Come bloccare uno strapotere?

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Come bloccare lo strapotere delle compagnie telefoniche e dei loro aumenti non trasparenti?

Messaggioda cts » 04 dic 2023 02:37

Come bloccare lo strapotere delle compagnie telefoniche e dei loro aumenti non trasparenti?
Da gennaio 2024 scattano gli aumenti delle tariffe telefoniche indicizzate Istat: in tanti cadranno dalle nuvole

La fantasia perversa delle compagnie telefoniche che operano in Italia non ha mai fine. Dopo i costi delle carte ricaricabili, lo scatto alla risposta, il canone maggiorato, la bolletta mensile su un mese di quattro settimane e non di trenta giorni, ecco che si affaccia all'orizzonte un altro subdolo metodo per stritolare i poveri utenti.

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Torniamo dopo un anno sulla "pazza idea" di rendere le tariffe telefoniche indicizzate all'inflazione (con un generoso premio aggiuntivo). Gli aumenti inseriti a contratto nel 2022, scattano dal 1 gennaio prossimo e qualcosa ci fa credere che in tanti cadranno dalle nuvole...

Si dice che il tempo sia un gran dottore: man mano che passa, lenisce le ferite. Ma non sempre va così e il 2024 in arrivo riaprirà una piaga che forse qualcuno ha dimenticato ma che in realtà non è mai stata curata. È utile a questo proposito un piccolo riassunto delle puntate precedenti.

Chi ricorda la vicenda dell'aggiornamento Istat delle tariffe telefoniche posto in essere da WindTre e da TIM? Un aumento inserito alla chetichella nelle condizioni contrattuali e reso ancor più potente da un tasso supplementare arbitrario che va ad aggiungersi alla già elevata inflazione: WindTre ha fissato un aumento minimo del 5%, anche se il tasso di inflazione è più basso.
Tim ha tagliato la testa al toro indicando che al tasso Istat verrà aggiunto un arbitrario 3,5%.

Ovviamente questi aumenti, inseriti nelle norme contrattuali e quindi operativi solo per i nuovi contratti, non potevano essere operativi immediatamente (ne scrivevamo precisamente un anno fa), dato che era necessario far maturare l'inflazione. Proprio per questo gli aumenti scatteranno dal 2024, non appena sarà calcolato il tasso di inflazione maturato nel 2023. E a quel punto, vedendo l'aumento dell'addebito su conto corrente o su carta di credito, in tanti si renderanno conto di quello che ancora non sanno: ovverosia che cambiando tariffa con questi operatori hanno implicitamente accettato le nuove condizioni tariffarie, compresi i piccoli codicilli che li condannano ad aumenti costanti tutti gli anni, per lo meno fino a cambio gestore.

Per Vodafone niente Istat. Ma fanno capolino le tariffe ad "aumenti programmati" (per ora solo sulle utenze business)
Vodafone è rimasta fuori dal pantano degli adeguamenti Istat e anzi ha lanciato sulle utenze consumer alcune tariffe bloccate per 24 mesi quasi a contraltare l'atteggiamento delle altre telco. Anche se - pur limitatamente all'utenza business che ovviamente non rientra nelle tutele del Codice del Consumo - Vodafone ha introdotto un'altra creativa novità: lo scorso agosto, tipico momento di cambiamento di "disattenzione da ombrellone", sono stati inseriti tra le clausole contrattuali gli "aumenti programmati", una formula fino ad allora inedita. In pratica le tariffe di tutti i contratti business sottoscritti dopo il 2 agosto 2023 con Vodafone, sia fisso che mobile, hanno già in pancia un piano di ineluttabili aumenti a 12 e 24 mesi dalla sottoscrizione, aumenti che a seconda dei piani arrivano a pesare anche per il 10%.

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In questo modo Vodafone si sgancia dal tasso Istat e dai discutibili "spread" e passa all'arbitrarietà totale che, se accettata dal cliente, diventa semplicemente una condizione tariffaria. Infatti l'applicazione degli aumenti programmati di Vodafone non determina, per lo meno secondo la telco, una modifica suscettibile di diritto di recesso, perché già ricompresa nelle condizioni tariffarie a monte. A saperlo, ovviamente, visto che non si fa grande pubblicità delle condizioni a scalare.

