Avviso di raccomandata: i trucchi che svelano atto e mittente

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Avviso di raccomandata: i trucchi che svelano atto e mittente

Messaggioda cts » 20 dic 2015 11:04

Quando il postino tenta di consegnarci una raccomandata senza trovarci in casa ci informa del proprio passaggio lasciando in buchetta un avviso di deposito o giacenza. Un cartoncino che può avere colori diversi a seconda dell’atto o, ormai sempre più spesso, un foglietto stampato simile ad uno scontrino, che riporta i dati essenziali della busta non consegnata, i giorni e le modalità per il ritiro.

Avviso di raccomandata: che cos’è?

È sempre una sorpresa trovare uno di questi foglietti o cartoncini nella nostra cassetta per le lettere, soprattutto perché non viene mai chiaramente detto quale sia l’oggetto del recapito, né chi sia stato ad inviarcelo. Il plico poi diventa ritirabile solo una volta che sia trascorso almeno un giorno, se non di più, da questo primo tentativo di recapito, il che lascia al destinatario tutto il tempo di angosciarsi, immaginando multe o cartelle Equitalia salatissime, salvo poi scoprire che la compagnia di assicurazione della macchina voleva soltanto informare del rinnovo della polizza obbligatoria.

Certo, un modo per evitarsi il tempo dedicato al ritiro ancora non esiste. Tuttavia, con un po’ di attenzione, è possibile individuare quale sia l’oggetto della misteriosa raccomandata e chi sia il mittente che ha scelto di rovinarci la giornata. Per farlo occorre il codice identificativo della raccomandata stessa, che viene riportato in tutti gli avvisi di consegna. Oltre ad un po’ di spirito di osservazione.

Avviso di raccomandata: il colore è il primo indizio
La prima cosa da fare è osservare con attenzione l’avviso ricevuto. Già l’aspetto dell’avviso stesso può essere d’aiuto e fornire un primo indizio sull’atto e la sua provenienza. Questo primo passo è vero solo in alcuni casi, considerato che ormai quasi tutti gli avvisi sono stati sostituiti dalla stampata effettuata direttamente dal postino, che lascia in buchetta il noto scontrino bianco con tutti i dati.

Là dove ancora non viene impiegato questo metodo, il colore dell’avviso può raccontare molto della raccomandata che ci attende.
Il caratteristico cartoncino verde, ad esempio, indica che la presenza di atti giudiziari o di multe per violazioni del Codice della Strada.
Quindi ci si può aspettare un atto proveniente dal Tribunale o altra autorità giudiziaria, ma anche un atto che invita a presentarsi in una causa giudiziaria su richiesta dell’avvocato di una delle parti, oppure un verbale di accertamento di infrazione al codice della strada.
E' utile o tranquillizzante per i lettori tener presente, nell’imminenza di consultazioni elettorali, che tra gli atti provenienti dal Tribunale (cartoncino verde) vi è anche la nomina a presidente di seggio, e tra quelli del Messo Comunale (indipendentemente dal colore del cartoncino) vi sono sia la nomina a scrutatore sia ulteriori notifiche ai presidenti di seggio.
Per valutare l’urgenza del ritiro, se si conoscono i portalettere di zona, è utile chiedere preventivamente la cortesia di apporre sul retro del talloncino di eventuali raccomandate il nome del mittente. Di solito son persone disponibili. Anche perché in alcuni casi può essere utile attendere la vigilia dei termini di giacenza (ad esempio per dar tempo al proprio legale di predisporre della documentazione con cui anticipare di fatto qualsiasi azione una controparte abbia cercato di attuare con la raccomandata giacente)

Al contrario, un cartoncino bianco o giallo può indicare una più normale lettera o un pacco.


Avviso in forma di scontrino bianco
Anche in caso di avviso lasciato attraverso la stampa del noto “scontrino” non bisogna disperare, altri possono essere gli indizi rivelatori immediati. Ad esempio, nel caso che lo scontrino menzioni, come persona addetta al tentato recapito, il Messo Comunale, è già sicuro che si tratterà di una multa o di un altro atto emesso da enti della Pubblica Amministrazione, oppure ancora un atto tributario o del contenzioso tributario dello Stato e degli enti pubblici. Ciò in ragione delle competenze specifiche attribuite al Messo Comunale in ambito di recapiti, che sono limitate alle voci appena elencate.

