X CTS.
No, non ho mai avuto un cross giallo e nero.
Presi il foglio rosa a fine aprile del 1970, dopo che terminò uno sciopero della DIRSTAT, sindacato dei dirigenti statali, che mi tennero ferma la domanda alla motorizzazione per quasi un mese. Patente a luglio del 1970. Prima ancora del conseguimento della patente: esperienza con il 50cc, il mitico CIAO. Poi un LUI (vinto da mio cugino ad una lotteria), poi un TROTTER della Motoguzzi. Prima esperienza con moto con marce: una LODOLA (rossa) della Motoguzzi: fantastica per quei tempi....Ti dava la impressione della LIBERTA' ASSOLUTA. Poi esperienza con la Ducati. Serbatoio giallo e ruote a raggi. Le moto costose avevano i cerchi in alluminio, le altre in ferro. La Gilera per i modelli 98 e 124 montava le ruote in ferro per la serie normale e in alluminio per la serie SEI GIORNI. Queste avevano anche il contagiri meccanico. All'epoca di fatto non esistevano le ruote in lega ed i raggi delle ruote dopo qualche tempo perdevano la originaria linearità, tendevano ad incurvarsi e la moto iniziava a "galoppare". Quindi sia andava dal meccanico che registrava i raggi ad uno a uno. Meccanici che RIPARAVANO i pezzi, a differenza di quel che accade oggi ove si tende a comperare il pezzo nuovo invece di riparare quello vecchio (magari ancora in buono stato).
Freni rigorosamente a tamburo a due o tre ceppi, per le moto più costose. Frizione a dischi multipli in bagno d'olio.... Nessun obbligo di casco e, di fatto, di revisione periodica. E chi possedeva il Galletto della Guzzi vi era anche una intera ruota di scorta posizionata davanti.
Ma te l'ho detto..... è quasi preistoria....
Buona serata.
Diavoletto
Passato, presente e futuro dei marchi motociclistici
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Re: Passato, presente e futuro dei marchi motociclistici
Ti chiami come uno che conosco, hai avuto una Benelli come uno che conosco, hai l'età di uno che conosco, sei della stessa città di uno che conosco... ma non sei lui!
Ok, è sempre bello comunque leggere le moto che si sono possedute, "condite" con sapori e considerazioni d'annata, molto bello!
Ciao.
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Benelli: fallimento revocato
Benelli: fallimento revocato
La Corte d’Appello di Ancona ha revocato il fallimento di Benelli accogliendo il ricorso presentato dall’azienda italo-cinese.
Benelli QJ, attraverso una nota, fa saperre che ieri la Corte d’Appello di Ancona ha revocato la sentenza con la quale era stato dichiarato il fallimento della società Benelli QJ srl, accogliendo il ricorso presentato dall’azienda italo-cinese.
Benelli coglie l’occasione per confermare il suo piano aziendale e la volontà di investire nello sviluppo e commercializzazione dei nuovi modelli, a cominciare da quelli presentati al Salone EICMA di Milano, tra cui Leoncino 500, Leoncino 500 Trail, TRK 502, 302R e TNT 125 che arriveranno sul mercato nel corso del 2017.
Il giudice del tribunale di Pesaro Davide Storti ha dichiarato il fallimento della Benelli Moto per 120.000 euro. Il brand pesarese, da oltre un decennio oramai di proprietà del gruppo cinese Qianjiang Group, quotata in in Borsa a Shanghai. A darne notizia l'edizione pesarese de Il Resto del Carlino. Oggi nella fabbrica di Pesaro lavorano 45 persone ed è anche la prima volta che la casa del Leoncino chiude una semestrale in attivo: 800 moto vendute a fine luglio, settima casa motociclistica italiana.
La storia di questo fallimento inizia 8 anni fa quando la casa pesarese ordina una partita di ammortizzatori alla casa olandese Wp Sospension per un valore di 120mila euro. Partita che Benelli contesta e dice di non aver mai ricevuto. Sulla scorta di questa posizione è partito un contenzioso legale che si trascina da anni. A seguire Benelli, oltre a professionisti pesaresi, anche lo studio torinese di Franzo Grande Stevens, che segue la famiglia Agnelli e la Juventus. Ciò nonostante qualche mese fa è arrivato il primo 'avvertimento' alla Benelli attraverso il decreto di sequestro di una serie di moto pronte per essere consegnate ai concessionari.