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Il baco informativo, un malanno a cui l'AGCM non è riuscita davvero a porre rimedio
Torniamo indietro un attimo, alla questione Istat che fu di fatto introdotta inizialmente da WindTre: per accettare le nuove condizioni contrattuali (e quindi gli aumenti pre-programmati) è necessario stipulare un nuovo contratto, cosa che magari viene fatta quasi inconsapevolmente per inseguire condizioni migliorative che spesso vengono proposte dallo stesso gestore. Lo scorso anno WindTre pose in essere la discutibile pratica del "doppio SMS".
In pratica ai clienti veniva prospettato un aumento unilaterale dei prezzi per mutate condizioni di mercato, prevedendo ovviamente il diritto di recesso obbligatorio in questi casi; 24 ore dopo il medesimo cliente riceveva un secondo SMS che - eccezionalmente - dava la possibilità di rimanere alle condizioni tariffarie precedenti, addirittura raddoppiando i limiti di traffico Internet, a patto di inviare un SMS dal testo criptico: "OPTIN".

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Si trattava ovviamente dell'accettazione di un nuovo contratto, quello che (solo) in gergo viene chiamato "Opt-In". In questo modo la tariffa rimaneva la stessa, ma il cliente implicitamente sottoscriveva gli aumenti Istat. Una pratica che, nel silenzio assordante di altri mezzi di stampa, fu solo DDay.it a stigmatizzare.
Ne derivò comunque un'istruttoria dell'Authority Antitrust, sviluppata nel corso del 2023 e arrivata a decisione finale solo in questi giorni. L'AGCM confermava i nostri sospetti, trovando la pratica decisamente scorretta soprattutto sul fronte informativo.

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Per la questione legata all'introduzione dell'adeguamento Istat, rimandava la palla all'AGCOM, che come Autorità regolatrice del settore delle telecomunicazioni ha maggior competenza: dell'atteggiamento dell'AGCOM a questo riguardo vedremo tra un attimo.

Restando al procedimento dell'Antitrust, WindTre nei mesi ha proposto una serie via via crescente di mitigazioni del problema, fino a raggiungere un livello che l'Authority, nel suo recente provvedimento, ha giudicato soddisfacente. Si parla qui del meccanismo di rimodulazione a doppio SMS, questione che - a nostro avviso in maniera non del tutto felice - l'AGCM ha separato da quella dell'aggiornamento Istat. Ovviamente le questioni sono strettamente connesse: facendo sottoscrivere un nuovo contratto pur di mantenere le stesse tariffe, con lo stratagemma del doppio SMS, di fatto si finisce senza saperlo per portarsi in casa l'adeguamento Istat alle tariffe che prima non esisteva. Così è finita che l'AGCM si è fatta bastare, chiudendo il procedimento, l'impegno da parte di WindTre di modificare la modalità informativa, senza impiegare più il meccanismo a doppio SMS. In pratica, WindTre dovrebbe inviare, in caso di ripetizione di attività simili, un SMS unico con un testo simile a questo:

Modifiche contratto. Per esigenze di mercato la tua offerta varia: dal 18/4 i Giga aumentano a 150GB/mese e dal 1/6 il costo aumenta di 2E/mese. Oppure puoi scegliere un'offerta Plus con i tuoi attuali costi e contenuti ma con un Giga in più al mese a partire dal 10/6, per il disturbo senza costi aggiuntivi. Per avere Plus invia OPTIN con SMS gratis al 40400 entro il 30/4. Per ogni esigenza vai nei negozi WINDTRE o chiama 159. Recesso senza costi entro 60gg con racc. A/R, PEC, 159, sito e negozi WINDTRE.


