Come bloccare uno strapotere?

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Come bloccare lo strapotere di Sky che truffa per i contratti?

Messaggioda cts » 30 ago 2025 08:19

Come bloccare lo strapotere di Sky che truffa per i contratti?
Call center si è finto Iliad per vendere un contratto Sky WiFi: arrivata la diffida di Agcom - Due chiamate mascherate da Iliad per proporre Sky WiFi, ma chi risponde è un dipendente Iliad, e la truffa finisce dritta sul tavolo dell’Autorità

Purtroppo una semplice diffida...

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Come bloccare lo strapotere di Meta che accede alle foto private?

Messaggioda cts » 30 ago 2025 15:41

Come bloccare lo strapotere di Meta che accede alle foto private?
Meta - ancora Meta... ne faremmo volentieri a meno... - ha introdotto silenziosamente funzioni che permettono a Facebook di analizzare tutte le foto del telefono. Come disattivare l'accesso.

Facebook può accedere alle foto del telefono, anche se non sono state condivise. Non solo quelle che si postano, ma anche gli screenshot imbarazzanti, le foto sfocate, i selfie scartati. Meta ha introdotto silenziosamente i “suggerimenti per la condivisione del rullino fotografico“, una funzione che analizza tutto il contenuto della galleria fotografica per proporre collage e album tematici. Il problema? Molti utenti stanno scoprendo che questa opzione è già attiva senza che ricordino di averla autorizzata.

Meta accede alle foto private senza permesso, che cosa fare
Meta sostiene che questi suggerimenti basati sull’AI sono opzionali e non abilitati di default. Eppure sui social e nei forum si moltiplicano le segnalazioni di utenti che trovano l’impostazione già attiva. Com’è possibile?

Probabilmente durante uno dei tanti aggiornamenti dell’app, nascosta tra decine di notifiche che accettiamo senza leggere. O magari attivata “temporaneamente” per testare una nuova funzione e poi mai disattivata. Il risultato è lo stesso: Meta ha accesso a foto che si pensava fossero private.

Cosa vede esattamente Facebook?
Quando questa funzione è attiva, l’algoritmo di Meta scansiona l’intera galleria fotografica del telefono. Analizza volti, luoghi, oggetti, testo nelle immagini. Costruisce un profilo dettagliato dei tuoi viaggi, delle persone che frequenti, dei posti che visiti, anche senza aver mai condiviso nulla di tutto questo online.
L’azienda promette che usa questi dati solo per suggerirti cosa condividere, ma sappiamo tutti come funziona con Meta. I dati raccolti per uno scopo finiscono sempre per essere utilizzati per altro. Pubblicità mirata, profilazione, addestramento di modelli AI.

Come verificare e disattivare l’accesso

- Aprire l’app Facebook sul telefono;
- Toccare le tre linee orizzontali in basso a destra;
- Selezionare “Impostazioni e privacy” (icona ingranaggio);
- Toccare “Impostazioni”;
- Scorrere il menu fino a trovare “Suggerimenti per la condivisione del rullino fotografico”;
- Tocca per aprire le preferenze;
- Si vedranno due interruttori separati. Se sono blu, Meta sta accedendo alle foto. Disattivare entrambi toccandoli (diventeranno grigi).

Il trucchetto delle autorizzazioni progressive
Questa situazione rivela una tattica sempre più comune delle big tech: l’erosione progressiva della privacy. Prima chiedono il permesso di accedere alle foto per “permetterti di condividerle”. Poi aggiungono la possibilità di “suggerire” cosa condividere. Infine analizzano tutto l’archivio fotografico per “migliorare l’esperienza”.

Ogni passaggio sembra innocuo, persino utile. Ma il risultato finale è che un’azienda privata ha accesso completo alla propria vita digitale più intima.
Perché Meta vuole le nostre foto private?
Semplice, sono una miniera d’oro di informazioni. Rivelano dove andiamo, con chi usciamo, cosa compriamo, dove viviamo, dove lavoriamo. Meta può dedurre lo stato economico dalle location, le relazioni dalle persone nelle foto, gli interessi dagli oggetti che fotografiamo.
Questi dati valgono miliardi.
Permettono pubblicità iper-targettizzata, previsioni comportamentali, sviluppo di nuovi prodotti. E ora, con l’esplosione dell’AI, servono anche per addestrare modelli sempre più sofisticati di riconoscimento e generazione di immagini.

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Come bloccare uno strapotere dei ricavi ottenuti da Meta con le truffe altrui?

Messaggioda cts » 09 nov 2025 17:51

Come bloccare uno strapotere dei ricavi ottenuti da Meta con le truffe altrui?
L'agenzia britannica Reuters pubblica dati interni dell'azienda di Zuckerberg: accuse pesantissime sul fiume di soldi fatto sulla pelle degli utenti. Ogni giorno su Facebook e Instagram 15 miliardi di annunci con truffe, estorsioni o prodotti illegali. E l'azienda sa tutto. Il portavoce di Meta, Andy Stone: «Visione selettiva che distorce il nostro approccio. Il 10% un dato "approssimativo"».

