Aprilia Dorsoduro Factory: evoluzione della specie

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Bonfigl

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Modello: Aprilia Dorsoduro Factory
Cilindrata: 750
Colore: vero carbonio-nero
Km percorsi: 5000
Località: La Spezia (provincia)

Aprilia Dorsoduro Factory: evoluzione della specie

Messaggioda Bonfigl » 22 apr 2011 13:13

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L’Aprilia Dorsoduro, motard bicilindrica di successo, ha saputo far breccia nel cuore degli appassionati grazie alle spiccate doti dinamiche e alla sua forte personalità estetica. Per il 2010 la casa di Noale ne propone un interessante upgrade denominato FACTORY. Un nome che racchiude in sé tutta l’esperienza del reparto corse Aprilia per rendere chiaro sin da subito che con la nuova Dorso non c’è da scherzare: naked&C sono avvisate!
DA FERMA

E’ bella la nuova DORSODURO FACTORY. La linea disegnata da Miguel Galluzzi, padre del primo Monster, colpisce dritta al cuore con uno stile moderno e aggressivo derivato dal mondo Motard ma reso meno estremo per i combattimenti sulle strade di tutti i giorni. Alta e di fianchi stretti, come la scuola del traverso impone, piace molto il codino posteriore che punta in alto, inglobando i due bellissimi terminali di scarico (ora bruniti) dotati di fessure che richiamano le branchie di uno squalo. Il filante codino si chiude con un aguzzo fanale a led perfettamente integrato nelle linee della moto.

Ma sono i particolari a rapire subito l’attenzione, come il bellissimo telaio composito in tubi d’acciaio rossi che si fondono alle piastre di alluminio nere nella zona centrale creando un aggressivo contrasto tra queste due cromie, leitmotiv estetico di tutta la moto. Ed è proprio la sapiente miscela di questi due colori a donare alla dorso un look da vera sbriciolatrice d’asfalto.

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La vera chicca che la distingue dalla versione standard è però l’utilizzo a profusione della fibra di carbonio. Parafango anteriore, convogliatori laterali e blocchetto d’accensione sono tutti realizzati nella pregiata fibra, lasciata volutamente a vista, tanto per chiarire bene di che pasta è fatta la nuova Dorsoduro. Molto bello anche il forcellone posteriore grigio (lo avremmo preferito nero), il gruppo cupolino fanale anteriore che richiama, nelle forme, l’elmo di un antico guerriero greco, la coppia di leve regolabili sia per il freno che per la frizione, protette dai sempre utili (su questo tipo di moto) paramani, e i dischi freno a margherita ora morsi dalle nuovissime e potentissime pinze Brembo. Le radiali all’anteriore, insieme alle sospensioni pluriregolabiliregolabili della tedesca SACHS, sono le altre novità introdotte sulla nuova FACTORY. Ma adesso basta “guardare”, montiamo su.

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IN SELLA

Appena inforcata, la Dorsoduro accoglie il pilota con una seduta tutto sommato comoda. Ci ha permesso di macinare molti chilometri di fila senza accusare fastidiosi indolenzimenti anche se alla prima occhiata si sarebbe detto il contrario. La sella ha una forma filante, ed è rifinita con cuciture rosse e una particolare trama che richiama quella del carbonio nella parte centrale. Davvero azzeccata, poi, la forma che permette di “scivolare” facilmente in avanti quando è necessario caricare l’avantreno in ingresso curva oltre a facilitare gli spostamenti laterali nei repentini cambi di direzione.

Schiena dritta e postura da Motard. Le braccia stringono il robusto e largo manubrio a sezione variabile donando immediatamente una sensazione di controllo assoluto. Solo l’altezza da terra è un po’ elevata e chi non supera il metro e settanta farà leggermente fatica a toccare con i piedi per terra. Nota di demerito, invece, per il lungo cavalletto laterale, non facilmente azionabile quando si è in sella: almeno all’inizio è necessario cercarlo prima con gli occhi per poi prendere bene la mira col piede.

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Giriamo la chiave ed aspettiamo il Check sul cruscotto che arriva accompagnato dal disegno di una Dorsoduro stilizzata sul Dysplay a cristalli Liquidi. Moderno nella linea, e molto ben rifinito, è composto da due strumenti: uno circolare a sinistra con retroilluminazione bianca per il contagiri; l’altro a destra, di forma quadrata, con retroilluminazione rossa (la retroilluminazione è regolabile su 3 livelli) in grado di visualizzare numerose informazioni agendo sull’apposito tasto sul blocchetto di destra (che funge anche da pulsante di avviamento). Oltre alla velocità, temperatura del motore, orario, km percorsi, cliccandoci sopra potremo visualizzare i vari Trip parziali, il consumo medio, la velocità massima raggiunta (che resta in memoria), ma sopratutto si potranno cambiare le tre differenti mappature di cui è dotata questa motocicletta: R per Rain, T per Touring o S per Sport.