Resta l'orrenda modalità "OPTIN" (perché non usare un più italiano e comprensibile "ACCETTO"?) e soprattutto resta la sottoscrizione di un nuovo contratto senza poter conoscere clausole e nuove condizioni, che certo non sono consultabili con un SMS.
Così, in ogni caso, il cliente che dovesse passare alla tariffa variata, denominata "plus", avrebbe sì da subito il traffico dati aggiuntivo (vogliamo sperare che il solo GB in più sia puramente esemplificativo) ma entrerebbe nel meccanismo degli adeguamenti Istat (minimo 5%). Certo, resta il diritto di recesso entro 60 giorni, ma che sarà difficile che venga espresso, perché nei 60 giorni successivi alla sottoscrizione non si nota alcun aumento. Quando poi, passato un anno, l'aumento arriva, innanzitutto bisogna accorgersene e non è così semplice che questo accada nel caos dei pagamenti elettronici che facciamo tutti i giorni; e comunque sarebbe ovviamente troppo tardi per recedere.
Il resto lo fa l'abitudine e la pigrizia: si digerisce il 5% di aumento piuttosto che lanciarsi nell'ennesima faticosissima istruttoria in cerca di un nuovo gestore.

Ma l'AGCOM non sta a guardare (anche se con tempi lunghetti)
Dell'istruttoria deludente dell'AGCM abbiamo detto. Ma abbiamo promesso di raccontare anche che cosa sta facendo sulla questione Istat l'AGCOM. Ebbene, il tema è entrato nel delicato dossier di revisione del regolamento per la sottoscrizione dei contratti di telecomunicazioni per gli utenti finali. Questo regolamento viene via via aggiornato negli anni proprio per chiudere gli spazi che le telco dalla multiforme creatività trovano ideando clausole e condizioni tariffarie che in qualche modo aggirano o passano tra le trame dell'attuale normativa. Proprio per rispondere all'"invenzione" dell'adeguamento Istat delle tariffe, è stata introdotta nella bozza del nuovo regolamento, l'articolo 8-quater, una lunga lista di adempimenti necessari per poter migrare un cliente da una tariffa standard a una indicizzata. In breve sintesi, ecco cosa, tra le altre cose, prevede a riguardo il regolamento in arrivo:
- È necessaria un'esplicita accettazione in forma scritta da parte dell'utente;
- Va impiegato un indice di aumento dei prezzi al consumo (la cosiddetta inflazione) oggettivo e stabilito da un ente pubblico;
- Le ripercussioni delle tariffe indicizzate devono andare anche in riduzione del canone, in caso di inflazione negativa;
- L'aumento deve essere precisamente pari all'inflazione stabilita dall'ente pubblico e non può prevedere aliquote aggiuntive o "minimi garantiti";
- L'ammontare dell'aumento deve essere comunicato all'utente almeno un mese prima della sua applicazione;
- Il fatto che la tariffa sia indicizzata va comunicato insieme alle caratteristiche base della tariffa e con medesimo carattere e non nei "codicilli" a margine o peggio ancora nelle condizioni generali.


Insomma, si direbbe un lavoro ben fatto. Il testo, che prevede anche tutta una serie di messe a punto sul fronte del diritto di recesso in caso di modifiche unilaterali, è stato sottoposto a un primo round di consultazioni pubbliche. Quindi l'AGCOM ha ritenuto di dover riaprire per ulteriori 90 giorni i termini per la consegna dei pareri da parte degli attori coinvolti. Entro qualche giorno la consultazione dovrebbe essere chiusa e quindi l'Autorità dovrebbe passare alla fase di sintesi, valutando quali delle eccezioni recepire e definendo il testo finale del regolamento pronto per la promulgazione. Poi ci sono i tempi per l'entrata in vigore.
Questo per dire che, malgrado il meritorio lavoro di normalizzazione della pratica di adeguamento Istat messo in campo dall'AGCOM, i primi aumenti scatteranno con il 2024; e questo anche se l'adesione a questi contratti sia stata ottenuta con metodi certamente non conformi al nuovo regolamento, che ovviamente non è retroattivo.

Insomma, i buoi che sono fuori dal recinto, ci resteranno. Ma forse, piano piano, si riuscirà a non farne uscire degli altri.

In attesa della prossima invenzione dei "geni del male", i pensatori delle fantasiose formule tariffarie predatorie capaci di portare nel breve soldi freschi nelle casse ma che nel medio termine - è ora che questo si capisca - finiscono per essere solo un grande spot pubblicitario gratuito per quegli operatori che fanno leva proprio sulla trasparenza tariffaria e sulla "loyalty" della propria utenza.