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Riassunto dell'articolo redatto dalla IA
In questo articolo del Corriere della Sera viene evidenziato come Meta/Facebook/Instagram/Threads/WhatsApp ci guadagni tantissimo con le inserzioni a pagamento che sono solo truffe a scapito degli stessi utenti di Meta.
Meta se ne sbatte dei suoi utenti e continua ad avere un approccio "morbido" poiché i ricavi delle inserzioni truffaldine sono pari al 10% del suo fatturato annuo complessivo, circa 16 miliardi di dollari.
Quindi tutte le manovre anti-frode che Meta annuncia (o che è costretta dalle autorità ad intraprendere) sono solo fumo negli occhi.
E gli utenti continuano a farsi spennare (o a farsi rovinare esteticamente il corpo) sui social di Zuckerberg...


Ogni giorno gli utenti dei social di Meta devono sfuggire a 15 miliardi di annunci pubblicitari fraudolenti che appaiono sulle varie piattaforme (Facebook, Instagram, Threads, WhatsApp).
E, come abbiamo spiegato più voltein passato, il colosso di Zuckerberg non solo non riesce a bloccare questo fiume di truffe, ma fa attivamente soldi con esso, visto che una buona di questi contenuti sono inserzioni a pagamento.

Tuttavia, i dati che trapelano da un'indagine di Reuters, che è riuscita a consultare dei documenti interni all'azienda, sono clamorosi, sia nella loro entità che per l'atteggiamento dell'azienda.
Nel 2024 queste attività avrebbero portato nelle casse della compagnia di Mark Zuckerberg una cifra pari al 10% del suo fatturato annuo complessivo: l'enorme somma di 16 miliardi di dollari.

I dati
Non è l’unico dato, seppur esorbitante. Secondo quanto emerge dalle indagini, per almeno tre anni la società di Zuckerberg non è riuscita a identificare e fermare gli annunci pubblicitari indirizzati a miliardi di utenti dei social network di Meta, tra Facebook, Instagram e WhatsApp. Le pubblicità non sono diverse da quelle di cui recentemente abbiamo parlato. Da schemi truffaldini, investimenti su piattaforme non regolamentate, prodotti vietati, sextortion, e così via.

Buona parte delle truffe pubblicizzate è stata sponsorizzata da operatori di marketing che non hanno dovuto neppure faticare più di tanto per cercare di eludere i sistemi di sicurezza interni.
Secondo l’indagine di Reuters, gli annunci vengono esclusi solo se gli algoritmi rilevano una percentuale sopra il 95% che si tratti di una truffa.
I documenti esaminati dal quotidiano inoltre, evidenzierebbero che, se un inserzionista conduce attività sospette, entra in sorta di asta che aumenta i costi delle inserzioni.
Uno stratagemma che da una parte vorrebbe dissuadere i truffatori dal pubblicare annunci fraudolenti; dall'altra aumenterebbe comunque il guadagno di Meta proveniente da annunci controversi.


Se vedi una truffa, ne vedrai molte di più
C'è di peggio: quando uno di questi 15 miliardi di annunci viene pubblicato e visto dagli utenti, chi li visualizza ha una maggiore possibilità rivederne uno simile.
Questo grazie agli algoritmi di Meta che personalizzano le inserzioni in base agli interessi dell’utente.
Qualcosa che abbiamo potuto «toccare con mano» anche da noi, quando di recente ci siamo imbattuti in pochi giorni in più di 50 annunci su app nudificatricio recenti nostre segnalazioni di annunci truffaldini o di investimenti che utilizzano i connotati di politici, vip o giornalisti italiani e internazionali.

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Sopra, quando si visualizza un annuncio è probabile che lo stesso annuncio o la stessa categoria si ripresenti: è stato il caso dei giornalisti del Corriere della Sera con le app nudifier


La risposta di Meta: «Visione selettiva»
«Se le autorità di regolamentazione non tollerano che le banche traggano profitto dalle frodi, non dovrebbero tollerarlo nel settore tecnologico» ha affermato un ex dipendente di Meta, Sandeep Abraham, ex investigatore della sicurezza e ora esaminatore di frodi.
A replicare all’indagine anche Andy Stone, portavoce di Meta, il quale ha affermato che i documenti visionati dal quotidiano «presentano una visione selettiva che distorce l'approccio di Meta a frodi e truffe».
Inoltre, il dato secondo cui il 10,1% del fatturato derivasse da annunci truffaldini, sarebbe «approssimativo».
Tuttavia non è stato fornito un dato aggiornato.
Secondo gli elementi forniti da Andy Stone, negli ultimi 18 mesi sono state ridotte del 58% le segnalazioni da parte degli utenti relativi ad annunci pubblicitari truffaldini. Mentre nel 2025, almeno finora, sono stati rimossi più di 134 milioni di contenuti pubblicitari.