Benelli non ha in ogni caso saldato il debito e da qui la sentenza dei giorni scorsi di fallimento della Benelli Moto con relativa nomina di un curatore fallimentare.
Questa la nota della casa pesarese/cinese: "La sentenza ha sorpreso il management dell'azienda, in quanto il decreto vantato dalla società fornitrice che ha prodotto l'istanza era stato a suo tempo contestato, anche se ai fini della risoluzione in questione, Benelli aveva manifestato l'intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta già organizzando il reclamo alla Corte d'Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio è solido e dispone di liquidità sufficiente per l'adempimento delle obbligazioni assunte, nella certezza che l'istanza del reclamo sarà accolta dalla Corte d'Appello".
Sempre secondo quando riporta il quotidiano sembra infatti che Benelli abbia già disposto il saldo e per questo motivo i legali sperano in una interruzione del decreto di fallimento. Malgrado la preoccupazione di dipendenti e sindacati, la società è solida, con oltre un milione di euro di liquidità e nessun contenzioso aperto. Auguriamoci quindi che per 'soli' 120mila euro la questione si risolva velocemente.
Certo, viene da chiedersi, se tutto questo era evitabile. Di certo non farà bene all'immagine del brand pesarese.
La Corte d’Appello di Ancona ha revocato il fallimento di Benelli accogliendo il ricorso presentato dall’azienda italo-cinese.
Benelli QJ, attraverso una nota, fa saperre che ieri la Corte d’Appello di Ancona ha revocato la sentenza con la quale era stato dichiarato il fallimento della società Benelli QJ srl, accogliendo il ricorso presentato dall’azienda italo-cinese.
Benelli coglie l’occasione per confermare il suo piano aziendale e la volontà di investire nello sviluppo e commercializzazione dei nuovi modelli, a cominciare da quelli presentati al Salone EICMA di Milano, tra cui Leoncino 500, Leoncino 500 Trail, TRK 502, 302R e TNT 125 che arriveranno sul mercato nel corso del 2017.
Il giudice del tribunale di Pesaro Davide Storti ha dichiarato il fallimento della Benelli Moto per 120.000 euro. Il brand pesarese, da oltre un decennio oramai di proprietà del gruppo cinese Qianjiang Group, quotata in in Borsa a Shanghai. A darne notizia l'edizione pesarese de Il Resto del Carlino. Oggi nella fabbrica di Pesaro lavorano 45 persone ed è anche la prima volta che la casa del Leoncino chiude una semestrale in attivo: 800 moto vendute a fine luglio, settima casa motociclistica italiana.
La storia di questo fallimento inizia 8 anni fa quando la casa pesarese ordina una partita di ammortizzatori alla casa olandese Wp Sospension per un valore di 120mila euro. Partita che Benelli contesta e dice di non aver mai ricevuto. Sulla scorta di questa posizione è partito un contenzioso legale che si trascina da anni. A seguire Benelli, oltre a professionisti pesaresi, anche lo studio torinese di Franzo Grande Stevens, che segue la famiglia Agnelli e la Juventus. Ciò nonostante qualche mese fa è arrivato il primo 'avvertimento' alla Benelli attraverso il decreto di sequestro di una serie di moto pronte per essere consegnate ai concessionari.
Benelli non ha in ogni caso saldato il debito e da qui la sentenza dei giorni scorsi di fallimento della Benelli Moto con relativa nomina di un curatore fallimentare.
Questa la nota della casa pesarese/cinese: "La sentenza ha sorpreso il management dell'azienda, in quanto il decreto vantato dalla società fornitrice che ha prodotto l'istanza era stato a suo tempo contestato, anche se ai fini della risoluzione in questione, Benelli aveva manifestato l'intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta già organizzando il reclamo alla Corte d'Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio è solido e dispone di liquidità sufficiente per l'adempimento delle obbligazioni assunte, nella certezza che l'istanza del reclamo sarà accolta dalla Corte d'Appello".
Sempre secondo quando riporta il quotidiano sembra infatti che Benelli abbia già disposto il saldo e per questo motivo i legali sperano in una interruzione del decreto di fallimento. Malgrado la preoccupazione di dipendenti e sindacati, la società è solida, con oltre un milione di euro di liquidità e nessun contenzioso aperto. Auguriamoci quindi che per 'soli' 120mila euro la questione si risolva velocemente.
