Multe: non ricordi il trasgressore alla guida? Novità!

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Multe: non ricordi il trasgressore alla guida? Novità!

Messaggioda cts » 15 nov 2015 17:53

Niente multa se non ricordi chi guidava
Diciamo la verità: a volte passa fin troppo tempo da quando commettiamo un’infrazione del Codice della Strada e l’arrivo della multa a casa. A volte succede che ci accorgiamo di aver fatto qualcosa di potenzialmente sbagliato – “Quel semaforo era già rosso o era ancora giallo?” – e passiamo diversi giorni con l’angoscia di ricevere una contravvenzione direttamente a domicilio. Altre volte la questione è diversa: abbiamo prestato la macchina a qualcuno e quando arriva la multa non sappiamo chi era alla guida.

Bene, pare che in questo caso ci sia una novità: se ammetti di non ricordare chi fosse alla guida del mezzo il giorno dell’infrazione, allora non devi pagare la multa.
Ok, forse non è così semplicistica la faccenda, ma possiamo dire che questo è l’epilogo di una disputa legale conclusa con la sentenza 307/2015 del Giudice di Pace di Campobasso.

È meglio specificare: la multa per infrazione del Codice della Strada è da pagare, sempre, a meno che non ci siano gli estremi per il ricorso. Ciò di cui stiamo parlando è la sanzione di 263 euro che può essere applicata quando non comunichiamo i dati di chi ha commesso l’infrazione.

Nessuna multa per chi non ricorda chi guidava?

Parliamo del caso e della sentenza: arrivata la multa, un imprenditore di una Società a Responsabilità Limitata ha rilasciato una dichiarazione dove specificava l’assoluta incapacità di ricordare chi fosse alla guida del mezzo al momento dell’infrazione contestata. Il perché è semplice: la multa è arrivata con colpevole ritardo e l’auto è aziendale, quindi a disposizione per diversi dipendenti. Senza un preciso storico è quindi impossibile assegnare una colpa, che di certo l’imprenditore non si può assumere. In fin dei conti è giusto così: pagheresti mai una multa supplementare quando sei sicuro di non aver fatto nulla per meritarlo?

La sentenza del Giudice

Il Giudice di Pace di Campobasso ha applicato l'art. 126 bis, comma 2 del CdS:

“La comunicazione deve essere effettuata a carico del conducente quale responsabile della violazione; nel caso di mancata identificazione di questi, il proprietario del veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell’art. 196, deve fornire all’organo di polizia che procede, entro sessanta giorni dalla data di notifica del verbale di contestazione, i dati personali e della patente del conducente al momento della commessa violazione.

Se il proprietario del veicolo risulta una persona giuridica, il suo legale rappresentante o un suo delegato è tenuto a fornire gli stessi dati, entro lo stesso termine, all’organo di polizia che procede.
Il proprietario del veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell’articolo 196, sia esso persona fisica o giuridica, che omette, senza giustificato e documentato motivo, di fornirli è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 286 a euro 1.142″.


In parole povere significa che bisogna sempre esplicitare il “colpevole”, ma che è ancora più grave se omettiamo di dare le generalità e quindi basta – in teoria – giustificare la situazione per evitare guai peggiori. “La legge non ammette l’ignoranza”? Be’, sì, se documentata. E quindi, parola di Giudice:

“Nulla può rimproverarsi a colui che in buona fede, a distanza di tempo dall’accertamento, non sia in grado di ricordare a chi aveva consentito l’uso della propria autovettura, circostanza di per sé idonea a costituire valida esimente, attesa l’assenza di colpa come requisito dell’illecito amministrativo”.


Un importante o pericoloso precedente?

Bisogna specificare tre diversi aspetti di questa vicenda:

a) Si tratta di una multa a una macchina facente parte di un parco veicolare aziendale;
b) La notifica della multa è giunta dopo un lasso di tempo importante (ma entro i 90 giorni);
c) L’imprenditore ha giustificato perfettamente la sua difesa.

Questo è bene dirlo, prima di poter affermare di non pagare la multa se non ricordiamo chi fosse alla guida al momento dell’infrazione. Anche perché da “importante” a “pericoloso” precedente il passo è breve: pensa a cosa accadrebbe se chiunque iniziasse a dire di non ricordare e che bastasse questo per evitare una contravvenzione. Diventerebbe il Paese dei Balocchi autostradali.

Assicurazione auto: occhio alla “guida esclusiva”

La cosiddetta “formula di guida” – o altrimenti detta “indicazione dei conducenti” – è richiesta dalle compagnie assicurative per conoscere chi guiderà il veicolo e per calcolare il premio assicurativo in base al rischio ipotizzato. La “guida esclusiva” la dice lunga e la scegli quando sei sicuro che sarai tu e solo tu a guidare la tua auto. E quindi che dirai no a chiunque quando ti chiederanno la macchina in prestito. Quindi no a mogli, mariti, fratelli, amanti, cugini, cugini di cugini e no, neanche un collega di lavoro o Superman se per caso ti dicesse che gli serve per salvare il mondo.

