Da parte mia la cosa non finisce qui, spero di fornirvi dati più concreti appena possibile.
E infatti, eccomi qui con altre brutte notizie.
Stamattina, in occasione del mio primo collaudo al Satelis (sono passati quattro anni), ho approfittato del fatto di trovarmi nel capoluogo per gironzolare tra i concessionari
Peugeot, Piaggio e Sym.
Perché Sym?
Non volevo limitare la mia mini-inchiesta alla sola comparizione dei prezzi tra Peugeot e Piaggio e quindi ho incluso anche Sym, poiché il
Peugeot Tweet deriva dal
Sym Symphony, lo scooter del produttore taiwanese più venduto in Italia. Un'operazione simile a quella del
Peugeot LXR (rielaborazione del
Sym HD).
Comparazione prezzi ricambi in comune tra Peugeot e PiaggioInutile conferma: gli stessi ricambi però acquistati presso Peugeot sono indiscutibilmente molto più cari di quelli Piaggio. UNA VERGOGNA!
Comparazione prezzi ricambi in comune tra Peugeot e SymHo chiesto anche al concessionario Peugeot i prezzi di tre ricambi (2 specchietti e 1 cerchio) un mio ipotetico Tweet 125 (costa € 1.950,00).
Perché specchietti e cerchio? Perché i primi sono quelli che si rompono più facilmente in caso di caduta, mentre il secondo è costruito dallo stesso fornitore di Sym e quindi la comparazione era molto indicativa.
TENETEVI FORTE!
Gli specchietti costano la bellezza di
43 euro cadauno!Il cerchio costa
257 euro!Significa che
tre soli componenti costano quasi 1/4 (€ 500)
di un intero scooter che costa € 1.950,00, è una cosa inammissibile!
Il magazziniere mi ha consigliato di comperare gli specchietti retrovisori di un'Honda SH (
una decina di euro cadauno) perché con un piccolo adattamento vanno bene anche sul Tweet.
Ma se veramente avessi avuto un Sym incidentato, io il mio cerchio me lo sarei dovuto comperare a quella cifra assurda!
Serve ancora girare per la mia inchiesta? Direi che l'esito è confermato
dal malessere del magazziniere, che era sorpreso quanto me di quanto sia esagerato il ricarico che la Peugeot Motorcycles Italia applica persino ai suoi pezzi di ricambio made in Taiwan, dove la manodopera non costa quanto quella italiana...
Purtroppo poi non meravigliamoci se i concessionari italiani - stretti da uno Stato avido, da delle banche-strozzino, da una Casa-madre non lungimirante - sono costretti a comportarsi in maniera estrema. Se la barca affonda, non affonda solo per il concessionario: lo Stato non spremerà più il suo inerme limone, la banca non succhierà più il sangue all'azienda sua cliente, io non avrò il concessionario sotto casa ma anche la Casa-madre perderà quote di mercato...
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