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L'eccellente articolo di Dday, quindi, si chiude con un riferimento alla trasparenza di Iliad.
E, a proposito di trasparenza, segnalo che il marketing spudoratamente creativo di Vodafone continua a nascondere con destrezza parte degli aumenti anche ai consumatori non aziendali: dal 22 dicembre 2023 oltre agli aumenti "in chiaro" (1,99 al mese, dopo soli due mesi dalla precedente analoga "rimodulazione"!) con le bollette cartacee che diventano mensili invece che bimestrali per i clienti consumer come me che hanno disdetto l'addebito diretto (per legittima difesa, visti i continui errori di fatturazione di Vodafone, sempre riconosciuti e corretti dopo la scocciature del reclamo formale) raddoppiano le spese postali già gonfiate di loro (la posta massiva di cui si serve Vodafone costa mooooolto meno degli oltre 3 euro addebitati), peraltro per una bolletta cartacea spesso consegnata dopo la scadenza (sic) quindi doppiamente inutile considerato che il pagamento entro la scadenza può avvenire solo online al ricevimento della fattura in pdf via email: incredibile! sì, Vodafone spedisce la bolletta digitale via email per incassare entro la scadenza, ma rifiuta di non spedire già scaduta la fattura cartacea per fregarsi anche l'aumento nascosto nel costo postale! l'AGCOM ormai permette qualsiasi furbata alle solite telco dedite all'imbroglio legalizzato.

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Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o dei Carabinieri?

Messaggioda cts » 21 dic 2023 08:13

Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o dei Carabinieri?
Viviamo in un sordido Paese dove se ti occupano abusivamente, e con la forza, una casa non puoi fare niente se non seguire un percorso burocratico visto che non puoi a tua volta rioccupare - e con la forza - il bene in tuo possesso del quale sei legalmente responsabile e del quale continui a pagare le tasse...
Vicenda simile quella del link qui sopra, anche se esposta in maniera poco chiara.

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Come bloccare lo strapotere di banche e rampolli d'oro?

Messaggioda cts » 01 gen 2024 14:13

Come bloccare lo strapotere di banche e rampolli d'oro?
Per un noto incapace il 2023 è l’anno del grande perdono. Le banche gli condonano 16,7 milioni. Cr7 altri 2,8 milioni. Un noto incapace, rampollo ricco di famiglia (no, non è il principe Savoia, ma è piemontese lo stesso...) apre un'attività imprenditoriale che va malissimo e accumula debiti per milioni e milioni di euro ma le banche (e Cristiano Ronaldo) gli condonano tutti i debiti! Non è finita: la colpa di tutto che è andato male sapete di chi è? Di un testimonial dell'attività, il pilota Enea Bastianini!

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Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o degli Enti pubblici?

Messaggioda cts » 12 gen 2024 12:48

Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o degli Enti pubblici?
Nubifragi a Milano, un uomo - colpito alla testa - diventa invalido a 27 anni per un ramo caduto in strada: scaricabarile tra cinque enti pubblici che si rimpallano le responsabilità sulla potatura e il giudice si arrende. La famiglia si oppone all'archiviazione del caso .

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Come bloccare lo strapotere dell'INPS?

Messaggioda cts » 19 gen 2024 16:03

Chiunque di noi ha purtroppo avuto a che fare in vita sua con l'INPS.
E non ha ricordi piacevoli: procedure farraginose, sito poco navigabile (provate a trovare immediatamente il cassetto previdenziale...), conteggi di TFR sbagliati da loro stessi con relative richieste perentorie, orari di accoglienza rigidi e contingentati anche in epoca PRE-COVID19, eccetera.
Ed eccoci quindi alla notizia assurda del giorno, con protagonista il nostro Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Trento, torna a lavorare un mese per aiutare il cugino e guadagna 280 euro: ne dovrà restituire 19mila all'Inps
Angelo Menapace era andato in pensione nel 2021 con Quota 100. La denuncia: «Non penso si sia mai verificata una cosa simile in Italia»


Pensionato fa la comparsa in un film e incassa 77 euro: l'Inps gliene chiede indietro 20mila
Robert Stark, residente a Merano in Alto Adige, aveva fatto la comparsa nel documentario su Ilaria Capua: «Dopo la richiesta dell'Inps l'ho chiamata»


Anche per questi motivi in Italia fiorisce "il nero" tra i posti di lavoro.