Il codice della raccomandata
Ogni raccomandata, a prescindere dalle modalità con cui viene annunciata, è identificata in modo univoco con un codice numerico e a barre, riportato nell’avviso. A codici diversi corrisponde un oggetto di spedizione differente. Il che ci consente di individuare con una buona probabilità di correttezza il tipo di comunicazione ricevuta (atto o lettera) e il suo mittente, ancora prima di ritirare effettivamente la posta. Per farlo, basta prestare attenzione alle cifre iniziali del codice: mentre gli altri numeri identificano infatti l’atto specifico, e dunque saranno diversi da spedizione a spedizione, quelli iniziali distinguono il genere di recapito e rimangono quindi costanti. Vediamo i codici principali per capire in concreto come funziona.

- Codici 12, 13, 14. Se il codice della raccomandata da ritirare inizia con queste cifre, puoi stare tranquillo. Generalmente individuano una raccomandata semplice. Dunque non un atto giudiziario, né una multa e neppure una cartella Equitalia. Senz’altro la raccomandata preferita dagli italiani.

- Codici 76, 77, 78, 79. Indicano con tutta probabilità una multa o un atto giudiziario di qualche genere (ad esempio: provvedimento notificato dal Tribunale o atto di citazione a comparire in un giudizio notificato dall’avvocato di una delle parti dello stesso).

- Codici 608, 609. Di solito i codici che iniziano con queste cifre indicano la comunicazione che un Ente pubblico fa per dare avviso di aver tentato la notifica di un proprio atto.

- Codici 612, 613, 614. Iniziano con queste cifre i codici delle raccomandate di comunicazione provenienti da banche o da altro istituto di credito, incluse le Poste nello svolgimento di questa funzione.

- Codice 670. Forse il più temuto terzetto di cifre. La sua presenza all’inizio di un codice di raccomandata identifica una cartella di Equitalia.

- Codice 650. Sono i numeri che distinguono i codici delle comunicazioni o degli atti provenienti dall’INPS.

Il codice della raccomandata può essere usato anche per consultare la pagina on lineCerca Spedizioni del sito di Poste Italiane. Questa pagina consente, con l’inserimento del codice nell’apposito spazio, di avere accesso alle informazioni circa la spedizione, il luogo di provenienza e, in alcuni casi, anche il mittente.


La nostra esperienza
La teoria è molto semplice ed è quella esposta sopra, ma c’è da chiedersi quanto affidabili siano questi codici. Costituiscono un aiuto reale o possono essere errati e portare soltanto tanta ansia inutile?
Nella redazione di 6sicuro abbiamo potuto verificarlo di persona grazie al nostro blogger Simone Paciaroni, che si è visto recapitare un avviso di raccomandata giacente per Atti Giudiziari e il cui codice identificativo iniziava con il numero 78. Come prevedibile, Simone ha sperato molto in un errore nel metodo di lettura dei codici, ma si è dovuto ricredere: proprio come preannunciato dalle due cifre, al momento del ritiro del plico, Simone si è visto consegnare una multa. Il metodo si può dire collaudato, anche se non troppo felicemente.

Avviso di raccomandata: ritirarla o non ritirarla?
Una domanda che molti si fanno è: una volta intuito che si tratta di una corrispondenza”sgradita”, come una multa o una cartella esattoriale, che cosa conviene fare?
Facile pensare che possa essere conveniente non andarla a ritirare, così da non consentire a chi l’ha spedita di ottenere la prova che desidera, cioè la prova dell’avvenuta consegna della busta.

È importante sapere che un ragionamento di questo tipo, seppure logico e apparentemente di buon senso, è spesso sbagliato.
La raccomandata correttamente inviata, quindi indirizzata al soggetto effettivamente destinatario della comunicazione o dell’atto e spedita all’indirizzo di residenza dichiarato all’anagrafe del Comune in cui il soggetto vive, si dà per ricevuta decorsi i termini di giacenza, anche qualora non sia mai stata ritirata.

Non ritirarla, dunque, non soltanto non serve a sostenere di non aver mai saputo nulla della comunicazione, ma fa perdere la possibilità di conoscere il contenuto dell’atto e di contestarlo o impugnarlo tempestivamente.

Il Legislatore ha infatti optato per un criterio di conoscibilità della comunicazione o dell’atto: basta, cioè, che il plico sia entrato nella sfera di possibile conoscibilità del destinatario, il quale volendo avrebbe potuto ritirare la busta, per stabilire, nella maggior parte dei casi, che la comunicazione è arrivata a destinazione. In linea di massima, quindi, una volta risolto il rebus della spedizione, grazie alla lettura delle cifre iniziali dei codici, conviene armarsi di coraggio e procedere al ritiro, per conservarsi qualche opportunità di contestare atti non correttio di gestire al meglio situazioni difficoltose.

Fonte: http://www.6sicuro.it/

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