Sarete voi a scegliere la configurazione più idonea alla situazione di guida. Anche in movimento: basta solo avere l’accortezza di chiudere completamente il comando del gas elettronico (la centralina riconosce la posizione di “tutto chiuso”). La Dorsoduro è dotata di un moderno sistema RIDE BY WIRE, ulteriormente evoluto in questa versione, che controlla contemporaneamente l’apporto di aria-benzina al motore e il sistema di accensione per un erogazione sempre fluida e ottimale, valutando, in combine con centralina, moltissimi altri parametri, come ad esempio la marcia inserita o la temperatura esterna, per garantire sempre il massimo delle prestazioni in ogni condizione.

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PARTIAMO. Il Bicilindrico longitudinale a V di 90° ha un bel borbottio già al minimo. 750 centimetri cubici e 92 cv a 8.750 giri/minuto, oltre ad una coppia max all’albero di 8,4 kgm, sono i dati dichiarati da Aprilia per questa nuova versione della Dorsoduro. Il propulsore sale di giri molto rapidamente raggiungendo in un attimo il limitatore che stacca intorno ai 10.000. La ripresa è fluida e corposa già dai regimi più bassi, col motore prontissimo all’apertura del gas con una progressione fin troppo improvvisa e fulminea con la mappa Sport inserita appena oltre i 2000/3000 giri. Purtroppo questa caratteristica va a disturbare un po’ l’azione di guida nei tornanti stretti dove è necessario dosare millimetricamente la manetta a causa di un eccessivo effetto On/Off . La mappa Touring, invece, è decisamente più gestibile e soft, ed è anche quella che ci si ritrova ad utilizzare più spesso (soprattutto quando si va a spasso o nel traffico cittadino). Meno aggressiva nella prima fase di apertura del gas è dotata comunque di “medi” più che robusti: tenete la moto tra i 4000 e i 6000 e vi divertirete come matti tra le curve del vostro passo preferito senza un eccessivo impegno psicologico. Con la mappatura Touring avrete inoltre una spinta agli alti che coincide praticamente con quella della Sport.

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Passando alla selezione “Rain”, ovviamente la meno performante delle 3, abbiamo potuto saggiarne tutta la bontà durante un brutto acquazzone che ha caratterizzato il secondo giorno di test: selezionate questa mappa e aprite decisi sul bagnato. La risposta è talmente dolce che vi permetterà tranquillamente di osare (ma attenzione, la sensazione di sicurezza è tale che si rischia poi di esagerare).

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SENSAZIONI DI GUIDA

Il piacere di guida assoluto resta il vero punto forte di questa moto: ci salite sopra e non vorreste scendere più. La componentistica in carbonio ha reso possibile un dimagrimento pari ad 1 kg rispetto alla Dorsoduro Standard (adesso siamo sull’ordine dei 185 kg a secco), per dar vita, insieme alla raffinata ciclistica, ad un mix letale quando ci si ritrova nel misto stretto. Inserimenti fulminei, grande appoggio, ottima scorrevolezza di forcella e mono, comportamento da riferimento in staccata. Solo al posteriore avremmo preferito una taratura standard leggermente più dura. Ma cucirsi questa Factory addosso è davvero un attimo.

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In uscita di curva, la moto mantiene bene la traiettoria impostata e anche se non è possibile caricare bene l’avantreno come su una naked di impostazione sportiva (a causa del manubrio alto) la direzionalità resta comunque ottima, come la confidenza sulla ruota anteriore che, a gomme ben calde, garantisce un’elevatissima sensazione di grip e sicurezza, con una moto che risulta sempre precisa e obbediente nel seguire gli ordini impartiti dal pilota. Un vero spasso sia nel lento che sui tratti più veloci dove la Dorso esubera gli standard di categoria senza mai scomporsi.

Nota di merito, poi, all’impianto frenante, davvero notevole, che segna un deciso passo avanti rispetto al vecchio modello (sprovvisto delle Brembo). Un impianto radiale a 4 pistoncini (all’anteriore) capace di arrestare la moto in spazi ridotti, col pericolo di mettersi la moto per cappello se si esagera troppo nello strizzare la leva (in altre parole, quelli più spericolati potranno divertirsi con “stoppies” a go go). Con un utilizzo corretto l’impianto risulterà sempre perfettamente modulabile. Anche il comando al posteriore eccelle nella risposta consentendo di bilanciare la moto o controllare alla perfezione qualche piccolo sliding. Solo la frizione, tra l’altro a comando idraulico, è risultata leggermente dura rispetto alla media generale.

PER CONCLUDERE

Tanti pregi e pochi difetti per questa ultima creatura di Noale. La Dorsoduro FACTORY colpisce prima gli occhi e poi mira dritta al cuore, merito delle indiscutibili doti dinamiche. Il tutto con un prezzo pari a 9500 euro , adeguato alla componentistica al Top. Una moto che potrà creare seri dubbi in molti estimatori di modelli naked, andando ad insidiare persino le più aggressive Motard austriache di casa KTM, o la Ducati Hypermotard 1100, che hanno sì prestazioni superiori, ma anche prezzi più elevati e non proprio alla portata di tutti. Del confronto con la Hypermotard 796, invece, abbiamo già accennato QUI parlando della Dorsoduro Standard, un confronto a nostro avviso inappropriato, invece, per quanto riguarda questa versione Factory: troppo il divario di dotazione tecnica tra le due moto.