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Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o degli Enti pubblici? 2

Messaggioda cts » 03 feb 2024 16:10

Come bloccare lo strapotere della burocrazia... o degli Enti pubblici? 2
Torino, donna cade per una buca. Il PM chiede l’archiviazione: «La città non ha soldi per i lavori»

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Come bloccare lo strapotere dei cartelli stradali confusionari?

Messaggioda cts » 07 feb 2024 18:59

Come bloccare lo strapotere dei cartelli stradali confusionari?
Il sistema ISA, obbligatorio per le nuove auto da luglio, incontra difficoltà a causa del disordine nella segnaletica stradale, compromettendo la sicurezza e l'efficacia della tecnologia poiché le auto non capiscono a che velocità andare.

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Come bloccare uno strapotere: la nuova legge DMA

Messaggioda cts » 10 mar 2024 02:09

Come bloccare uno strapotere: la nuova legge DMA
In Europa vogliono "aprire Apple" a forza, che cosa significa? Significa che l'Europa potrebbe prendere di mira prima di tutto Apple con la nuova legge DMA, che impone rigidi standard alle grandi aziende tecnologiche. E finalmente Whatsapp potrà dialogare con gli utenti Telegram o Signal!

Con l'entrata in vigore della Digital Markets Act (DMA), l'Europa ha cambiato le regole del gioco per le grandi aziende tecnologiche. Apple, con le sue restrizioni imposte agli sviluppatori di app che devono fare affidamento sul suo App Store per raggiungere milioni di utenti, è un forte candidato per la prima indagine formale. A suggerirlo è una persona che ha lavorato alla nuova legge e che, parlando con Wired, ha descritto Apple come un “frutto facile da cogliere”.

Se Apple dovesse davvero affrontare un’indagine da parte delle autorità europee, l’effetto potrebbe essere dirompente per tutto il settore. Le regole del DMA infatti impongono apertura e interoperabilità, così come la definizione di standard. Tutte cose che, in un modo o nell’altro, se applicate potrebbero intaccare i bilanci delle aziende, offrendo maggiore libertà di movimento ai concorrenti più piccoli.
Apple potrebbe vedersi costretta a modificare le sue pratiche commerciali per conformarsi ai nuovi standard; e dopo il colosso fondato da Steve Jobs toccherebbe a Google, Amazon, Meta e tutti gli altri. Cambiamenti che, nello spirito della legge, andrebbero a favore dei consumatori.

Il Digital Markets Act (DMA) è infatti un regolamento europeo che mira a creare un mercato digitale più equo e competitivo. Questa legge è stata progettata per affrontare le pratiche anticoncorrenziali dei giganti della tecnologia che dominano il settore.
Il punto non è “castigare” Apple o altri, ma assicurarsi che queste aziende non esercitino troppo potere sui consumatori. Per esempio impedendo l’accesso ad applicazioni identiche ma meno costose, o rendendo artificiosamente complesso il passaggio a una piattaforma diversa.
L'obiettivo del DMA è garantire l'assenza di barriere di ingresso per tutti i servizi online, combattere gli abusi di mercato delle grandi piattaforme digitali, stimolare l'innovazione e la concorrenza dei mercati digitali. In teoria, se il DMA sortirà gli effetti desiderati, domani in Europa sarà sensato aprire una nuova società in concorrenza con Apple o Google (non che sembri una buona idea a prescindere, ma sarà comunque meno difficile).

Per raggiungere questo risultato è necessario “aprire a forza” Apple e altre aziende simili, obbligandole se necessario ad accettare le pratiche migliori per gli interessi della concorrenza e dei consumatori.
Ma ovviamente le aziende si oppongono con tutte le loro forze, quindi per ogni passaggio - anche il più piccolo - sarà probabilmente necessario passare in tribunale. Con la differenza che, stavolta, le possibili multe sono davvero sostanziose; fare in modo che poi le aziende le paghino è comunque molto difficile, ma le cifre in questione sono comunque di quelle che possono obbligarti a non pagare i dividendi. Quella sì che sarebbe una motivazione forte.