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Sopra, le truffe in Italia che sfruttano l'immagine di Sigfrido Ranucci

Dichiarazioni a parte, i dati forniti da Stone non sembrano esattamente parare tutti i colpi che emergo dai documenti consultati da Reuters. Uno in particolare sosterrebbe che solo nel maggio del 2025 un terzo delle truffe andate a buon fine negli Stati Uniti sarebbero partite proprio dagli annunci di Meta. E che i concorrenti della compagnia avevano più successo nel contrastare le frodi sulle loro piattaforme.

Le preoccupazioni di Meta
Uno dei dettagli più clamorosi, molto chiaro dall'inchiesta Reuters, è che Meta sa benissimo di fare moltissimi soldi con annunci fraudolenti che, ricordiamolo, causano danni gravissimi alle vittime, prima di tutto economici ma anche psicologici (come nel caso di Patrizia che abbiamo raccontato di recente).
Si tratta di denaro che il gruppo di Zuckerberg ha in qualche modo già messo a bilancio, anche per il futuro: lo testimonia il dato secondo cui l’obiettivo sarebbe quello di ridurre il fatturato derivante da inserzioni truffa, con un 10,1% del 2024, al 7,3% entro la fine di quest’anno, per arrivare a un "più modesto" 5,8% nel 2027.
Cifre comunque vertiginose, considerati i ricavi totali d Meta (gli utenti per di più sono esposti anche a 22 miliardi di tentativi di "truffa organica" quotidiani, ovvero che non provengono da annunci pubblicitari, ma ad account sottratti o hackerati).

Meta, attraverso memo interni, vuole moderare le azioni degli inserzionisti sospetti ma… con moderazione.
Un documento dello scorso febbraio, dimostrerebbe come Meta abbia evitato che il team responsabile della verifica degli inserzionisti intraprendesse azioni che sarebbero "costate" a Meta stessa più dello 0,15% di fatturato totale. Secondo le stime, si parla di 135 milioni di dollari sui 90 miliardi ottenuti nei primi sei mesi del 2025.
«Dobbiamo essere cauti», ha scritto il manager che supervisiona lo sforzo di supervisione e filtro, osservando che il calo delle entrate consentito includeva sia annunci truffa che annunci «benigni» erroneamente bloccati. «Abbiamo specifiche linee guida per le entrate».
Andy Stone di Meta ha affermato che lo 0,15% citato proviene da un documento di proiezione delle entrate e non è un limite rigido.


Le segnalazioni degli utenti? Il 96% respinto o ignorato
Un altro dato che emerge è Meta classificherebbe le pubblicità truffaldine come un problema di «bassa gravità», una normale , e dunque una «esperienza utente negativa».
E le segnalazioni degli utenti, che tanti provano a fare? L'assoluta maggioranza sarebbe ignorata, secondo un documento del 2023. I dipendenti assegnati alla sicurezza rilevavano all’epoca ogni settimana circa 100.000 segnalazioni, ma il 96% erano respinte o ignorate.
«Non credo di aver mai visto qualcosa essere rimosso in seguito alla segnalazione di un singolo utente», ha affermato Erin West, ex procuratore della contea di Santa Clara che ora dirige un'organizzazione no-profit impegnata nella lotta alle truffe.


La SEC e le altre indagini giornalistiche
Una preoccupazione di Meta, stando alle dichiarazioni fornite da Andy Stone a Reuters, riguardano i propri ricavi, che potrebbero subire «un impatto significativo» per via di «un aumento degli sforzi» richiesti dalle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti, come la SEC (Securities and Exchange Commission) la quale ha avviato un’indagine su Meta proprio per via delle frodi e la protezione dei propri utenti dalle stesse.
Anche il Regno Unito sta indagando sullo stesso argomento ed è emerso che i prodotti di Meta erano coinvolti nel 54% di tutte le perdite legate a truffe relative a pagamenti solo nel 2023. Si tratta di un dato pari a più del doppio rispetto ai competitor di Zuckerberg.

L'inchiesta di Reuters non è l'unica del suo genere. Anche il Wall Street Journal ha potuto di recente esaminare un documento interno dell'azienda che risale al 2022. L'inchiesta ha fatto emergere come il 70% degli inserzionisti promuove truffe, e ha definito Meta come «un pilastro dell'economia delle frodi su Internet».
Nel nostro approfondimento, invece, abbiamo elencato tutte le "trappole" in cui ci si può imbattere su Meta.

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Km percorsi: 52.400

Come bloccare lo strapotere di Google favorito dai produttori Android?

Messaggioda cts » 09 nov 2025 18:25

Come bloccare lo strapotere di Google favorito dai produttori Android?
Dopo aver lasciato tutti i profitti a Google, che con il Play Store e le sue app ha capitalizzato le vendite degli smartphone prodotti da altri, ora la storia si ripete con l'IA: per comodità i produttori Android hanno scelto Gemini e la storia si ripeterà, è inevitabile.


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