O meglio: puoi anche prestarla, ma sappi che i problemi con l’assicurazione nascono quando c’è un incidente. Forse può andarti bene per sempre, non succede nulla, ma il giorno in cui l’altra persona resta coinvolta in un incidente avrai invece da sostenere una rivalsa (limitata nella migliore delle ipotesi, illimitata nella peggiore) perché non eri tu alla guida.

Di solito questa formula fa risparmiare sul premio medio dell’assicurazione auto.

Diavoletto

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Re: Multe: non ricordi il trasgressore alla guida? Novità!

Messaggioda Diavoletto » 15 nov 2015 20:11

Per quanto attiene la sentenza del Giudice di Pace di Campobasso.
Calma, calma CTS. Aspettiamo la sentenza della Cassazione. Le pronunce dei Giudici di Pace non fanno testo e ben spesso e volentieri vengono smentite dagli stessi Giudici nelle grandi città ove di Magistrati onorari ne ne sono diversi. Se guardi le sentenze di anni addietro, effettivamente, tanti e tanti anni fa, le Società erano di fatto "esentate" dalla comunicazione del conducente ma questo fatto creava una enorme disuguaglianza tra i cittadini "normali" (alias persone fisiche) e le Società o Enti (persone giuridiche). Queste ultime di fatto potevano usufruire di un trattamento diverso e migliore.
Successivamente la stessa Corte di Cassazione cambiò orientamento e stabilì - per quanto mi è dato sapere - che anche le persone giuridiche erano tenute ad effettuare la prescritta comunicazione. Ciò perchè IL PROPRIETARIO E' CONSIDERATO CUSTODE (GIURIDICO) DEL MEZZO e come tale non può sottrarsi all'obbligo.
Ma, ripeto, attendiamo l'esito degli "Ermellini"....
Il Tuo articolo tuttavia mi spinge ad altre considerazioni. Vale a dire che, DI FATTO, conviene (talvolta) alle persone fisiche (altrimenti dette: comuni mortali.......) non comunicare il nominativo del conducente quando la infrazione è particolarmente grave. In altre parole: se viaggi ad oltre 40 Km/h OLTRE il limite di velocità imposto, ci sarà la multa e la sospensione della patente. DI FATTO CONVIENE PAGARE LA MULTA PER ECCESSO DI VELOCIETA' E ANCHE GLI EURO 286,00 pur di salvare la patente. O anche altre infrazioni (mancato rispetto passaggio pedoni sui passaggi pedonali: OTTO PUNTI), atteso che se si verificano altre infrazioni e si superano i quindici punti di penalità nell'anno, la patente viene COMUNQUE sospesa.
Proprio per "colpire" i tragrassori, si stanno studiando degli strumenti che possano fotografare il volto del conducente al momento della infrazione, nel totale rispetto della normativa sulla privacy. Ma ciò sembra sia una soluzione non pratica, nè imediata, nè eccessivamente utile alle Casse dell'Erario....
Buona serata.
Diavoletto

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Re: Multe: non ricordi il trasgressore alla guida? Novità!

Messaggioda cts » 15 nov 2015 21:02

Grazie delle precisazioni, Diavoletto.
Vedremo, dunque. E - se sarà il caso - aggiornerò questo articolo.

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Re: Multe: non ricordi il trasgressore alla guida? Era meglio tacere...

Messaggioda cts » 31 ago 2018 15:32

Autovelox: passa in moto a 140 km orari e incolpa la nonna. Denunciati entrambi...
A Faenza un motociclista viene fotografato mentre viaggia a 140 orari su una strada con limite di 70, ma scatta la denuncia perché dichiara che guidava la nonna.

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Andare oltre i limiti di velocità, essere beccati dall'autovelox e dichiarare che alla guida c'era un'altra persona per evitare di perdere punti della patente. Lo fanno ogni anno migliaia di persone in Italia, dichiarando il falso nell'autocertificazione obbligatoria che va compilata quando si riceve a casa la multa.

Certe volte, però, si esagera. Come riporta il quotidiano locale FaenaNotizie.it a Faenza, in provincia di Ravenna, un motociclista che dopo essere stato fotografato a bordo della sua moto mentre era lanciato a 140 km orari, contro un limite di 70 all'ora, ha inviato alla Polizia Municipale una autocertificazione con la quale dichiarava di essere sua nonna settantaduenne.

Mossa assai poco furba: a parte che è assai improbabile che una signora classe 1946 si lanci a quelle velocità, è ancora più difficile crederlo vedendo la foto scattata dall'autovelox. Foto che mostra chiaramente che chi portava la moto a 140 orari era vestito di tutto punto con abbigliamento tecnico da moto e indossava il casco replica di un noto campione motociclistico.

L'Emilia Romagna è patria dei motori, si sa, ma tutto questo è troppo, davvero troppo, persino per una nonna ravennate. La Municipale, inizialmente, ha ipotizzato un furto di identità e ha convocato la signora. Quando l'anziana si è presentata al Comando dei Vigili Urbani di Faenza, però, ha ammesso candidamente che in realtà alla guida c'era il nipote.

Per questo la signora è stata denunciata per falsità ideologica in atto pubblico, reato penale.

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