e sul motociclista. Grondando olio per ogni dove il motociclista tenta di rialzarsi ma ovviamente scivola e cade urtando la moto che cade contro il muro provocando piccoli ma visibili danni sul serbatoio, mentre contemporaneamente si avvertono alcune scosse telluriche con epicentro in Vaticano.

Il giorno seguente, con la moto priva di sospensioni posteriori e quindi nuovamente abbandonata e inutilizzabile, porta a far ricaricare il suo mono nuovo che verrà trattenuto per circa altri 2 mesi nonostante poco virili pianti e lacrime nel vano tentativo di sveltire la pratica.
Quando finalmente recupera e riesce a rimontare il resuscitato mono siamo ormai in pieno inverno.

La moto è finalmente pronta e il vero motociclista esperto è comunque perfettamente in grado di padroneggiare le situazioni più avverse. Pioggia, freddo, vento, nulla lo può fermare!
Perché mai non andare in moto alla cena aziendale di fine anno? Che importa se per terra ci sono 2 dita d'acqua e la temperatura è sotto i 5 gradi?
In auto non troverebbe di sicuro parcheggio e in fondo al brutto tempo è abituato.
Fiero e felice inforca la sua fedele cavalcatura infagottato nella tuta antipioggia e percorre con sicurezza tutti i 25 km fino al locale prescelto scortato da lupi siberiani e orsi polari sotto il peggior nubifragio degli ultimi 40 anni.
Arrivato a destinazione scopre che inevitabilmente nel cavallo dei pantaloni dell'antipioggia è comunque passata acqua, che il casco ha gocciolato per tutto il tempo nel colletto e non appena sfila la giacca un rivolo di ghiaccio appena sciolto gli cola dentro la camicia lungo tutta la schiena.
Quando entra nel locale un cameriere tenta di cacciarlo scambiandolo per un "vu cumprà".
Trascorre la serata evitato da tutti, bagnato fradicio, in condizioni impresentabili, vestito con jeans chiazzati dall'umido e maglioncino infeltrito a guardare la nuova segretaria carina su cui aveva fatto una lunghissima serie di sogni ad occhi aperti, la quale invece lo ignora completamente e accetta un passaggio fino a casa da parte dell'antipatico collega, lampadato e vestito griffato dalla testa ai piedi, sulla sua nuova "potente" stescionvuagon da ben 90 CV!

Rientra a casa a notte fonda da solo in preda ai sintomi della polmonite e finalmente realizza di non avere più 20 anni; si rifugia sotto le coperte con un febbrone da cavallo che lo accompagnerà fino al 7 gennaio quando finalmente potrà tornare a lavorare.
Nel frattempo il collega lampadato ha sposato la segretaria carina, è in licenza matrimoniale e tutto il suo lavoro sarà aggiunto a quello normale che attendeva il povero motociclista esperto.

Il motociclista esperto a questo punto simula una precaria situazione di salute che lo costringe a rinunciare alla sua adorata moto.
In alcuni casi arriva anche a lesionarsi un menisco a martellate per rendere la cosa più credibile.
Compra un SUV e si iscrive a qualche forum o newsgroup sul quale dispenserà ai motociclisti "niubbi" i più saggi consigli, grazie ai quali potranno anche loro, un giorno, diventare finalmente motociclisti esperti.
Se sei incerto, frena, cogl*one!
- Loky di Shiveritalia


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