APRILIA DORSODURO IN SINTESI
Pregi:
Linea
Ciclistica/Guidabilità
Componentistica
Prezzo adeguato all’offerta

difetti:
Eccessivo effetto on/off del Gas con la mappatura Sport
Cavalletto difficile da azionare
Leva Frizione non morbidissima


Secondo me
pregi:
ciclistica da paura.
ottimi freni
prezzo competitivo..
profusione di vero carbonio
molto curata...
motore monto regolare

difetti:
nessuno.. forse solo il calore proveniente dal catalizzatore puo dar noia in estate

pregio-difetto: istiga al teppismo


per maggiori informazioni

http://lnx.dorsoduroforum.com/forum/index.php


P.S. sara il mio prossimo mezzo :danza:

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Aprilia Dorsoduro Factory: evoluzione della specie

Messaggioda Huck Finn » 23 apr 2011 01:04

Bonfigl ha scritto:...
difetti:
nessuno.. forse solo il calore proveniente dal catalizzatore puo dar noia in estate

pregio-difetto: istiga al teppismo
....

P.S. sara il mio prossimo mezzo :danza:


Ah, bè, allora capisco il perché della scelta del 125 turbo...
Bellissimo mezzo, per carità, ma se dovessi usare quello un'ora o due tutti i giorni non credo che ce la farei.
E poi usarlo secondo le sue potenzialità mi sa che richiederebbe perlomeno un strada chiusa al traffico o uno zio Presidente di uno stato nordafricano... ;)
Ciao, Huck

Ex Sat 250 Ex, ex Majesty 250, ex automobilista

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Aprilia Dorsoduro Factory: evoluzione della specie

Messaggioda Bonfigl » 23 apr 2011 14:54

Guarda, il Satelis "COMPRESSOR" (tra compressore volumetrico e turbo a gas di scarico c'è una bella differenza) limitato a 15 cv motoristicamente parlando è superiore solo a coppia rispetto agli altri 125.... questa coppia è molto utile nei sorpassi e in coppia... ma quello che rende il Satelis 125 superiore ai concorrenti è il telaio, metti 2 pirelli diablo scooter come me e in un attimo senti grattare la pedana.... la ciclistica sembra di granito dato l'interasse molto lung e le sospensioni rigide, con le diablo secondo me guadagni anche un po in maneggevolezza...

Tornando alla Dorsoduro è veramente un gran moto... tanto di cappello ad Aprilia che è riuscita a creare uno dei motard stradali piu veloci e potenti, riuscendo a contenere i costi.

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Re: Aprilia Dorsoduro Factory: evoluzione della specie

Messaggioda Raffo_Style » 11 feb 2012 22:52

una valida enduro! L'ho vista da vicino e devo dire fa la sua bella figura!
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fabiorunner

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Re: Aprilia Dorsoduro Factory: evoluzione della specie

Messaggioda fabiorunner » 09 apr 2012 11:52

Ho avuto il modo di provare la Dorsoduro in versione non Factory, alla presentazione del modello in concessionaria.
E' quindi passato un po' di tempo ma devo dire che fra le moltissime moto che ho provato finora, è stata quella che mi ha messo un po' di soggezione, ma anche molto gratificato, in virtù della tipologia di erogazione che la casa ha scelto di ottenere da questo motore.
Nella modalità "rain" è tutto moderatamente facile e nella norma ma, al passaggio alle altre mappature, l'impegno per tenere a terra la ruota anteriore diventa un po' invasivo per i miei gusti. Ovviamente di un nuovo modello si vogliono saggiare i limiti e quindi si è generosi con la mano destra, ma quando è molto più facile stare con 50 cm d'aria sotto alla ruota anteriore che non con l'asfalto beh, adrenalina e emozioni sono costanti.
Ovviamente non comprerei mai questo tipo di moto, fatta per divertirsi sui tornanti a patto che siano velocemente raggiungibili pena la distruzione del fondoschiena e della colonna vertebrale ma, ogni tanto, qualche emozione ci sta pure bene.

Bonfigl

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Re: Aprilia Dorsoduro Factory: evoluzione della specie

Messaggioda Bonfigl » 19 apr 2012 20:54

@raffo_style.... non è un enduro....

@fabiorunner... la mia zona è tutta curve... i rettilinei si contano sulle dita di una mano...

Ti dirò, non è una moto da viaggio, ma non è nenache tanto scomoda... a volte ci faccio anche giri da 400 km senza problemi...

Per quanto riguarda le impennate, vengono solo le le cerchi, o se sbagli la posizione di guida...

Va guidata con le palle sul serbatoio e busto eretto per caricare l'anteriore. Come i veri motard.


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