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Come bloccare uno strapotere della ottusa ZTL di Milano?

Messaggioda cts » 18 mar 2024 16:48

Milano, divieti alle moto più inquinanti in Area B e C: ecco quando scattano i primi blocchi. La protesta dei centauri
Dal primo ottobre 2024 non potranno entrare nelle ZTL i motocicli a due tempi Euro 2, quelli a gasolio Euro 2 e quelli benzina a quattro tempi Euro 0 e 1. Cortei e raccolta firme contro il provvedimento: «Non siamo paragonabili alle auto»

I divieti di ingresso e circolazione in Area B e C fanno infuriare i motociclisti, che sabato si sono dati appuntamento a Milano (per la terza volta) per un raduno — ovviamente in sella alla loro moto — che da via Corelli sono arrivati, in circa un migliaio, in piazza Duomo. Per dire «no» al rigidissimo calendario del Comune che,
- dal 1° ottobre 2024, metterà al bando nelle due principali ZTL cittadine
- tutti i motocicli a due tempi Euro 2, quelli a gasolio Euro 2 (sigh!) e quelli benzina a quattro tempi Euro 0-1.
- Dal 1° ottobre 2025, in aggiunta, saranno
- vietati i motocicli a due tempi Euro 3, quelli a gasolio Euro 3 e anche i benzina a 4 tempi Euro 2.
E ancora:
- dal 2 ottobre 2028 (il 1° è domenica e come noto Area B e C sono spente, salvo modifiche)
- saranno interdetti i motori benzina a quattro tempi Euro 3.
L’ultimo divieto scatterà infine
- il 1° ottobre 2030 quando a essere impediti saranno
ingresso e circolazione dei motocicli a due tempi Euro 4 e di quelli a gasolio Euro 4 e 5.

- Potranno invece sempre entrare tutte le moto e i motorini a due tempi di classe Euro 5, quelli a benzina 4 tempi di classe Euro 4 e Euro 5, i mezzi che si alimentano a Gpl, metano, bifuel, gli ibridi e gli elettrici.

Contro i divieti di Palazzo Marino i centauri hanno lanciato anche una petizione su Change.org che, ad oggi, ha raccolto quasi 17 mila firme. «Le moto Euro 0 non potranno girare più nelle città dall’ottobre 2024, non pensando minimamente che sono più le automobili che inquinano essendo sempre ingorgate, mentre le moto essendo più agili e veloci inquinano meno della metà di un auto, la maggior parte delle volte occupate da una sola persona, occupando spazio e riducendo la velocità dei movimenti nelle città», si legge nel testo della petizione.

A sostenere la battaglia dei motociclisti milanesi ci sono esponenti di Lega e Fratelli d’Italia. Per il capogruppo del Carroccio Alessandro Verri, «il Comune deve ripensare i divieti: è una scelta che va contro la nostra storia visto che sono anche veicoli storici e che non circolano quotidianamente. Ma in questo modo obbligheremo le persone a cambiare il proprio veicolo, non potranno usarlo neanche per hobby. Solita scelta folle green che non aiuta l’ambiente ma che va a penalizzare solo i cittadini». Chi sta portando avanti un dialogo con l’amministrazione è invece il capogruppo di FdI Riccardo Truppo con il consigliere Enrico Marcora, mirato a «comprendere la ragionevolezza di un divieto che pare nulla sposti in tema ambientale, ma tanto possa fare per snellire il traffico e rendere possibili spostamenti veloci in città».

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Come bloccare lo strapotere di una buca che stravolge delle vite, in Italia?

Messaggioda cts » 23 apr 2024 15:27

Come bloccare lo strapotere di una buca che stravolge delle vite, in Italia?
Stavolta non parliamo di buche che causano incidenti stradali e quindi morti, ma di centinaia di persone non possono più rientrare a casa, a Villaricca vicino Napoli, perché improvvisamente si apre una voragine nella strada sottostante.
Mentre Procura e Prefettura si rimbalzano le responsabilità le famiglie aspettano di rientrare negli appartamenti non le lesionati... da due anni!


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