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Polaris Industries cesserà la produzione del brand Victory Motorcycles
Polaris Industries cesserà la produzione del brand Victory Motorcycles
Fondata nel 1998, la prima Victory V92C fu annunciata al mondo nel 1997, con l’obiettivo di insidiare il segmento di mercato dominato dalle Harley-Davidson, la Victory Motorcycles è sempre stata una forte presenza sul mercato americano collocandosi per anni al quarto posto nelle vendite in USA, ma le scarse vendite globali con poco più di 10.000 unità ne hanno decretato la fine.
Come riportato da MCN, per il Presidente e Amministratore Delegato della Polaris Industries Scott Wine si è trattato di una scelta sofferta. Il brand Victory ha progettato e prodotto quasi 60 modelli, venticinque dei quali hanno ottenuto i migliori riconoscimenti del settore motociclistico.
Il gigante americano ha deciso così di concentrare tutti i suoi sforzi economici e finanziari per migliorare le prestazioni dello storico marchio Indian Motorcycle e dell’innovativo brand a tre ruote Slingshot. Sempre per il CEO Scott Wine, si tratta di una scelta determinata da una strategia più ampia volta ad una crescita a lungo termine, vedi la recente acquisizione nel 2015 della Brammo Power, leader nella produzione di motori elettrici.
Polaris ha rassicurato tutti i possessori della moto americana, l’azienda aiuterà tutti i concessionari Victory, già rivenditori Indian, a liquidare le scorte esistenti continuando a fornire i pezzi di ricambio insieme ad un servizio di garanzia per un periodo di ben dieci anni.
Fondata nel 1998, la prima Victory V92C fu annunciata al mondo nel 1997, con l’obiettivo di insidiare il segmento di mercato dominato dalle Harley-Davidson, la Victory Motorcycles è sempre stata una forte presenza sul mercato americano collocandosi per anni al quarto posto nelle vendite in USA, ma le scarse vendite globali con poco più di 10.000 unità ne hanno decretato la fine.
Come riportato da MCN, per il Presidente e Amministratore Delegato della Polaris Industries Scott Wine si è trattato di una scelta sofferta. Il brand Victory ha progettato e prodotto quasi 60 modelli, venticinque dei quali hanno ottenuto i migliori riconoscimenti del settore motociclistico.
Il gigante americano ha deciso così di concentrare tutti i suoi sforzi economici e finanziari per migliorare le prestazioni dello storico marchio Indian Motorcycle e dell’innovativo brand a tre ruote Slingshot. Sempre per il CEO Scott Wine, si tratta di una scelta determinata da una strategia più ampia volta ad una crescita a lungo termine, vedi la recente acquisizione nel 2015 della Brammo Power, leader nella produzione di motori elettrici.
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Re: Passato, presente e futuro dei marchi motociclistici
...Rubrica ALTRI COSTRUTTORI E MODELLI.....
Ragazzi anche se non vi farà dormire sogni tranquilli per via dei continui furti, date una occhiata al nuovo Honda SH 125 /150. Qualità al top dei top........
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Re: Passato, presente e futuro dei marchi motociclistici
SH è sinonimo di qualità, quindi se lo acquisto pretendo di fare il tagliando e nient'altro. Di certo oggi non mi lamento neppure del mio Geo che finalmente ha trovato una "quadra" nella sua vita motoristica e funziona meravigliosamente, tra l'altro a 13000 km consuma persino meno di quando ne aveva 5000, potere dei mezzi costruiti maluccio.
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Hesketh Valiant 2018: sovralimentata da 2.100cc!
La resuscitata casa britannica ha lanciato un nuovo modello all'MCN London Show 2017 e si tratta di un vero "mostro", anche nel prezzo: http://www.motoblog.it/post/845966/hesk ... 2018-video .
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MV Agusta 600 4C 6: in vendita l'esemplare numero 001ociclistici
Presente: MV Agusta 4 cilindri 600, in vendita l'esemplare numero 001.
Passato: tutti gli errori commessi per far diventare questo modello un autentico flop.
Futuro: leggere questo appassionante articolo per non ricascare nello stesso errore.
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Royal Enfield, in arrivo la bicilindrica da 750 cc
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Avvistata la nuova Continental GT750 sulle strade inglesi dopo i recenti test in India e quelli in Spagna dello scorso anno.
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Laverda: un passato che rischia di non avere più un museo
Laverda Museum: in vendita l'intera collezione
81 moto e una quantità esagerata di documenti, trofei, fotografie e memorabilia: l'olandese Cor Dees mette in vendita la sua intera collezione dedicata al marchio arancione di Breganze
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